lunedì, 18 Novembre, 2024
Politica

Schlein capolista nel Centro e nelle Isole. Prodi e Conte critici. Pd diviso sul nome della segretaria nel logo

Il fondatore dell’Ulivo: “Si chiede il voto e poi non si va a Bruxelles”

Una candidatura, quella della Segretaria del Partito democratico alle oramai imminenti elezioni europee, che era nell’aria. Ma che da ieri è divenuta ufficiale, con l’annuncio arrivato direttamente dal Nazareno, sede del Pd dove ieri si è riunita la Direzione nazionale per l’approvazione delle liste. “Sarò capolista al Centro e nelle Isole. Sono disponibile a dare una mano con spirito di servizio, mi candido a dare una spinta a questa meravigliosa squadra e a un progetto di cambiamento del Pd e del Paese grazie a una squadra plurale e competente sperando di eleggerla tutta”, le parole di Elly Schlein che però, come vedremo, hanno fatto storcere il naso a più persone, Romano Prodi e Giuseppe Conte in primis, soprattutto quando è stata chiara sul fatto che, se eletta, rinuncerà al seggio: “Io naturalmente resterò qui, da Segretaria, nel confronto quotidiano in Parlamento con Giorgia Meloni e le sue scelte scellerate per l’Italia”. Il Partito si è anche trovato diviso sulla decisione della Schlein di inserire il suo nome sul logo elettorale.

“Ferita per la democrazia”

La decisione della Schlein, come anticipato, è stata ‘bocciata’ dall’ex Presidente del Consiglio Romano Prodi che già in passato aveva ammonito la numero uno dem a evitare un passo del genere: “Ci vuole del buonsenso”, ha detto il fondatore dell’Ulivo, “perché dobbiamo dare il voto a una persona per farla vincere e, se vince, di sicuro non va in Europa? Queste sono ferite della democrazia, si scava un fosso per cui la democrazia non è piùamata. Riguarda tutti, da Meloni a Schlein. In questo modo non si può sostenere che la democrazia sia un sistema al servizio del popolo, perché in quel caso il popolo non c’entra niente: vota per uno e ci va un altro”, la sentenza del ‘Professore’. Che non si distacca molto dal pensiero del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte che ha parlato di una presa in giro ai danni dei cittadini: “Nella nostra comunità non è pensabile che tu chiedi i voti, esibisci il tuo nome sulla scheda elettorale e non sei conseguente. Non è solo una questione di Schlein, ma anche di Meloni e altri”.

“Nomi forti”

Entrando nello specifico, la Segretaria del Pd ha parlato di nomi “bellissimi e molto forti. Non so in quanti possono dirlo. Ringrazio tutte le candidate e i candidati che hanno accettato questa sfida epocale”. Nella lista Pd Centro, ci sono tra gli altri Nicola Zingaretti, Marco Tarquinio e Dario Nardella. Per la cronaca, capolista invece nella circoscrizione Nord ovest sarà Cecilia Strada in lista con, tra gli altri, Brando Benifei, Irene Tinagli, Alessandro Zan, Giorgio Gori, Emanuele Fiano; capolista nell’area Nord Est Stefano Bonaccini (tra gli altri Alessandro Zan e Alessandra Moretti); nell’area Sud Lucia Annunziata (tra gli altri Antonio Decaro, Pina Picierno, Sandro Ruotolo).

La diatriba

All’interno della Direzione generale del Pd ha preso banco, sin dalla mattinata, la volontà della Schlein di inserire il suo nome all’interno del logo elettorale come “valore aggiunto” alla sua candidatura, per allargare il consenso del Partito e comunque per ‘blindare’ la candidatura. Una presa di posizione che non è piaciuta a grande parte dei democratici, come per esempio a Susanna Camusso, Gianni Cuperlo, Debora Serracchiani, Stefano Lepri, Silvia Costa, Peppe Provenzano e Valeria Valente, mentre Laura Boldrini ha chiesto di usare prudenza su una decisione del genere “che potrebbe non essere apprezzata dagli elettori”. Come è andata a finire? La discussione sull’inserimento del nome della Schlein nel simbolo è stata aggiornata per verificare se ci siano le condizioni o meno. Ma la sensazione è che il nome, alla fine, sarà inserito. Di certo a brevissimo, dato che oggi alle 16 scade il termine per la presentazione al Viminale del simbolo, dove ieri è stato depositato quello di Fratelli d’Italia con la tradizionale fiamma tricolore, oltre al nome del Primo Ministro Giorgia Meloni. Presenti nei rispetti simboli tra gli altri, anche i nomi di Carlo Calenda per Azione ed Emma Bonino per Stati Uniti d’Europa. Candidato alle europee, anche il leader di Forza Italia Antonio Tajani, Matteo Renzi si è preso ancora qualche giorno per pensarci.

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