giovedì, 2 Maggio, 2024
Attualità

Giustizia: tra correttivi e Pnrr, entro il 2026 ridurre i tempi di giudizio del 40%

Oltre 2 miliardi di euro per sistemare macrocarenze dei tribunali italiani

Il Consiglio dei ministri ha dato via libera agli otto articoli che dovrebbero mettere in campo circa 200 interventi complessivi per correttivi al processo civile. Il Ministero della Giustizia punta sulla semplificazione del rito di cognizione, con conseguente riduzione dei tempi del processo; viene estesa ai processi pendenti la possibilità di emettere ordinanze anticipatorie di accoglimento o rigetto e semplificata e razionalizzata la disciplina delle comunicazioni e notificazioni a mezzo posta elettronica certificata. Dovrebbe essere anche migliorata e resa più funzionale la fase introduttiva del processo civile con ampliamento dei casi in cui è garantita l’oralità delle udienze. Efficientare i processi Questi tra gli interventi principali che riguardano soprattutto chiarimenti di dubbi interpretativi, l’eliminazione di contraddizioni, la correzione di meri errori formali o l’introduzione di aggiornamenti determinati dalla completata digitalizzazione del processo. “Un intervento quantitativamente importante”, dice una nota ministeriale. Le novità contenute nello schema di decreto legislativo sono pienamente in linea con il Pnrr, contribuendo ad apportare benefici all’efficienza del processo, facilitando il raggiungimento degli obiettivi concordati con l’Europa e migliorando complessivamente la riforma del processo civile, il cui buon funzionamento è uno dei principali fattori di attrazione dei capitali esteri.

Ridurre impatti negativi

E, infatti, tra gli obiettivi da realizzare attraverso l’asse 2 della componente M1C1 del Pnrr che contempla misure per rendere il sistema giudiziario più efficiente riducendo la durata dei procedimenti e avvicinando l’Italia alla media dell’UE. La digitalizzazione del sistema giudiziario è poi un fattore importante anche per la transizione digitale. La riforma della giustizia è inoltre inserita dal Pnrr tra le cosiddette riforme orizzontali, o di contesto, che consistono in innovazioni strutturali dell’ordinamento, tali da interessare, in modo trasversale, tutti i settori di intervento del Piano. Il Ministero stima che una riduzione della durata dei procedimenti civili del 50% possa accrescere la dimensione media delle imprese manifatturiere italiane di circa il 10%. A livello aggregato una riduzione da 9 a 5 anni dei tempi di definizione delle procedure fallimentari può generare un incremento di produttività dell’economia italiana dell’1,6%.

Assunzione di personale

Gli interventi sono sia nella dimensione extraprocessuale che endoprocessuale. Per la Giustizia civile la riforma si incentra principalmente sulla riduzione del tempo del giudizio. Per contenere l’esplosione del contenzioso presso gli uffici giudiziari è accentuato il ricorso agli strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, in primis l’arbitrato e la mediazione, ed è in revisione l’attuale sistema di quantificazione e recuperabilità delle spese giudiziarie. Per la Giustizia penale la riforma dovrà risolvere lo stesso problema dei tempi lunghi del civile individuando un ampio ventaglio di interventi, semplificando le procedure esistenti e incrementando la produttività degli uffici giudiziari. Per gli investimenti in capitale umano e per “superare le disparità tra tribunali” sono stanziati oltre 2 miliardi e 200 milioni di euro. Riguardo la riduzione dei tempi del giudizio, entro giugno 2026 e rispetto al 2019, va ridotto del 40% per tutti i procedimenti dei contenziosi civili e commerciali; del 25% i tempi di trattazione di tutti i procedimenti penali; e del 90% il numero delle cause pendenti presso i tribunali ordinari civili (primo grado) e presso le corti d’appello civili (secondo grado).

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