giovedì, 19 Dicembre, 2024
Esteri

Venezuela: emesso mandato di arresto per Edmundo González, ex candidato presidenziale dell’opposizione

Un giudice venezuelano ha emesso, lunedì, un mandato di arresto per l’ex candidato presidenziale dell’opposizione, Edmundo González, nell’ambito di un’indagine penale sui risultati delle elezioni di luglio, accusandolo di cospirazione, falsificazione di documenti e usurpazione di poteri. Questa è l’ultima stretta contro l’opposizione, dopo che i funzionari elettorali hanno dichiarato Nicolás Maduro vincitore delle elezioni. I procuratori si sono concentrati sui fogli di conteggio, noti come actas, considerati prova definitiva dei risultati elettorali in Venezuela. Le autorità elettorali hanno dichiarato la vittoria di Maduro poche ore dopo la chiusura dei seggi, senza pubblicare i risultati suddivisi per macchina.

Presunta mancanza di giusto processo

Il Consiglio elettorale ha affermato di non poter pubblicare le informazioni dettagliate perché il sito web era stato hackerato. L’opposizione ha ottenuto i fogli dall’80% delle macchinette, pubblicandoli online ed affermando che mostrerebbero la sconfitta di Maduro. Con la crescente pressione internazionale per pubblicare i risultati dettagliati, l’attuale presidente ha chiesto all’Alta corte di verificare il processo elettorale. Il Tribunale supremo di giustizia, fedele a Maduro, ha concluso il 22 agosto che i conteggi pubblicati dall’opposizione erano falsi. González, convocato presso l’ufficio del procuratore, ha messo in evidenza una presunta mancanza di giusto processo, accusando il procuratore generale, Tarek William Saab, alleato di Maduro, e respingendo la convocazione all’interrogatorio sostenendo che non specificava le condizioni in base alle quali avrebbe dovuto comparire. “Maduro ha perso contatto con la realtà – ha scritto la leader dell’opposizione María Corina Machado su X – Il mandato di arresto per minacciare il presidente eletto, Edmundo González, rafforza la determinazione del nostro movimento. I venezuelani e le democrazie di tutto il mondo sono più uniti che mai nella nostra ricerca della libertà”.

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