giovedì, 18 Aprile, 2024
Politica

Decreto Rilancio. Sanatoria, dallo sfruttamento dei caporali a quello di Stato?

Decreto aprile, maggio, giugno, decreto Rilancio, decreto Naftalina. Anzi, possiamo definirlo “Decreto ri-Lancio palla al centro” (maxi-manovra da 55 miliardi). Come dire, alla fine il compromesso è stato raggiunto. Oggi il Cdm lo vara.

Gli artefici del lavoro adesso gongolano: la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova di Italia Viva (che sulla sanatoria ha fatto una questione di vita o di morte), la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese (tecnico), il ministro per il Mezzogiorno Giuseppe Provenzano (Pd) e del lavoro Nunzia Catalfo (Movimento 5 stelle).
Grillini e dem hanno trovato, quindi, la quadra (c’era da aspettarselo, le poltrone sono più forti delle idee), ma questo resta il governo di re-Tentenna.

Capiamo le difficoltà tecniche di varare manovre che gestiscano la ripartenza, la complessità delle categorie produttive da soddisfare, ma alla base c’è stata e resta, anche per il futuro, una difficoltà culturale che sta minando progressivamente e inesorabilmente la compattezza della maggioranza giallorossa. Al di là degli accordi in extremis.

È la distanza ideologica tra dem e pentastellati, che viene da lontano, affonda nelle rispettive radici politiche e si sta manifestando con sempre maggiore virulenza, in queste settimane, anche per ragioni di bandierina elettorale.
La premessa è che non si può governare la Fase-2, il riavvio delle attività economiche, con la mentalità con cui si è gestita la Fase-1. I Dpcm sono strumenti agevoli, possono essere usati per l’emergenza, ma alla lunga sono pericolosi, rischiano di essere non solo anticostituzionali, ma superficiali, approssimativi e sommari.
Troppe materie insieme e troppe ricette eterogenee. Su tutto, il dossier migranti, contenuto nel Decreto che, come noto, ha fatto tremare Conte.

Le sanatorie, ad esempio, non sono appalto o prerogativa di nessuno, in passato le hanno praticate sia esecutivi di destra, sia di sinistra.

E proprio sulla sanatoria c’è stato il casus-belli (una delle ragioni del ritardo del Decreto): i grillini non sembravano digerire lo schema della ministra degli Interni Lamorgese. Preoccupazioni legate ai sondaggi? Sindrome-Salvini? Sta di fatto che la soluzione che piaceva tanto al Pd aveva incontrato grosse resistenze. Tanto da preoccupare non poco il premier, che sta già iniziando a pagare, con la discesa dei consensi, questo momento di eterna prudenza e democristiana interlocuzione.

Alla fine però, cosa ha sbloccato il tutto? L’apertura a colf e badanti e maggiori rassicurazioni sui dettagli del provvedimento: esclusi i datori di lavoro condannati per caporalato e i reati di sfruttamento della prostituzione e immigrazione clandestina.

La soluzione prevede, come già si poteva desumere dalla bozza, due binari per le regolarizzazioni di italiani e stranieri, inclusa la possibilità di sanare in nero pagando un forfait di 400 euro e godendo di uno scudo penale.

E poi, disco verde sulle coperture dell’intero pacchetto. «Nessun problema di soldi», hanno assicurato dal ministero dell’Economia: arriveranno 10 miliardi per la Cig, 4 miliardi per il taglio dell’Irap e 6 miliardi per le Pmi, 2 miliardi per l’adeguamento di negozi e attività produttive alle norme anti Covid, 2 miliardi per misure fiscali, 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, 5 per sanità e sicurezza. Una maxi manovra, come detto, da 55 miliardi che ha costretto il governo a chiedere lo scostamento di bilancio e che è arrivata ormai a quasi due mesi di gestazione.

Ovviamente, tornando alla sanatoria-migranti, i dem enfatizzano la lotta al caporalato(“regolarizzare lavoratori immigrati spunta le armi alla criminalità, contrasta il lavoro nero e protegge la loro e la nostra salute”); e in zona-Cesarini il capo M5s Crimi, come abbiamo visto, si è tranquillizzato sul rischio che a farla franca potrebbero essere gli sfruttatori.

Ma proprio questo è il problema: limitati i caporali, cosa impedirà un nuovo sfruttamento? Il tema sono le regole e la concezione della Repubblica. Che idea di cittadinanza dobbiamo avere? Una domanda strettamente connessa con l’immigrazione regolare, quella irregolare e le modalità per farle emergere e stabilizzarle nel mondo produttivo e nella società.

La posizione storica della sinistra e della destra sono incompatibili. Lega e Fdi, preferiscono far lavorare i migranti regolari, i beneficiati del reddito di cittadinanza, i quali accedendo ai soldi, avevano e hanno come presupposto, il reinserimento nel mondo del lavoro, non la legittimazione a poltrire sui divani. Sarebbe elemosina di Stato. Un modo comunque diffuso e presente nel pensiero assistenzialista della tradizione socialista e non solo.

La sinistra, dal canto suo, ha in mente una società multiculturale e accogliente, che al posto dei figli italiani che non si fanno più e dei lavori che gli italiani non fanno più, pensa a una mega etno-sostituzione con altri popoli provenienti dai paesi poveri del pianeta. Sanatorie per anonimi irregolari, che non risolvono, va ricordato, il tema dello sfruttamento e della criminalità. Posto, che la preferenza andrebbe data ai disoccupati italiani, ai migranti già regolarizzati, la materia ha bisogno di nuove leggi più efficaci per chi delinque e nuove leggi più efficaci per lavorare, a partire dai diritti del lavoro e dei lavoratori, che non devono essere compressi. Nessuno escluso.

Al posto dell’antico sfruttamento dei caporali, si può sfruttare pure con lo Stato o chi per lui, con stipendi da fame, voucher, senza articolo 18, senza garanzie, tutele vere e prospettive. E allora non avremmo risolto nulla.  Anzi, avremmo un’altra schiavitù, nel segno dell’umanità e del buonismo.

Ecco, il decreto Rilancio la palla al centro è andato. Tocca vedere chi raccoglierà la palla. (Lo_Speciale)

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Ecobonus, De Lise: “Big four” pronte ad aggredire mercato

Gianmarco Catone

Garante Privacy “No al caporalato digitale”

Angelica Bianco

Un dolore che non diventa mai ricordo

Cristina Calzecchi Onesti

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.