martedì, 19 Marzo, 2024
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Giuseppe L’Abbate (sottosegretario alle Politiche Agricole): Pandemia e clima nuove sfide, siamo pronti ad affrontare i problemi con Fondi Ue e assicurazioni

L’agricoltura deve recuperare produttività e sul credito ci sono nuove importanti opportunità. Abbiamo eccellenze e qualità ma il sud deve essere unito

Emergenze climatiche che si abbattono sui raccolti agricoli distrutti da tempeste di grandine e pioggia. La sfida per la imminente vendemmia con lavoratori immigratori che dovranno essere sottoposti a tamponi e distanziamento. L’impegno a sostenere le imprese con un accesso al credito garantito dallo Stato, fondi che favoriscano innovazione e sviluppo. Le polizze assicurative per le imprese che possono recuperare parte degli investimenti. Come tutte le potenzialità, le eccellenze della agricoltura italiana possono essere valorizzare con l’aumento della produttività. Sono gli argomenti dell’intervista e video intervista a La Discussione di Giuseppe L’Abbate sottosegretario all’Agricoltura, parlamentare del Movimento 5 Stelle.

Onorevole L’Abbate lei ha la delega di sottosegretario per le Politiche Agricole settore strategico per l’economia dell’Italia, oggi alle prese con diverse emergenze. Ad iniziare da quelle climatiche con la distruzione dei campi e dei raccolti. Ci sono poi i rischi connessi alla Pandemia con il fermo dei lavoratori stagionali e quindi con le raccolte nei campi in grave ritardo. Cosa fa il Ministero della Politiche Agricole per cercare di dare un sostegno ai produttori?
“La pandemia ha evidenziato i problemi strutturali della nostra agricoltura. Oggi siano di fronte a un crescente impegno nel risolvere problemi che devono essere affrontati in modo risoluto, abbiamo più possibilità, ad esempio utilizzando i fondi cospicui dell’Unione Europea del Recovery Found. Il tempo stringe, abbiamo in questi giorni il problema della vendemmia, e contestualmente la riesplosione di alcuni focolai in Italia e in altri paesi dell’Unione. Focolai che mettono in difficoltà la possibilità di spostarsi da parte di lavoratori che ogni anno raggiungono i nostri campi, mi riferisco ai lavoratori comunitari. Ho proposto ai colleghi del Governo misure come la “quarantena attiva” così in molte zone di Italia i nostri produttori hanno già messo a disposizione i locali per poter ospitare questi i lavoratori.
Ci sono tamponi, più distanziamento, in tutti i casi il doppio tampone, e locali adeguati, il tutto per consentire sicurezza e lavoro”.

Le Associazioni di categoria, come Confagricoltura, Coldiretti, Uci, sono preoccupate per i cambiamenti climatici, per i danni che ne conseguono per le imprese. C’è un modo per intervenire?
“È un grande problema, nelle ultime ore abbiamo assistito al disastro in Veneto. Una sfida che va affrontato con politiche mirate, l’Unione Europea ha in campo iniziative importanti sulla tutela dell’ambiente come il “Green deal” ma poi tocca a noi intervenire con aiuti adeguati, ad esempio, attivare delle polizze assicurative, purtroppo la tendenza è che il maggior numero di polizze sottoscritte sono in nord Italia, via via che si scende c’è un distacco e il non utilizzare questi strumenti di gestione del rischio. Questo è un limite, dobbiamo far capire ai nostri produttori del centro sud che devono assicurarsi, nel contempo creare aggregazione, più forza e più assicurazioni in modo tale d tutelare produzione e imprese. Nel caso di disastro climatico avere la garanzia dei rimborsi, tra l’altro il 65% del premio assicurativo viene rimborsato attraverso i benefici del sistema Pac, ossia della Politica agricola comune, è un grande vantaggio. Si tratta di in aiuto importante che va utilizzato”

Lei è di Polignano a Mare, una bella cittadina marinara della Puglia. Il Centro Sud è più refrattario alle riforme anche in campo agricolo. Perché?
“Il Sud vive l’eterno problema dell’individualismo da parte dei produttori. Le Regioni devono essere più efficienti nella gestione del Psr (Piano di sviluppo rurale), la mia regione la Puglia è nel disastro del Psr, questo ritardo non consente alle nostre imprese di crescere, fare investimenti di poter essere efficienti. Per sopperire a questo problema e soprattutto per risolvere l’accesso al credito delle imprese agricole abbiamo modificato una norma che ho fortemente voluto all’interno del “Cura Italia”. La norma consente alle imprese agricole di poter accedere in maniera diretta ai fondi di garanzia per le piccole e medie imprese. Questo significa che oggi una impresa agricola può recarsi in banca e avere una garanzia pubblica dello Stato e quindi ricevere credito per poter effettuare investimenti. È una grande rivoluzione che abbiamo introdotto. Fino ad oggi le imprese potevano accedere solo al fondi di garanzia con i Cofidi, oggi ridotto al minimo e quindi per lo più non riuscivano ad attivare il credito. Con questa riforma tutto cambia in favore delle imprese, in più abbiamo approvato al Senato una riforma per esentate dal ‘de minimis’ l’uso della garanzia, questo spalancherà definitivamente le porte del credito alle imprese agricole e consentirà agli imprenditori di fare investimenti a lunga durata con mutui anche ventennali”.

La nostra agricoltura ha potenzialità enormi per qualità, rispetto dell’ambiente, e per il numero di giovani imprese. Lei che auspici fa al mondo agricolo italiano?
“Noi abbiamo enormi potenzialità ma questo Paese può crescere solo se torniamo alla produttività. In Italia la produttività si è fermata agli anni 80 per politiche economiche sbagliate, dobbiamo tornare a quel valore aggiunto della produttività e mettere tutte le imprese nella possibilità di fare investimenti, produrre di più. Abbiamo questa grande risorsa che va sfruttata meglio per dare più opportunità alle imprese e chi lavora. Noi stiamo intervenendo e sarà una sfida a fare meglio e di più. Sono convinto che con pazienza e impegno ci riusciremo”.

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