giovedì, 5 Dicembre, 2024
Economia

La Bce cauta sulla riduzione dei tassi

Le politiche restrittive saranno mantenute fin quando sarà necessario, ma ci si aspetta una loro diminuzione. Questo il sunto del bollettino della Banca centrale Europea emesso nella giornata di ieri. Come si legge nella nota, la BCE è “determinata ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi”.

L’inflazione

Nell’incipit del bollettino, si evince che “sulla base di una valutazione aggiornata circa le prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria, risulta opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo aver mantenuto invariati i tassi di interesse per nove mesi. Dalla riunione del Consiglio direttivo di settembre 2023 l’inflazione è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali e le prospettive di inflazione sono notevolmente migliorate. Anche l’inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi, e le aspettative di inflazione hanno registrato una flessione su tutti gli orizzonti temporali. La politica monetaria ha mantenuto condizioni di finanziamento restrittive. Frenando la domanda e ancorando stabilmente le aspettative di inflazione, ciò ha contribuito in misura rilevante al rientro dell’inflazione”.

Restando all’inflazione, nel dossier si legge che “secondo la stima preliminare dell’Eurostat, a maggio l’inflazione sui dodici mesi è aumentata al 2,6 per cento, dal 2,4 di aprile. L’inflazione dei beni alimentari si è ridotta al 2,6 per cento. Quella relativa all’energia è salita allo 0,3 per cento, dopo aver registrato per un anno tassi sui dodici mesi negativi. Per quanto riguarda i beni, a maggio l’inflazione ha continuato a diminuire, portandosi allo 0,8 per cento, mentre per i servizi ha segnato un marcato incremento, raggiungendo il 4,1 per cento dal 3,7 di aprile”.

“Per l’inflazione – si legge nella parte generale della nota- al nett o della componente energetica e alimentare, gli esperti anticipano una media del 2,8 per cento nel 2024, del 2,2 nel 2025 e del 2,0 nel 2026. Secondo le attese la crescita economica salirebbe allo 0,9 per cento nel 2024, all’1,4 nel 2025 e all’1,6 nel 2026. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo”.

Continua, però, l’opera di sorveglianza: “Per stabilire livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

I prezzi

Tuttavia, si legge nel testo, “persistono forti pressioni interne sui prezzi per l’elevata crescita delle retribuzioni, e l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno. Le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e per quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto all’esercizio di marzo. Attualmente gli esperti collocano l’inflazione complessiva, in media, al 2,5 per cento nel 2024, al 2,2 nel 2025 e all’1,9 nel 2026”.

Crescita economica

Sul fronte economico del Vecchio Continente, secondo la Banca Centrale, “dopo cinque trimestri di stagnazione, nel corso del primo trimestre del 2024 l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,3 per cento. Il settore dei servizi è in espansione e quello manifatturiero mostra segnali di stabilizzazione su livelli contenuti. L’occupazione è aumentata dello 0,3 per cento nel primo trimestre di quest’anno, con la creazione di circa 500.000 nuovi posti di lavoro, e le indagini segnalano un proseguimento della crescita delle posizioni lavorative nel breve periodo. Ad aprile il tasso di disoccupazione ha mostrato una leggera flessione, collocandosi al 6,4 per cento, pari al livello più basso dall’introduzione dell’euro. Le imprese continuano a pubblicare molte offerte di posti vacanti, benché in numero lievemente inferiore rispetto al passato”.

Un sospiro di sollievo per le finanze europee che va oltre le aspettative: “La ripresa registrata dall’economia dell’area dell’euro agli inizi del 2024 ha superato i livelli attesi dagli esperti della BCE nelle proiezioni dello scorso marzo, grazie all’impulso fornito dall’interscambio netto e dall’aumento della spesa delle famiglie” con una crescita che è “destinata a proseguire nel breve periodo, a un ritmo superiore rispetto a quello precedentemente previsto”.

Nelle aspettative anche un aumento del “reddito disponibile reale” che “dovrebbe continuare a crescere in presenza di una robusta dinamica salariale, del graduale aumento della fiducia e del miglioramento delle ragioni di scambio, dando luogo a una ripresa trainata dai consumi nel corso del 2024”.

Sul fronte del commercio “lo slancio impresso dall’interscambio netto agli inizi dell’anno riflette in parte la volatilità seguita al calo temporaneo segnato alla fine del 2023. Ci si attende tuttavia che la domanda estera continui a crescere, sostenendo l’espansione delle esportazioni dell’area”.

Tutto ciò porterebbe a una diminuzione “del passato inasprimento della politica monetaria” con la crescita che “trarrebbe beneficio dalla tenuta del mercato del lavoro, in un contesto in cui il tasso di disoccupazione scenderebbe su livelli storicamente bassi nel prosieguo dell’orizzonte temporale di proiezione”.

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