sabato, 18 Gennaio, 2025
Economia

Inflazione in crescita nell’Eurozona. L’Italia tra i Paesi più stabili

Registrato uno dei tassi più bassi, ma la crescita economica resta fragile, anche a causa delle tensioni commerciali globali

A dicembre 2024, l’inflazione nell’Eurozona è salita al 2,4%, rispetto al 2,2% registrato a novembre, come confermato da Eurostat. Questo dato rappresenta l’aumento generale dei prezzi di beni e servizi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Nel resto dell’Unione Europea (UE), l’inflazione è cresciuta leggermente di più, passando dal 2,5% al 2,7%. Questi valori indicano che il costo della vita sta salendo in gran parte dei Paesi membri, seppur con differenze significative da Stato a Stato.

Italia tra i Paesi con l’inflazione più bassa

L’Italia si distingue tra i Paesi con il tasso di inflazione più basso, registrando un incremento dell’1,4%, secondo solo all’Irlanda, dove il dato si ferma all’1%. Altri Paesi con tassi contenuti sono Lussemburgo, Finlandia e Svezia, che hanno tutti un’inflazione pari all’1,6%. Invece, i tassi più elevati si riscontrano in Romania, con un aumento del 5,5%, seguita dall’Ungheria al 4,8% e dalla Croazia al 4,5%. Questi valori riflettono dinamiche economiche diverse: i Paesi con inflazione più alta tendono a subire un rapido aumento dei costi dei beni essenziali, mentre quelli con tassi più bassi riescono a mantenere una maggiore stabilità nei prezzi.

I servizi e gli alimentari

A livello settoriale, sono i servizi a contribuire maggiormente alla crescita dei prezzi nell’Eurozona, con un impatto di 1,78 punti percentuali sull’aumento complessivo. I servizi includono trasporti, spese per la salute, ristorazione, e altri ambiti che non riguardano beni materiali. Seguono gli alimentari, alcolici e tabacco, che pesano per 0,51 punti percentuali, i beni industriali non energetici (come abbigliamento, mobili e apparecchi elettronici) con 0,13 punti e, infine, l’energia, con un impatto minimo di 0,01 punti percentuali. Questo ultimo dato riflette un periodo di relativa stabilità nel settore energetico, che in precedenza aveva avuto un ruolo chiave nell’aumento dell’inflazione.

La Banca Centrale Europea

La Banca Centrale Europea (BCE) ha l’obiettivo di mantenere l’inflazione intorno al 2%, considerato un valore ideale per la stabilità economica. Per raggiungere questo obiettivo, la BCE ha già ridotto i tassi d’interesse – ossia il costo dei prestiti bancari – quattro volte nel corso del 2024 e prevede ulteriori tagli nel 2025. Questo tipo di politica monetaria mira a favorire investimenti e consumi, ma la sua efficacia dipenderà anche dall’andamento dell’economia globale. Secondo le proiezioni della BCE, l’inflazione dovrebbe scendere nei prossimi mesi, con l’obiettivo di stabilizzarsi al 2% entro la seconda metà del 2025.

Il Fondo Monetario Internazionale

Nonostante il controllo dell’inflazione, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha recentemente rivisto al ribasso le stime di crescita economica per l’Italia. Per il 2025, il PIL italiano è ora previsto in aumento dello 0,7%, leggermente inferiore rispetto allo 0,8% stimato in precedenza. Per il 2026, invece, le prospettive sono migliori, con una crescita dello 0,9%, rivista al rialzo rispetto alle proiezioni precedenti. Questi numeri riflettono un contesto economico complesso, in cui la crescita rimane lenta e influenzata da fattori globali come l’andamento del commercio internazionale e l’instabilità dei mercati.

Impatto dei dazi USA sulle aziende

Un ulteriore elemento di incertezza per l’economia italiana è rappresentato dai dazi imposti dagli Stati Uniti su alcuni prodotti europei. Secondo un’analisi della Banca d’Italia, queste tariffe stanno avendo un impatto significativo sulle esportazioni italiane, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), che rappresentano il cuore del tessuto economico nazionale. Gli Stati Uniti sono uno dei principali mercati di destinazione per i prodotti italiani, e un aumento dei costi legato ai dazi rischia di compromettere la competitività delle aziende del Made in Italy.

Inflazione di fondo

Un indicatore importante per analizzare la dinamica dei prezzi è l’inflazione di fondo, che esclude elementi volatili come energia e cibo per dare un quadro più stabile della tendenza economica. A dicembre, l’inflazione di fondo nell’Eurozona è rimasta stabile al 2,7%. Nel frattempo, l’inflazione nei servizi – già alta – è aumentata ulteriormente, raggiungendo il 4%. Intanto, secondo un sondaggio della BCE, i consumatori prevedono che l’inflazione rimanga elevata anche nei prossimi anni, con aspettative che salgono al 2,4% per il 2027.

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