giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

ISA Indici sintetici di affidabilità fiscale, il decreto del MEF adotta per individuare le esclusioni gli stessi criteri dei ristori che tante discriminazioni hanno creato tra codici Ateco e percentuali rigide di perdita. Alemanno INT: sbagliare è umano perseverare nello sbaglio è inaccettabile.

Pubblicato in G.U. del 9 febbraio il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle cause di esclusione di applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) per le attività produttive.
Profonda amarezza da parte dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) circa la sola parziale disapplicazione degli ISA per l’anno 2020, le proposte ministeriali presentante nell’ apposita Commissione ministeriale degli esperti erano già state bocciate dal Vice Presidente nazionale Giorgio Del Ghingaro, rappresentante dell’INT in quel consesso.

INT che, in base all’elaborato della Commissione fiscalità Coordinata dal Consigliere nazionale Giuseppe Zambon, ha chiesto e proposto l’ applicazione su base volontaria e dell’invio per chi utilizzasse l’esclusione dei soli dati contabili. “Invece si sta continuato ad applicare il sistema dei ristori con individuazione tramite codici Ateco o perdite rigide del 33% che ha creato discriminazioni e diseguaglianze” stigmatizza il Presidente nazionale dell’INT, Riccardo Alemanno, che aggiunge: “Eppure lo stesso dicastero dell’economia aveva ribadito il mese scorso che per i ristori si sarebbero abbandonate le individuazioni tramite codici Ateco e modificate le modalità di individuazione delle perdite che avevano creato problemi di equità. Ora per gli ISA invece si ripetono gli stessi criteri, se sbagliare è umano perseverare nello sbaglio è inaccettabile.

Avevamo proposto e continueremo a proporre , anche come emendamenti a prossimi decreti, un’ applicazione su base volontaria in modo che ciascuno possa valutare la propria situazione soggettiva e salvaguardare l’aspetto premiale degli ISA, poiché mi domando che differenza ci sia, ad esempio, tra chi ha subito una perdita di ricavi del 33% e chi invece ne ha subito una del 32%, o come non si possa non capire che non solo le attività costrette alla chiusura individuate con codici Ateco abbiano patito e stiano patendo le difficoltà derivanti dall’ emergenza sanitaria. Quello che maggiormente dispiace è che, mentre si sta con difficoltà cercando di costituire un nuovo esecutivo di governo che mi auguro possa quanto prima dare il via alla Riforma fiscale (ISA compresi) ora ferma all’ assegno unico per i figli ed ad una indagine parlamentare sulla riforma dell’IRPEF, a cui parteciperemo con audizione il prossimo 8 marzo e dove presenteremo tra le altre una proposta di rimodulazione delle aliquote nonché degli scaglioni di reddito, nelle questioni che riguardano la quotidianità del mondo produttivo si continua ad anteporre il ragionamento burocratico a scapito del sostegno alle imprese.

Se non si modificheranno le modalità di esclusione, proporrò al Consiglio nazionale di suggerire ai nostri iscritti di valutare con i propri assistiti il ricorso all’ esclusione per l’anno 2020 con l’indicazione “periodo di non normale svolgimento dell’attività causa pandemia da coronavirus”, in un Paese in stato di emergenza da oltre un anno e colpito da pandemia mondiale mi sembra inevitabile.”

All’Istituto Nazionale Tributaristi si spera ovviamente che tramite l’interlocuzione con il prossimo esecutivo di governo ed il ministero dell’ economia si possa trovare una soluzione equa e non discriminatoria.

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