Servono regole e responsabilità. È urgente una nuova pedagogia e che la scuola dedichi tempo e risorse nella conoscenza di sistemi che vanno resi utili e non pericolosi. I casi di cronaca con adolescenti vittime di giochi di emulazione ci dicono che è il momento di aprire un confronto e un maggiore impegno tra istituzioni scolastiche, insegnati, famiglie e leggi che sanzionino chi semina contro i ragazzi violenza e aggressività.
Da uso ad abuso con tutti i rischi di un utilizzo privo di regole e conoscenze. Così cellulari e tablet sono entrati prepotentemente nella vita degli adolescenti e in quella dei bambini. Un fenomeno che desta più di un interrogativo e allarme con molte preoccupazioni per i risvolti e i rischi connessi ad un utilizzo ipnotico. Ci sono casi sconcertanti di cronaca con suicidi di adolescenti che hanno perso la vita nel seguire ed emulando “giochi” pericolosi di ruolo dove ne restano vittime. I meccanismi che portano a questi casi limite come, ad esempio, l’induzione al suicidio non sono sempre noti e comunque sono fuori controllo degli adulti. La rete offre spunti apparentemente innocui ma emotivamente molto coinvolgenti per adolescenti che si abbandonano totalmente al volere di situazioni pericolosissime. I nomi in voga in questo genere di giochi sono il Chiking game o il Batmanning, Eyeballing. E ancora Planking, Blu Whale, Bird box challenge. Con azioni ad alto rischio come camminare bendati per strada, appendersi con i piedi a testa in giù, versarsi della vodka negli occhi, mettere la testa nel water. Mode e sfide che nascono dal web dove i ragazzi, soprattutto i giovanissimi, ne rimangono coinvolti e schiacciati. I risvolti nel quotidiano e nella realtà sono noti.
Fenomeni di crescente aggressività tra adolescenti, impennate di violenza cruenta nel seguire esempi sui giochi e iniziazioni di gruppi che poi si affrontano. I tantissimi fenomeni estremi di violenza di cui la rete è piena. Il fatto grave che l’età in cui si inizia a “giocare”, con un cellulare continua ad abbassarsi è già di per sé un campanello di allarme. Lo rivela in primo luogo la Società Italiana di Pediatria (Sip) che in più occasioni è intervenuta per sottolineare i danni per la salute psicofisica provocati dall’uso di cellulari lasciati e regalati a bambini e adolescenti.
I disturbi segnalati sono numerosi, dallo scarso profitto scolastico per i bassi livelli di concertazione, alla difficoltà di comprensione. Per i minori la caduta delle relazioni sociali con i coetanei, con tutte le conseguenze negative che ciò comporta. I dati sono da shock: in Italia 8 bambini su 10 tra i 3 e i 5 anni sanno usare il cellulare dei genitori (fonte SIP). Il telefonino con lo scorrimento di video e giochi sono usati contro i capricci o per distrarre i bimbi. I pediatri sono intervenuti in modo categorico con alcune indicazioni per proteggere i bambini dai rischi correlati ad un uso scorretto di cellulari e tablet. Un secco no al loro uso prima dei due anni, che poi è anche un problema serio lasciare un oggetto fisico con particolari caratteristiche come un cellulare nelle mani di un bimbo che non riesce ancora ad esprimersi con la parola.
Le famiglie si interrogano sulla sicurezza dei loro figli ma il più delle volte non trovano una risposta. Perché è indubbio che molto dipende dal contesto in cui vivono i bambini e gli adolescenti. L’unico modo per arginare i rischi è fare un salto di qualità attuando una pedagogia nuova che coinvolga in primo luogo la scuola che è il luogo per eccellenza di formazione, di dialogo e conoscenza. Bisogna portare all’attenzione del Ministero dell’istruzione la proposta di tenere in aula ore dedicate, già alle elementari sull’uso responsabile dei social e del web. Così come le società tecnologiche che oltre a fare utili e a far prevalere la logica delle visualizzazioni devono sentirsi protagoniste in questa sfida verso la qualità e la responsabilità dell’uso della rete. Due progetti da attuare con urgenza non è infatti più ammissibile che un bambino, un adolescente ma per molti versi anche gli adulti siano lasciati soli davanti a situazioni che sono enormemente più grandi di loro. Servono regole, servono sanzioni, ma soprattutto servono buon senso e norme chiare con sanzioni. Ogni innovazione può portare grandi benefici e dei rischi per questo da sempre ci sono delle tutele. Il web non è fuori dal mondo e se lo è ora di riportare le società nella realtà ad iniziare dal rispetto delle leggi, delle responsabilità e degli utenti.