venerdì, 19 Aprile, 2024
Società

Crisi coniugali tra 80enni

Scappatelle e tradimenti, i flirt sui social e le relazione platoniche su smartphone, oppure le aggravanti “circostanze lesive”, della sensibilità e dignità coniugale, del tipo: avere una relazione con una cognata. O coprire di attenzioni una bambola di gomma, all’insaputa della consorte. Ecco alcuni esempi del vastissimo mondo del come nascono le crisi coniugali, con separazioni e divorzi, con lo strascico di liti, dispute legali, sentenze, ansie, crisi di nervi, violenze e, sempre più spesso, alla fine del gioco c’è il vicolo cieco della povertà. Entrare nel mondo delle crisi coniugali significa avventurarsi in una vertiginosa bufera che manda all’aria tutto e tutti con cifre da choc.

Eccone alcune: i famosi “single” di ritorno negli ultimi 25 anni sono aumentati del 345%, ma c’è un fatto ancora più sorprendente: gli addii tra moglie e marito tra gli over 80. Divorzi che hanno registrato un incremento del 1.003,6%. Più che le giovani coppie in Italia si lasciano quelle di anziani. Se i divorziati nel 1991 erano 375.569 nel 2018 sono lievitati superando quota 1,6 milioni e una fetta importante di crisi si verifica a tarda età.

I dati sono contenuti nelle tabelle Istat sulla popolazione residente per stato civile, aggiornati al 2018, ed elaborati dalla agenzia Adnkronos. Di certo la cosa più singolare è questo lasciarsi dopo gli 80 anni, età limite per molte cose, eppure per una buona fetta di uomini e donne sembra ancora possibile guardare con fiducia giovanile al futuro e alle relazioni affettive.

Le crisi coniugali, ad indagare meglio i dati, arrivano già tra i 65 e i 79 anni, soglia che registra un incremento del 722,1%, mentre gli over 80 sono pronti addirittura a sfasciare matrimoni con un salto del mille per cento. Studi sui “divorzi grigi”’ non ci sono, ma nella ampia raccolta di motivazioni alcune scontate, altre meno, c’è da una parte l’uomo che sopra gli 80 si scopre ancora Peter Pan tanto da lanciarsi in nuove avventure galanti, mentre la frase più sentita dalle donne che decidono di rompere con il marito 80enne è: “ora devo pensare a me stessa”.

Le crisi arrivano però anche tra i giovani. Capitolo significativo della fine di un matrimonio, secondo l’indagine è l’entrata prepotente nella scena dei conflitti di coppia dei social media e delle applicazioni degli smartphone. “Le chat e i social network”, si spiega nel rapporto, “hanno dato sicuramente un impulso enorme ai tradimenti, mai come negli ultimi 5 anni”. A parlare è un autorità del settore, l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente e fondatore dell’associazione Familylegal che sottolinea come “il dating online ha oramai superato il vecchio approccio vis à vis per lasciare spazio al flirting tramite smartphone. L’uso di queste app è aumentato vertiginosamente: stando ai dati raccolti da Familylegal, nella sola Milano il 45% dei matrimoni salta per i tradimenti scoperti da uno dei due partner e consumati su Instagram, Whatsapp, Tinder, Grinder, Badoo o Happn”.

Scrivere frasi galanti, gettarsi con foga nella scrittura di sms, instaurare una complicità con un nuovo partner anche se virtuale può costare caro.
Con le nuove tecnologie, l’approccio al tema del tradimento si è evoluto ed è cambiato negli anni. Dapprima il tradimento era legato ad una relazione fisica e sessuale, oggi basterebbe un flirt, anche platonico, per avere una sentenza avversa. L’interpretazione del dovere di fedeltà “ha subito con il tempo una notevole evoluzione.

La fedeltà, infatti”, osserva Puglisi, “legata inizialmente a un aspetto prettamente sessuale e fisico e intesa come mera astensione da rapporti extraconiugali è andata con gli anni avvicinandosi a un concetto di fiducia, solidarietà e di rispetto della dignità dell’altro. Per questi motivi, secondo la Cassazione gli adulteri cosiddetti platonici o virtuali hanno un peso nella determinazione dell’addebito non solo quando si arrivi al tradimento consumato, ma anche quando, in considerazione degli aspetti esteriori con cui è coltivata e dell’ambiente in cui i coniugi vivono, dia luogo a plausibili sospetti di infedeltà e comporti offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge.

Questo significa”, prosegue Lorenzo Puglisi, “che il solo flirtaggio telematico può già di per sé portare a responsabilità sotto il profilo dell’addebito”. Infine una recente novità che segnerà ancora una nuova svolta nel capitolo crisi coniugali. Nei mesi scorsi a Torino è stato inaugurata la prima casa di appuntamenti con ‘sex dolls’, bambole realizzate in materiale termoplastico. Bambole che hanno sembianze umane fin nei minimi dettagli. Ma andare a letto o ricoprire di affetto e regali una ‘sex dolls ’ può far crollare per tradimento un matrimonio e subire una condanna giudiziaria?

“La questione”, osserva il Presidente e fondatore dell’associazione Familylegal, “lascia certamente spazio alla riflessione. Non tanto sulla possibile equiparazione di una bambola a un essere vivente, che esclude a priori che si possa parlare di infedeltà, quanto piuttosto sulla rilevanza di comportamenti che possano essere considerati incompatibili con i doveri nascenti dal matrimonio in quanto lesivi”, conclude l’avvocato Puglisi, “dei concetti di lealtà e fiducia, nello spirito di reciproca solidarietà e assistenza morale e materiale che caratterizza l’attuale concezione di famiglia”.

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