domenica, 22 Dicembre, 2024
Esteri

Netanyahu sotto assedio. Usa: se attacca Hezbollah non aiuteremo Israele

Crosetto: Tel Aviv ci ascolti. Save the Children: a Gaza oltre 20mila bimbi dispersi

Ora è il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ad essere assediato da più parti: le piazze delle città sono continuamente attraversate da manifestati che chiedono le sue dimissioni. Il Forum delle famiglie degli ostaggi “condanna fermamente le sue dichiarazioni” di non voler raggiungere un accordo con Hamas. Ma anche Hamas continua ripetere che è il governo israeliano che non vuole l’accordo sul piano proposto dal Presidente degli Stati Uniti. Netanyahu si è spinto a dire che la fase “intensa” del conflitto tra esercito israeliano e Hamas a Rafah,” sta per finire” anche se, ha precisato, “non significa che la guerra stia per finire.” Secondo fonti giornalistiche avrebbe anche chiesto che i suoi figli e la moglie possano godere per tutta la vita della protezione dello Stato. Intanto in american hanno preferito parlare con il ministro della Difesa, Yoav Gallant, volato a Washington per cercare di sbloccare l’invio delle armi e delle munizioni rallentato dall’amministrazione Biden e anche cercare di fermare l’escalation e gli intensi combattimenti transfrontalieri con Hezbollah libanese. Ma gli Stati Uniti, secondo quanto ha detto il capo degli stati maggiori riuniti, Charles Brown, non saranno in grado di aiutare Israele nel caso scoppiasse una guerra diretta con Hezbollah. Anche perché in quel caso si presume un coinvolgimento più diretto dell’Iran. Un’offensiva militare di qualsiasi tipo israeliana in Libano, spiegano da Washington, rischia di scatenare una guerra su più vasta scala, e di mettere le forze americane in pericolo. La sicurezza delle forze Usa è la priorità del Pentagono.

Forum famiglie: ostaggi abbandonati

Bordate contro Netanyahu anche dall’opposizione: il leader Yair Lapid ha attaccato il primo ministro affermando che rappresenta una minaccia per la sicurezza di Israele e non è qualificato per essere primo ministro. In un discorso pubblico, Lapid ha affermato che il comportamento di Netanyahu ha portato a quello che ha definito il “disastro del 7 ottobre”, aggiungendo che la sua gestione della guerra “è stata un fallimento”. Mentre il Forum delle famiglie scrive: “Condanniamo fermamente la dichiarazione del primo ministro in cui si è ritirato dalla proposta israeliana. Ciò significa che abbandona 120 ostaggi e danneggia il dovere morale dello Stato di Israele nei confronti dei suoi cittadini”.

Crosetto: Netanyahu ci ascolti

Un appello a Netanyahu anche dall’Italia. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, parlando della crisi in Medio Oriente, ha dichiarato: “Stiamo cooperando con tutti i Paesi arabi per mandare aiuti. Io auspico che Netanyahu capisca quello che la comunità internazionale sta cercando di dire a Israele, per il bene stesso di Israele. Perché io penso che gli Stati Uniti e l’Italia quando parlano di Netanyahu e gli chiedono di fermarsi, lo facciano pensando al bene futuro di Israele, e spero che lo capisca anche lui”. 4

Medici uccisi e bambini dispersi

Intanto da una parte e dell’altra si continua a morire: è di almeno 9 morti, fra cui 2 operatori sanitari, il bilancio di attacchi aerei israeliani che hanno colpito Gaza City ieri. Il ministero della Sanità di Gaza ha comunicato che l’attacco alla clinica Daraj di Gaza City ha ucciso Hani al-Jaafrawi, direttore del dipartimento di ambulanze e pronto soccorso del ministero; e i primi soccorritori della Difesa civile palestinese hanno riferito che anche un altro operatore sanitario, Mohammed Salah, è rimasto ucciso. Sono oltre 500 gli operatori sanitari uccisi nei bombardamenti israeliani sulla Striscia dall’inizio della guerra, mentre più di 300 altri sono stati arrestati. E per la prima volta dall’avvio della guerra, ad un gruppo di bambini di Gaza, con seri problemi di salute, è stato consentito di uscire dalla Striscia attraverso il valico israeliano di Kerem Shalom perché possano essere curati all’estero. L’iniziativa è stata coordinata dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Si stima che almeno 21mila bambine e bambini siano dispersi nel caos della guerra a Gaza e circa 4mila siano rimasti uccisi sotto le macerie. Save the Children, inoltre, ritiene che gli ultimi sfollamenti abbiano notevolmente aumentato i casi di separazioni tra genitori e figli minori: “Ogni giorno troviamo bambini soli ed è sempre più difficile aiutarli. Lavoriamo con i nostri partner per identificare i minori soli e rintracciare le loro famiglie, ma non ci sono strutture sicure per nessuno di loro.”

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