domenica, 7 Luglio, 2024
Esteri

Orban va da Putin. Xi: “La Cina fa sforzi attivi per la pace”

Centinaia di migliaia di ucraini si iscrivono ai dottorati per posticipare la leva

Dopo aver incontrato il Presidente ucraino Zelensky, il premier ungherese, Viktor Orban oggi è a Mosca per incontrare il Presidente Putin. Una delegazione da Budapest sarebbe già in Russia, ma fonti del governo ungherese non hanno né confermato né smentito. Orban potrebbe, effettivamente, svolgere un ruolo di mediazione anche perché l’Ungheria ha appena assunto la presidenza di turno dell’Unione Europea e quindi si presenta in una veste ancora più rafforzata. Oltre a Orban c’è anche qualche speranza di pace riposta nell’elezione di Donald Trump a prossimo Presidente degli Stati Uniti. Putin, infatti, ha dichiarato che prende “molto” sul serio le ripetute affermazioni del candidato repubblicano secondo cui, se rieletto, porrà rapidamente fine al conflitto armato tra Kiev e Mosca. “Il signor Trump, come candidato alla presidenza, dice di essere pronto e disposto a fermare la guerra in Ucraina. Stiamo prendendo tutto questo molto seriamente”, ha dichiarato il Presidente russo in una conferenza stampa ad Astana. “Non sono a conoscenza, ovviamente delle sue possibili proposte su come intende fare, e questo è un punto fondamentale. Ma non ho dubbi che lo dica sinceramente, e noi lo sosterremo”.

Putin: ripartiamo da accordi di Istanbul

Putin ha anche spiegato quali sono, ora, le condizioni russe per avviare un tavolo di pace. “Dobbiamo assicurarci che la parte avversa accetti di compiere passi che siano irreversibili e accettabili per la Federazione Russa”, ha detto, e tra questi ci deve essere “la smilitarizzazione”. “Un cessate il fuoco senza raggiungere questo accordo è impossibile”. Secondo il presidente russo Kiev “non può controllare tutte le sue formazioni armate perché ci sono presumibilmente alcune che non obbediscono alle autorità centrali”. Per il capo del Cremlino, Mosca “non può semplicemente dichiarare un cessate il fuoco nella speranza che l’altra parte faccia qualche passo positivo. Non possiamo permettere che il nemico usi questo cessate il fuoco per migliorare la sua situazione, per armarsi, per completare il suo esercito con l’aiuto della mobilitazione forzata e per essere pronto a continuare il conflitto armato”.

Il Presidente russo ha anche aggiunto che gli “accordi di Istanbul” potrebbero costituire la base di un nuovo accordo di pace tra Russia e Ucraina. “Questi accordi sono stati siglati dal capo della delegazione negoziale ucraina, il che significa che, a quanto pare, erano abbastanza soddisfacenti per l’Ucraina, questi accordi – gli accordi di Istanbul – rimangono sul tavolo e potrebbero costituire la base per la continuazione di questi negoziati”.

Xi Jinping: promuoviamo negoziati

Nel loro incontro ad Astana, il Presidente cinese Xi Jinping ha detto a quello russo Vladimir Putin che Pechino intende “continuare gli sforzi attivi per promuovere una soluzione pacifica della crisi ucraina”. “La Cina è sempre stata dalla parte giusta della Storia, insistendo per lo stabilimento della pace e la promozione dei negoziati” ha affermato Xi, aggiungendo che Pechino intende lavorare anche alla soluzione di “altri pressanti problemi regionali”.

Chasiv Yar “paesaggio lunare”

Intanto continuano bombardamenti, uccisioni e distruzioni. Le forze ucraine si sono ritirate dal distretto di Kanal, nella città di Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, ha dichiarato il portavoce militare Nazar Voloshyn: “Le posizioni dei difensori ucraini sono state distrutte e il mantenimento del personale in loco rappresentava una minaccia per la vita dei nostri soldati”, ha affermato. Secondo Voloshyn, le unità delle Forze Armate dell’Ucraina si sono ritirate verso posizioni più preparate e protette. “Il nemico non ha lasciato un solo edificio intatto; dopo i bombardamenti e i bombardamenti di artiglieria, sembra un “paesaggio lunare”.

Gli aiuti militari tardano

In Ucraina continuano a scarseggiare anche i soldati nonostante la nuova legge sul reclutamento, mentre Polonia e Slovacchia hanno confermato che non è possibile inviare truppe di terra a Kiev perché significherebbe considerare l’Ucraina già entrata nella Nato. Il Paese, tra l’altro, continua a vedere crescere le domande di dottorando perché, se accolte, permettono di posticipare il servizio militare. Prima della guerra le richieste ai corsi di dottorato erano mediamente 6-7.000 l’anno e ora sono oltre 300.000. Dunque la controffensiva che si ipotizzava per l’estate non ci sarà perchè il Presidente Zelensky ha ammesso che gli aiuti militari promessi dagli Stati Uniti stanno impiegando troppo tempo per arrivare in prima linea: “Abbiamo 14 brigate sotto equipaggiate che non hanno armi adeguate. I pacchetti di aiuti arriveranno, ma purtroppo stanno arrivando lentamente. Questa è la più grande tragedia di questa guerra, che tra la decisione e i fatti reali, abbiamo un’attesa davvero lunga, lunga, lunga”.

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