venerdì, 3 Maggio, 2024
Esteri

Usa: sugli ostaggi intesa lontana. Esercitazioni navali Iran, Russia e Cina

Houthi minacciano l’Italia. Tajani: non ci facciamo intimidire

Tregua: né Hamas né Israele

Inutile girarci attorno: Israele non sentirà ragioni finché non saranno colpiti leader di Hamas che hanno organizzato l’assalto del 7 ottobre scorso. Lo ha ripetuto anche ieri il premier Netanyahu incontrando un gruppo di militari e parlando a una riunione del Likud: “il nostro obiettivo è una vittoria completa su Hamas – ha spiegato -. Non dobbiamo porre fine alla guerra prima di allora. Ci vorrà tempo: mesi, non anni. E una vittoria completa assesterebbe un colpo fatale all’asse del male.” Son parole pesanti e nette che non cambiano neppure di fronte agli oltre 27mila morti palestinesi della Striscia di Gaza, ai quasi 67mila feriti, tra cui decine di migliaia di bambini morti e feriti e tantissimi dispersi. Nei giorni scorsi si sono rincorse voci di una possibile accettazione degli accordi di Parigi, ma poi Hamas non ha più risposto e Israele continua a negare il cessate il fuoco. In realtà Hamas, divisa al suo interno, sta cercando un accordo all’interno tra “tutti i rappresentanti delle diverse fazioni e organizzazioni della sfera palestinese.”

La missione di Blinken

Intanto, nella sua quinta missione in Medio oriente, il Segretario di Stato americano Antony Blinken, è andato in Arabia Saudita, per poi visitare anche il Qatar, l’Egitto, Israele e la Cisgiordania. L’obiettivo della missione è quello di incoraggiare una tregua nei combattimenti tra Israele e Hamas. Blinken farà pressione affinché aumenti la consegna di cibo, acqua e medicine nella Striscia di Gaza, dove la situazione umanitaria è disastrosa. L’Amministrazione americana, secondo fonti Usa, vorrebbe arrivare a un cessate il fuoco entro l’estate in modo che la guerra non pesi sulle elezioni presidenziali di novembre. Gli americani — rivela il tg del Canale 13 di Israele — stanno premendo sul premier Netanyahu perché accetti una tregua di quattro mesi a Gaza. In effetti secondo il consigliere per la sicurezza americana Jake Sullivan l’accordo sugli ostaggi rapiti a Gaza non è dietro l’angolo. Intanto a Washington, l’abitazione di Blinken, è presidiata in permanenza da un centinaio di manifestanti filopalestinesi della campagna “Occupy Blinken” accampati con le loro tende che chiamano il Segretario di Stato “segretario del genocidio” e stendono striscioni: “Il sanguinario Blinken vive qui”, “Attenti, criminali di guerra in questa casa”. Anche il ministro degli Esteri del Qatar, parlando agli studenti dell’Università di Baltimora, ha confermato che potrebbe volerci ancora qualche settimana per arrivare a un accordo.

Israele: sostituire l’Unrwa

L’aggressione di Hamas ha, di fatto, mandato all’aria un equilibrio che non tornerà più come prima. Neppure l’Onu potrà aiutare a riprendere il bandolo della matassa perché dopo lo scandalo dell’Unrwa anche “l’arbitro” è diventato parte in causa. Ieri il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, incontrando l’omologo francese Stéphane Sjournat, ha chiesto di lavorare per trovare alternative che possano prendere il posto dell’agenzia umanitaria dell’Onu, non più gradita a Israele. Fino a oggi soltanto la Spagna ha annunciato che garantirà un finanziamento urgente di 3,5 milioni di euro all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati in palestina (Unrwa) per il mantenimento della sua attività a Gaza. Tutti gli altri paesi europei e occidentali hanno congelato i finanziamenti finché non sarà chiarita la partecipazione di personali dell’Unrwa all’attacco contro Israele.

Tajani: Suez indispensabile

Quanto alla missione europea nel Mar Rosso “sarà navale e aerea” e “noi avremo il comando operativo della missione in mare”, spiega il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani al Med Dialogues Extraordinary expert meeting di Roma in risposta al leader degli Houthi, Mohamed Ali al-Houti, che ha minacciato l’Italia nel caso si rendesse protagonista di attacchi. “Non saranno missioni di accompagno, ma di difesa operativa: se c’è un attacco si reagisce, non ci faremo intimidire”, ha aggiunto il ministro, precisando che “le regole di ingaggio sono di reazione militare ad attacchi con missili o marittimi”. “Non possiamo permetterci di non poter passare attraverso Suez perché il danno economico” e alla “competitività” sarebbe altissimo. Intanto anche Iran, Russia e Cina annunciano esercitazioni navali congiunte, che si terranno a marzo con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza regionale.

Bambini curati in Italia

Tra tutto almeno una buona notizia: ieri è arrivata nel porto della Spezia la nave Vulcano della Marina Militare con a bordo 60 bambini palestinesi che necessitano di cure mediche specialistiche. Sul molo ad attenderli una task force della Croce Rossa formata da 45 volontari. I bambini feriti saranno trasferiti negli ospedali Bambin Gesù di Roma, Gaslini di Genova, Meyer di Firenze, Rizzoli di Bologna, al Pediatrico Buzzi e all’Ortopedico Pini di Milano. “Siamo grati per quello che fate e per quello che farete” ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani all’equipaggio della nave e a tutti i volontari.

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