martedì, 30 Aprile, 2024
Politica

Von der Leyen: “La minaccia di una guerra non è impossibile. Prepariamoci”

Meloni dopo Tunisi al Consiglio Ue straordinario su Ucraina e Israele

Von der Leyen che evoca la minaccia di una guerra che lambisca l’Europa che non “è più impossibile”, e scandisce “dobbiamo essere preparati. È ora che l’Europa si svegli”. Parole dure che cadono in un Consiglio europeo straordinario che vede protagonista il premier italiano Giorgia Meloni giunta a Bruxelles ieri pomeriggio dopo un vertice a Tunisi con il Presidente Saied con la messa a punto di alcuni punti del Piano Mattei su immigrazione, e cooperazione economica e commerciale.

L’Ue tra guerre e trattative

Il Consiglio europeo straordinario è dedicato alla politica estera e alle richieste di armi di Kiev. E di certo l’appuntamento più atteso era quello previsto nella capitale de facto dell’Unione europea dove si sono riuniti i capi di governo dei 27 Stati membri dell’Ue. Tema principale, oltre alla difficile situazione in Ucraina, e non poteva essere altrimenti, la crisi in Medioriente. E sull’argomento la Presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen si è detta particolarmente preoccupata, ricordando l’attacco iraniano a Israele, senza dimenticare ovviamente l’aggressione russa all’Ucraina: “La minaccia di una guerra”, le sue parole, “può anche non essere imminente, ma non è impossibile. E proprio per questo motivo dobbiamo essere preparati. È ora che l’Europa si svegli quando si tratta di difesa e sicurezza, perché la posta in gioco è immensa”.

Per Von der Leyen bisogna fare esperienza di quanto sta accadendo (di brutto) nel mondo dal punto di vista bellico e quindi l’Ue deve lavorare unita su tre priorità fondamentali in materia di sicurezza e difesa: preparazione, investimenti e partenariati. Ha quindi ricordato che nello scorso autunno la Commissione europea ha proposto una nuova strategia di difesa con un miliardo e mezzo di euro per ricostruire le capacità di difesa dell’Europa. Una cifra considerata non consona dal Commissario europeo europeo responsabile per l’industria della difesa Thierry Breton secondo cui servono almeno 100 miliardi per l’obiettivo di cui sopra.

Presente a Bruxelles, tramite videoconferenza, il Presidente Volodymyr Zelensky il quale ha confermato la difficoltà che l’Ucraina sta vivendo in queste ultime settimane di conflitti con Mosca e per questo motivo ha chiesto all’Ue misure immediate per rafforzare la difesa aerea del Paese.

La Russia e le ingerenze anti democratiche

Prima dell’inizio del Consiglio si è intrattenuto con i giornalisti il Premier del Belgio Alexander De Croo che ha rivelato che tutti gli Stati membri dell’Ue stanno il tema delle ingerenze russe, in particolare in vista delle prossime elezioni europee e di quelle nazionali. “L’intenzione è quella di distruggere le nostre democrazie e di rafforzare la narrativa pro Russia nel nuovo Parlamento europeo”. De Croo si è detto poi assolutamente contrariato (eufemismo) per l’attacco di Teheran dello scorso fine settimana ai danni di Israele e per questo si è detto concorde con chi vuole inserire nelle liste delle sanzioni i Pasdaran dell’Iran. Oggi, a Bruxelles, di terra la seconda e ultima giornata del Consiglio europeo.

La missione in Tunisia

Capitolo italiano invece la missione del presidente del Consiglio a Tunisi.
“Sul tema della gestione della migrazione, voglio ancora una volta ringraziare le autorità tunisine e il Presidente Saied per il lavoro che cerchiamo di portare avanti insieme contro i trafficanti di esseri umani”. Parole, queste, del Premier Giorgia Meloni sùbito dopo il bilaterale di ieri (e prima della partenza per Bruxelles) avuto con il numero uno del Paese africano durante il quale sono stati firmati tre accordi: un sostegno diretto al bilancio dello Stato tunisino per l’efficienza energetica e delle energie rinnovabili che prevede 50 milioni di euro a sostegno dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili; una linea di credito a favore delle piccole e medie imprese tunisine pari a 55 milioni; un protocollo d’intesa per rafforzare la cooperazione scientifica. “E comunque altre ne verranno firmate, in temi di difesa, cultura, istruzione, perché questa cooperazione produce molti risultati”, ha tenuto a precisare Meloni anticipando la visita a Tunisi anche dei ministri Crosetto, Sangiuliano e Valditara a simboleggiare “una presenza costante del governo italiano”.

Vantaggi per tutti

Quello di ieri è stato il quarto viaggio del Primo Ministro in Tunisia, accompagnato per l’occasione dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e dal Viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli per siglare con Saied “accordi che dimostrano nuovamente quanto la collaborazione con la Tunisia sia per l’Italia assolutamente una priorità da molti punti di vista. Ed è anche un tassello del lavoro che la nostra nazione sta portando avanti con il Piano Mattei per costruire con le nazioni africane una cooperazione su base paritaria e che sia finalmente vantaggiosa per tutti”.

Meloni ha tenuto a precisare di quanto la collaborazione con la Tunisia sia per l’Italia una priorità da molti punti di vista Meloni, dopo il bilaterale con Saied, ha spiegato quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere, tra i quali c’è quello coinvolgere le organizzazioni internazionali e lavorare sui rimpatri, ma in primis lavorare soprattutto sull’immigrazione regolare, “come abbiamo fatto con il decreto flussi che consente a circa 12mila cittadini tunisini formati di poter venire legalmente in Italia”. Ha però ammesso che la stessa Italia può fare di più sul fronte di una migrazione legale, “ma è fondamentale che si lavori insieme per continuare a combattere gli schiavisti del terzo millennio, le organizzazioni della mafia che pensano di potere sfruttare legittime aspirazioni di chi vorrebbe una vita migliore per fare soldi facili. È un lavoro che con il presidente Saied condividiamo e portiamo avanti insieme, ma è un lavoro che necessita di sviluppo, investimenti e di tutto il lavoro che l’Italia porta avanti essendosi fatta promotrice a livello europeo. Noi sappiamo che la Tunisia non può diventare il Paese di arrivo dei migranti che arrivano dal resto d’Europa, su questo va sicuramente rafforzata la cooperazione”.
Nota a margine: Meloni figura tra le 100 persone più influenti del mondo nel 2024 nella lista pubblicata dalla rivista statunitense ‘Time’ nella categoria ‘leader’.

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