Al via il Fondo per l’Erasmus italiano. Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che eroga il finanziamento di 10 milioni di euro per i percorsi di mobilità nazionale degli studenti che partiranno dal prossimo anno accademico, il 2024-2025. “Sta crescendo un nuovo modello di Università. Un Erasmus italiano accanto a quello europeo significa più possibilità di studio, più duttilità e maggiore offerta di percorsi innovativi. Questo programma dà una prospettiva nuova alla mobilità degli studenti, centrata sulla valorizzazione dell’alta formazione nazionale. L’Erasmus italiano vuole infatti supportare la costruzione di percorsi didattici innovativi, che promuovano l’interdisciplinarietà e la flessibilità dell’offerta formativa, rafforzando al tempo stesso l’integrazione e la complementarità tra i nostri atenei”, dichiara il Ministro Bernini.
Investire sugli studenti
Nel dettaglio, il Fondo prevede una dotazione di 3 milioni di euro per l’anno 2024 e di 7 per il 2025. Le risorse sono destinate agli studenti iscritti a percorsi di laurea, laurea magistrale e a ciclo unico, che partecipino a programmi di mobilità sul territorio nazionale. L’importo massimo per ciascuna borsa di studio è di 1.000 euro mensili. Per accedervi gli studenti non dovranno superare la soglia ISEE di 36mila euro annui. “Contaminazione culturale, scambio e confronto di idee sono obiettivi fondamentali della formazione superiore. Questo programma, che punta a una maggiore mobilità studentesca, crea le condizioni per raggiungere questi traguardi”, spiega Bernini. Per l’erogazione dei sussidi, ciascuna università provvederà a lanciare una procedura selettiva per individuare gli studenti idonei e successivamente, sulla base delle richieste pervenute, il MUR ripartirà i finanziamenti a disposizione per tutti gli atenei. Il Fondo è destinato a programmi di mobilità sulla base di convenzioni tra università con le quali verranno stabiliti percorsi formativi per i rispettivi studenti. La durata del programma può andare dai 3 ai 6 mesi. Gli atenei nella convenzione dovranno avere cura di indicare anche il numero minimo di CFU (i crediti formativi) riconosciuti allo studente durante il periodo di mobilità, i corsi coinvolti nel programma di mobilità e il numero massimo che ciascun ateneo potrà ospitare. Il decreto è pubblicato nelle more della registrazione da parte degli Organi di controllo.