lunedì, 18 Novembre, 2024
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Ex Ilva: Re David e Venturi (Fiom-Cgil), Draghi chiarisca gli assetti. E ArcelorMittal non tenga in ostaggio i lavoratori

Sulla ex Ilva, sulle iniziative della ArcelorMittal, sui ritardi di Governo e Invitalia, la Fiom-Cgil parte all’attacco: “Situazione senza precedenti e caos. Ora basta, intervenga il premier Draghi”, scrive la Federazione italiana operai metalmeccanici, che ha parole di critica per la società e per il Governo.

“A Taranto c’è una situazione di caos senza precedenti”, sottolineano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia, “Dopo una prima comunicazione di ArcelorMittal di ridurre al minimo la marcia degli impianti, ora la situazione sembra essere tornata alla normalità con un atteggiamento ai limiti della schizofrenia e del quale intendiamo chiedere conto all’azienda e al Governo”. Le incertezze per il sindacato pesano gravemente sui lavoratori, sia quelli che sono interni sia tutta la filiera dell’indietro, operai che sono in mezzo a situazioni contrapposte, che vanno chiarite.

 

PREOCCUPAZIONI SULLA FILIERA PRODUTTIVA

“Infatti, questa condizione di incertezza e di insicurezza tra i lavoratori diretti e dell’indotto è diventata insopportabile”, sottolineano con fermezza i due leader sindacali. Francesca Re David e Gianni Venturi, chiamano in causa governo e società chiedendo loro spiegazioni.

“Sono chiare le responsabilità di Invitalia e del Governo per i ritardi sul completamento degli assetti societari e sul rilancio industriale ed ambientale del sito”, sottolineano i due leader sindacali, “ma ciò non legittima il comportamento di ArcelorMittal, che prima sembra prendere in ostaggio i lavoratori scaricando su di loro responsabilità improprie e poi improvvisamente comunica una decisione opposta”. Francesca Re David e Gianni Venturi, inoltre, si mostrano preoccupati per le conseguenze dei ritardi e indecisioni, su tutta la filiera produttiva.

“È evidente che così non si può andare avanti”, sottolineano con preoccupazione i due esponenti sindacali della Fiom-Cgil, “Il rischio è che si passi dallo stallo ad un piano inclinato in cui mancate decisioni e scelte inaccettabili mettano in discussione sia la risalita produttiva che la ripresa della fornitura dell’acciaio agli utilizzatori finali, trascinando anche le prospettive dei siti di Genova, Novi Ligure e dell’insieme del gruppo”, concludono”, Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia, “Resta urgentissimo un intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi ed una convocazione delle parti e dei sindacati per evitare di perdere un asset strategico dell’industria di questo Paese”.

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