martedì, 7 Maggio, 2024
Società

Ipossia da azoto, l’ultima arma del boia

Numerosi appeIli per il condannato a morte Kenneth Smith

Come molte altre associazioni umanitarie, anche Sant’Egidio è scesa in campo per fermare l’esecuzione di Kenneth Smith, il primo detenuto nel braccio della morte cui sarà somministrato l’azoto per il fine vita. L’uomo, condannato per un omicidio commesso su commissione nel 1988, si trova nel braccio della morte del carcere di Holmanda 34 anni. Giacché 4 anni fa per ben 4 ore il boia non riuscì a trovargli le vene, sarà ucciso, per la prima volta nella storia, con la cosiddetta ipossia da azoto, causata dall’inalazione di azoto assoluto, un metodo talmente crudele che è già stato vietato a livello internazionale per la sperimentazione sugli animali. “Questa nuova esecuzione potrebbe fissare un nuovo standard di disumanità nel mondo, in particolare per lo Stato dell’Alabama”, ha sottolineato Mario Marazziti, cofondatore della World Coalition Against the Death Penalty, incontrando la stampa nella sede della Comunità di Sant’Egidio. “Proprio in questo Stato partirono le grandi campagne per la conquista dei diritti civili negli anni ’60 guidate da Martin Luther King. Qui ci fu lo sciopero dei bus dopo la protesta di Rosa Parks, la marcia di Selma. Bisogna evitare che l’Alabama si macchi di una vergogna indelebile, entrando nella storia per questo barbaro primato”.

Una pratica crudele

L’ipossia si provoca facendo respirare, attraverso una maschera come quelle per l’ossigeno, l’azoto, puro o in concentrazioni molto più elevate di quelle che troviamo nell’aria che respiriamo (78%) provocando una totale saturazione dell’ossigeno. Quando lo si respira, l’organismo non rileva immediatamente la differenza con l’aria “normale”, pertanto non si sperimenta il senso di soffocamento che si avrebbe in altre circostanze. In pochissimi minuti, tuttavia, i livelli di ossigeno nel corpo iniziano a crollare, con effetti a catena catastrofici. La perdita di coscienza può arrivare dopo molti minuti e dopo atroci sofferenze. L’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani avverte che “questo nuovo metodo non testato potrebbe essere estremamente doloroso, comportare un’esecuzione fallita ed equivalere a tortura o a altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti, violando così i trattati internazionali sui diritti umani che gli Stati Uniti hanno ratificato”.

L’appello delle associazioni umanitarie

Anche Amnesty International sostiene l’appello di Sant’Egidio: “La pena di morte è una punizione crudele, inumana e degradante – si legge in una nota di Justin Mazzola, ricercatore dell’organizzazione -, questa esecuzione sarà effettuata con un metodo mai utilizzato in precedenza, su un uomo che è stato sottoposto a un crudele e fallito tentativo di esecuzione solo 14 mesi fa”.L’assurdo è che già da un decennio è stato bandito dalle associazioni veterinarie statunitensi come mezzo per l’eutanasia, a causa delle atroci sofferenze che esso comporta. Nell’articolo “Nitrogen gas produces lessbehavioural and neurophysiological excitation than carbon dioxide in mice undergoing euthanasia” pubblicato dallarivista scientifica PloS ONE, viene dimostrato che la somministrazione dell’azoto è tutto fuorché “clemente”. Sebbene l’attività comportamentale ed elettrofisiologica osservata nei roditori sottoposti a eutanasia con azoto risulti inferiore a quella osservata nei topi uccisi con la CO2 (anidride carbonica), i ricercatori hanno comunque rilevato chiari segnali di ansia, paura, agitazione e disorientamento, prima della perdita di coscienza e della morte. Alcuni esemplari hanno anche avuto crisi epilettiche e in altri sonostate osservate angoscia e convulsioni.

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Redazione

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