mercoledì, 22 Maggio, 2024
Economia

Casse di previdenza dei professionisti in buona salute

Molti pensionati continuano a lavorare

Il sistema delle Casse previdenziali dei liberi professionisti rappresenta 1,61 milioni di iscritti attivi (+25% in 17 anni) e gestisce un patrimonio di oltre 100 miliardi di euro (+58% rispetto al 2013). Nello stesso anno sono state erogate prestazioni per 7,7 miliardi di euro (di cui 450 milioni sotto forma di welfare), a fronte di entrate contributive pari a 12 miliardi. Sono i dati di un’analisi di Michaela Camilleri del Centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali.

Cambia il contesto

Nel 2022 il numero degli iscritti alle Casse previdenziali private si è attestato a 1.611.840 (+1,43% rispetto all’anno precedente), di cui 1.501.778 iscritti attivi e 110.062 pensionati attivi (+8,7% sul 2021). Come rilevato nei precedenti rapporti, la crescita è dovuta in parte ai nuovi ingressi, in parte all’aumento dell’età di pensionamento e del numero di pensionati che continuano a esercitare l’attività professionale anche dopo il pensionamento. Sotto il profilo anagrafico, oltre la metà degli iscritti AdEPP rientra nella fascia d’età 40-60 anni. Secondo l’analisi le Casse sono molto eterogenee in relazione all’età degli iscritti, con un’età media che va da un minimo di 42 a un massimo di 56 anni. La composizione degli iscritti per età è andata modificandosi negli anni, complici, da un lato, l’innalzamento dell’età pensionabile e, dall’altro, la sempre maggiore propensione a proseguire l’attività lavorativa anche dopo aver raggiunto la pensione, oltre a fattori più generali come l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione di iscritti alle università.

Crescono pensionati attivi

In particolare, in questi ultimi anni il numero di pensionati attivi è più che raddoppiato, passando dai 42mila del 2005 a 110mila del 2022, e la relativa crescita è risultata nettamente superiore a quella degli iscritti attivi (160% rispetto a oltre il 20%). Peraltro, il rapporto fra pensionati attivi e attivi evidenzia una marcata differenza regionale, con una polarizzazione verso il Nord-Est; il 10% degli iscritti attivi è composto da pensionati rispetto al 5% del Sud.

Professioni femminilizzate

Un altro fenomeno che ha assunto sempre più importanza nel tempo per il mondo delle Casse privatizzate è la cosiddetta femminilizzazione della professione, un trend che non viene riscontrato nelle altre categorie lavorative in cui la componente femminile è rimasta pressoché costante negli anni. La percentuale di iscritte donne è cresciuta notevolmente, passando dal 30% del 2007 al 41% del 2022, seppure con importanti differenze per fasce d’età. Se, infatti, tra i professionisti sotto i 40 anni c’è una prevalenza della componente femminile (circa il 54% del totale), le proporzioni si invertono con l’aumentare dell’età degli iscritti. Infatti, le donne tra i 50 e 60 anni rappresentano solo il 35% degli iscritti e la quota si riduce ulteriormente all’aumentare dell’età anagrafica. Peraltro, le donne costituiscono il 52% del totale nuovi iscritti che è diminuito, seppur di poco, rispetto all’anno precedente; considerando poi solo gli under 40, le nuove iscritte superano i colleghi uomini di quasi il 7%.

Welfare multistrato

Accanto a questi trend consolidati (femminilizzazione della professione, aumento dell’età media dei professionisti, gender pay-gap, etc.), una delle principali tematiche emerse dal Rapporto di quest’anno “è il sostegno delle Casse di Previdenza al sistema Paese di fronte a fenomeni ormai inarrestabili come, ad esempio, il progressivo invecchiamento della popolazione, le nuove tecnologie e l’Intelligenza artificiale, la concorrenza globale o gli insufficienti investimenti nella formazione e nelle competenze.” Risulta sempre più rilevante l’attività delle Casse che stanno implementando ulteriori e nuove forme di aiuto, sostegno, sviluppo e promozione della libera professione; una sorta di “welfare multistrato” che interviene in più fasi. Accanto alle misure di welfare“tradizionale” da tempo previste – come l’indennità di maternità e paternità, il rimborso delle spese sostenute per la frequenza dell’asilo nido e della scuola per l’infanzia, le borse di studio a favore dei figli studenti, le coperture assicurative per malattia o LTC – si stanno attivando azioni di welfare differenziato: dal “welfare per l’avvio” dell’attività al “welfare per lo sviluppo” al welfare per la promozione della professione e la transizione digitale. Le Casse di Previdenza, ad esempio, nel solo 2023, hanno stanziato risorse pari a quasi 272 milioni (cui si aggiungono le indennità obbligatorie riconosciute per legge) e stanno riformulando le proprie politiche adeguandole al contesto nel tentativo di prevedere le variabili e i fattori di rischio che influenzano i processi.

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