venerdì, 26 Aprile, 2024
Sotto una buona stella

La ricostruzione… semplificata

Domenica 5 luglio ore 14,00, sembra che l’Italia intera e diverse decine di autobus di turisti stranieri abbiano deciso di raggiungere i 1.400 metri della piana di Castelluccio di Norcia. La strada che porta alla piana è stata riaperta, dopo quasi 4 anni di lavori, lo scorso 27 giugno e resta solo un tratto in cui il transito è regolato da semafori a senso unico alternato. Quei semafori saranno la disperazione di molti, che decideranno di rinunciare all’impresa e tornare indietro, e il nostro purgatorio di due ore per arrivare alla piana.

Lo spettacolo che si apre di fronte a noi, arrivati alla piana, è la fioritura più bella degli ultimi decenni e ci ripaga e incanta talmente per le successive ore, da farci dimenticare completamente i disagi delle code e da indurci a non badare alle migliaia di persone presenti intorno a noi. Fortunatamente la piana ha spazio per accogliere tutti e dare l’illusione di essere immersi da soli in un mare di fiori multicolori; anche qui il lockdown sembra aver dato alla natura il tempo di risvegliarsi e riprendere il sopravvento sulle tracce della presenza umana.

Appena però, ci prende il desiderio di salire fino al paese di Castelluccio, ci rendiamo conto che il sogno della piana fiorita, opera della natura, è l’antitesi della cittadina, opera dell’uomo ancora in abbandono e con le macerie ancora  in rimozione dal lontano 24 agosto 2016. 

Castelluccio nonostante la sua piana sia invasa da decine di migliaia di turisti in questo primo sprazzo di estate, è uno dei comuni del primo cratere, quelli che sono stati più colpiti e lasciati più in abbandono sui tempi di una ricostruzione che, di fatto, qui non sembra mai partita. 

Castelluccio infatti, rientra tra i comuni perimetrati su cui non si è chiarito ancora che tipo di ricostruzione immaginare e consentire; piccolo borgo medievale ha una struttura tipica che ovviamente non rispetta le attuali norme urbanistiche senza perciò incidere sulla sicurezza. Il terremoto con la sua furia distruttiva ha scatenato anche furie elucubrative: ricostruire quello che è andato distrutto così come era, ripristinando il borgo nella sua struttura medievale, o rifarsi alle norme vigenti e procedere ad una modifica dell’impianto urbanistico, valutando anche l’ampliamento dello spazio perimetrale del paese? 

In mezzo a tali quesiti sono trascorsi anni e circa 50.000 abitanti dei comuni colpiti restano ancora fuori dalle loro case. 

Lo scorso febbraio, poco prima delle zone rosse e del lockdown, è stato nominato il nuovo commissario straordinario, l’avv. Giovanni Legnini, sue sono circa 20 nuove ordinanze (104 in tutto dai giorni del terremoto) che tentano di fare ordine nel marasma di burocrazia che ha reso una corsa ad ostacoli la ricostruzione. 

In particolare l’ordinanza 100 semplificazione, dello scorso maggio e quasi antesignana del DL semplificazione dello scorso 6 luglio, accorcia notevolmente i tempi di istruttoria per la concessione dei contributi economici per la ricostruzione portandoli a 70 giorni per i casi più semplici e a 130 per quelli più complessi, ridefinisce in modo puntuale i ruoli di professionisti comuni, conferenze di servizio e uffici speciali, prevedendo anche in caso di inadempimento, poteri straordinari per il Commissario.

Questa semplificazione porterà ai risultati sperati? I prossimi mesi ce lo mostreranno ma per Castelluccio di Norcia il percorso per il ritorno alla normalità è ancora lungo; il primo incontro di carattere conoscitivo tra il progettista redattore del piano attuativo per la frazione e i tecnici e i professionisti incaricati dai privati per la ricostruzione è avvenuto lo scorso dicembre, dopo, la pandemia ha inferto l’ennesimo stop alla vita di Castelluccio e dei suoi abitanti. 

Non dimenticherò mai l’incanto della fioritura della piana  di quest’anno ma spero che la prossima porti con se anche i semi di un paese che sta rinascendo.

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