mercoledì, 29 Maggio, 2024
Esteri

La Corte Suprema potrebbe guardare alla Guerra Civile per decidere se Trump può partecipare alle presidenziali

Nel dicembre del 1868, in un’aula di tribunale affollata a Richmond, Virginia, il presidente della Corte Suprema, Salmon Chase, pronunciò una decisione che avrebbe avuto risonanza nei decenni successivi. In quel contesto postbellico, Chase concluse che Jefferson Davis, il presidente della Confederazione sconfitto, non avrebbe dovuto affrontare un processo per tradimento. L’epoca turbolenta della ricostruzione segnò il destino di Davis, ma nessuno avrebbe potuto prevedere che questa sentenza si sarebbe inserita nella disputa in corso sull’ammissibilità dell’ex presidente Donald Trump alla competizione presidenziale. Il caso Chase sta per essere riesumato in tribunale la prossima settimana, in concomitanza con la discussione orale della Corte Suprema sulla vicenda giudiziaria di Trump. Entrambi i casi coinvolgono una rara riflessione contemporanea sulla Sezione 3 del 14° Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Questa disposizione, concepita per impedire agli ex funzionari governativi confederati di assumere incarichi dopo la Guerra Civile, stabilisce che coloro che avevano prestato giuramento a sostegno della Costituzione e poi si erano “impegnati in un’insurrezione o in una ribellione” non erano più idonei a ricoprire cariche pubbliche.
La sentenza di Chase assume nuova rilevanza nel contesto della richiesta di Trump di non essere escluso dalle primarie repubblicane in Colorado. Il magnate respinge una sentenza della Corte Suprema dello Stato che lo dichiara non idoneo in base alla Sezione 3, citando il suo coinvolgimento nel tentativo di ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 e nell’evento chiave dell’attacco al Campidoglio dell’6 gennaio 2021.

La memoria

Vikram Amar, professore presso la Davis School of University of California Law, che ha presentato una memoria che fa riferimento alle sentenze di Chase, commenta: “Non so se un giudice del passato diventerà il tema dominante su cui la corte esaminerà il caso Trump. Tuttavia, se si cerca di convincere le persone per fatti contemporanei, è importante affrontare ciò che le persone importanti hanno detto e fatto allora.”

La sentenza di Chase è diventata di dominio pubblico rilevante, in parte perché membri della Corte Suprema, a maggioranza conservatrice, attribuiscono un peso considerevole al modo in cui le disposizioni costituzionali erano interpretate al momento della loro stesura. Chase, ex governatore repubblicano anti-schiavitù dell’Ohio, nominato alla Corte Suprema nel 1864 da Abraham Lincoln, aveva ambizioni presidenziali e le sue sentenze erano spesso influenzate da considerazioni politiche.

Durante il caso Jefferson Davis, Chase perseguiva la nomina democratica alla presidenza, ma il suo tentativo era già fallito prima di votare contro l’accusa

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