giovedì, 2 Maggio, 2024
Economia

Saldi Invernali, lo stato di emergenza ha provocato il crollo dei consumi

Saldi al palo. La gelata dei consumi, conseguente al prolungato stato di emergenza degli orari ridotti della ristorazione, alle chiusure dei centri commerciali e alla grave situazione economico-politica, ha impattato pesantemente anche sui saldi invernali. Nelle prime due settimane di gennaio (4-17 gennaio) il Centro studi retail Confimprese rileva nelle regioni interessate dall’avvio dei saldi una contrazione media delle vendite in store del -32,8% rispetto allo stesso periodo 2019 a fronte dello sforzo promozionale che si attesta su un range di sconto medio dei prezzi di vendita del -34%.
“Sono numeri che non si discostano dal trend generale delle regioni in cui i saldi non sono ancora partiti, pari al -35,3% – spiega Mario Resca, presidente Confimprese -. Il crollo maggiore, in queste regioni, si registra nel beauty a -45% seguito dall’abbigliamento a -42,8%”.

“I saldi non riescono a controbilanciare l’andamento negativo dei consumi. La speranza di recuperare nel periodo natalizio parte delle vendite perse a causa del primo lockdown, garantendo cosi’ la sopravvivenza delle nostre imprese e dei posti di lavoro, non si e’ purtroppo concretizzata. I saldi invernali – conclude Resca – non potranno ricompensare la perdita di 15 miliardi di ricavi nei mesi di novembre e dicembre. I magazzini sono pieni di merce che rischia di rimanere invenduta”. Con riferimento ai canali di vendita, il 70% del campione dichiara che le performance piu’ significative si sono concentrate nei centri citta’, specificatamente in Lombardia e Piemonte. Negative anche le rilevazioni sul fronte consumatori del Termometro Innovation Team-Cerved per Confimprese: 4 famiglie su 10 dichiarano che non faranno acquisiti durante i saldi. Anche nelle regioni dove i saldi devono ancora partire, il 36,5% prevede di non approfittare dell’occasione per fare compere.

Tra coloro che hanno gia’ approfittato dei saldi o pensano farlo a breve, il 44,7% diminuira’ la spesa di circa 100 euro con uno scontrino medio di 191 euro a fronte dei 280 del 2019. Per 1 su 2 il motivo e’ nelle difficolta’ economiche ma 1 su 3 non e’ invogliato a fare acquisti nel contesto emergenziale. Per 2 famiglie su 3 l’impatto della crisi sul reddito si conferma negativo o drammatico, in lievissima riduzione da dicembre. Torna ad aumentare il pessimismo a proposito dei prossimi mesi (35,5%) dopo il netto miglioramento avvenuto a dicembre in seguito all’annuncio della disponibilita’ di un vaccino contro il Covid:
piu’ ottimisti solo il 14,9% degli italiani. Forte la preoccupazione da qui a un anno: per 2 famiglie su 3 sara’ peggiorata la condizione economica del Paese, per il 34% la propria condizione economica. In netto calo rispetto a un mese fa le speranze di un ritorno alla normalita’ gia’ nel 2021: le aspettative di ripresa quest’anno scendono dal 57,8% di dicembre al 28,8% di gennaio. Per contro, il 58,6% delle famiglie posticipa al 2022 il ritorno ad abitudini pre-pandemia.

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