sabato, 27 Aprile, 2024
Ambiente

Ambiente, i disastri naturali hanno causato danni per 210 miliardi di euro

L'analisi del Censis: "Una cifra che equivale all'intero importo del Pnrr"

L’Italia si trova di fronte a un conto salato dovuto ai disastri naturali e ai cambiamenti climatici, che hanno inflitto al Paese danni economici per un totale di 210 miliardi di euro negli ultimi 40 anni. Questa cifra, enorme e preoccupante, equivale all’intero importo del Piano nazionale di ripresa e resilienza e a ben 10 manovre finanziarie. È quanto emerge dal Focus Censis Confcooperative ‘Disastri e climate change: conto salato per l’Italia’, che ha messo in luce il peso devastante di questi fenomeni sul tessuto economico del nostro paese. Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, sottolinea come ben 111 miliardi di questi danni siano direttamente attribuibili agli effetti dei cambiamenti climatici. Questo enfatizza l’importanza cruciale di investire nella cura del territorio non solo come una spesa, ma come un investimento strategico per la resilienza del sistema paese. Gli ultimi anni hanno visto un aumento significativo dei danni causati da eventi estremi e cambiamenti climatici. Dal 2017 al 2022, l’Italia ha dovuto affrontare una spesa di 42,8 miliardi di euro, con un costo nel 2022 che ha rappresentato quasi l’1% del PIL nazionale, pari a circa 17 miliardi di euro. Questo importo, sottolinea Gardini, è quasi equivalente a quello di una manovra finanziaria.

Impatto

L’impatto di questi eventi non si limita solo all’economia nel suo complesso, ma colpisce anche le imprese. Circa una Pmi su 4 risulta minacciata, specialmente quelle localizzate in zone a rischio di frane e alluvioni. Queste imprese hanno una probabilità di fallire del 4,8% più alta rispetto alle altre una volta che si verifichi un evento avverso. Inoltre, presentano un risultato economico inferiore del 4,2% e una dimensione d’impresa più ridotta in termini di addetti rispetto alle imprese situate in territori meno esposti a rischi naturali. Il settore agricolo è tra i più colpiti, con perdite significative registrate nel 2022. La produzione agricola ha subito una flessione dell’1,5%, pari a quasi 900 milioni di euro. La siccità e la mancanza di precipitazioni hanno contribuito in modo significativo a questa diminuzione, con una riduzione della produzione in diversi settori, tra cui legumi, olio d’oliva, cereali, ortaggi, piante industriali e vino. Dal punto di vista territoriale, le regioni del Nord Ovest e del Sud hanno subito le maggiori perdite in termini di volume di produzione e valore aggiunto, con flessioni significative che mettono in luce l’impatto devastante di questi fenomeni su scala locale.

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