giovedì, 28 Marzo, 2024
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Computer quantistici, rilevatori smart e georadar: i nuovi strumenti dell’Intelligence

“L’intelligenza artificiale consente di avere una conoscenza più vasta e profonda dell’ambiente che ci circonda, ricordando che sono state censite in ambito europeo 100.000 sostanze presenti nell’ambiente”.
Vito Uricchio, ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche e componente della Commissione Grandi Rischi, ha tenuto una lezione su “Controlli Ambientali e Finanziari tra Diritto, Intelligence e Satelliti” al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
Uricchio ha poi affrontato il tema degli scenari aperti dall’utilizzo dei computer quantistici che adoperano le leggi della fisica e della meccanica quantistica con una capacità di calcolo impressionante. “Questi computer – ha ribadito – sono in grado in soli tre secondi di fare dei calcoli che prima richiedevano 10.000 anni o addirittura 600 milioni di anni. I super-computer rappresenteranno un valore aggiunto alla potenza della gestione delle informazioni begli Stati per cui la Quantum Intelligence avrà un impatto dirompente nello sviluppo del mondo”.

La supremazia quantistica – ha sostenuto – in questo momento nel mondo è detenuta dalla Cina con il computer Jiuzhang. L’Italia con le sue importanti competenze in ambito CNR, INFN e di Università italiane ha ispirato l’impiego dei fotoni del computer quantistico cinese e punta alla supremazia quantistica mondiale.
Il professore ha quindi analizzato il tema della tutela dell’ambiente e a tal proposito ha illustrato un esempio pratico della tutela ambientale, applicato in un territorio specifico come quello della Puglia. In particolare, ha posto l’accento sui problemi che derivano dallo smaltimento illecito dei rifiuti tossici anche in cave abbandonate e nel sottosuolo, che sono gestite a volte da organizzazioni mafiose. Ha quindi approfondito il problema dello smaltimento dei fanghi, dell’inquinamento dei nitrati e delle strategie di indagine impiegate in Puglia.

Uricchio ha evidenziato poi l’importanza della gestione delle banche dati, che consentono un’analisi integrata per supportare le decisioni politiche. “Com’è noto – ha ricordato – il processo classico dell’intelligence riguarda la raccolta, la valutazione, l’analisi e l’interpretazione. In tale ciclo, particolarmente importanti sono le tecniche dei data mining e dei text mining”.
Per quanto riguarda nello specifico i data-mining ambientali ha fatto riferimento ad un fenomeno molto diffuso che riguarda il rapporto tra la presenza degli orti e la perdita delle reti delle acque potabili, che ha ricadute il prelievo improprio delle acque, peraltro non pagate. Inoltre le perdite che si verificano nella rete fognante ha un impatto rilevante anche sull’inquinamento ambientale. Il professore ha poi ricordato che “l’Italia e’ un Paese dove il 41,4% dell’acqua immessa all’interno della rete distribuzione si perde, determinando impatti economici ed ambientali con costi elevati per cittadini e amministrazioni pubbliche, l’inquinamento ambientale e la gestione impropria dell’utilizzo dell’acqua”. Si è, inoltre, soffermato sulla relazione tra il consumo delle droghe e le tracce di queste sostanze ritrovate nelle acque reflue.

Uricchio ha poi concluso soffermandosi sull’importanza del controllo del territorio che richiede la sinergia virtuosa tra le istituzioni, le forze dell’ordine, il settore privato ed il mondo della ricerca, affinchè possano essere sviluppati ed impiegati nuovi mezzi tecnologici a tutela dell’ambiente, come le mini-fotocamere per la videosorveglianza intelligente, i georadar, il rilevatore di gas serra di attività, di particelle gamma, gli sniffer intelligenti e soprattutto l’impiego di satelliti.
In tale quadro le tecniche di intelligence, che consentono di raccogliere imponenti moli di dati, interpretarli e proporli in modo tempestivo ai decisori pubblici ed ai magistrati diventano essenziali.

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