sabato, 4 Maggio, 2024
Attualità

Migliaia a Tel Aviv contestano Netanyahu. Israele attacca di nuovo la Siria

Dagli Usa “con urgenza”, armi a Israele. Ma non gli Apache

Israele ha continuano con un massiccio attacco aereo in Siria, contro l’aeroporto di Aleppo, dopo l’operazione a Damasco dove sarebbero morti una decina di ufficiali della Guardia rivoluzionaria, episodio, tra l’altro, smentito dal governo iraniano. L’intelligence israeliana ritiene che dalla Siria passino rifornimenti militari, armi e munizioni destinati a Hezbollah. A Tel Aviv migliaia in piazza a chiedere le dimissioni del premier Netanyahu. L’esercito israeliano, ieri, ha dichiarato che le sue truppe stanno avanzando anche nel sud della Striscia di Gaza, con l’aviazione che ha bombardato cinquanta obiettivi tra edifici e abitazioni occupate da miliziani, tunnel e altre infrastrutture. E intanto richiama nell’aeronautica anche riservisti con età superiore a 50 anni.

In piazza contro Netanyahu

Migliaia di persone hanno protestato a Kikar Habima, nel centro di Tel Aviv chiedendo le dimissioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Netanyahu e il suo popolo non sono etici, non hanno mandato né capacità, e anche adesso, durante la guerra, continuano ad alimentare il conflitto con la loro macchina avvelenata”, ha detto il Maggiore Generale, Guy Zur, parlando dal palco. I manifestanti, poi, si sono riuniti, nella piazza antistante al Museo di Tel Aviv, a un’altra manifestazione promossa dalle famiglie degli ostaggi detenuti da Hamas.

Indagine del Nyt sugli stupri

La guerra continua e, finora, nonostante gli annunci, nessuna diplomazia è riuscita a fermarla. Violenza chiama violenza. Ieri il New York Times ha pubblicato la conferma degli stupri compiuti dai terroristi il 7 ottobre. Sulla vicenda il quotidiano ha svolto un’inchiesta secondo la quale sono stati accertati atti orripilanti soprattutto su donne ebree. I fatti sono stati raccolti e raccontati da un gruppo capeggiato dal premio Pulitzer, Jeffrey Gettleman, e non sembrano essere casi isolati, ma il risultato di una strategia della violenza. Hamas ha smentito che fosse così, ma ci sono ricostruzioni dettagliate attraverso foto, video, dati gps: i giornalisti hanno documentato almeno una trentina di episodi, in sette luoghi diversi fra i kibbutz Be’eri e Kfar Aza, lungo la strada 232, nella base militare Shura, al rave party. Erano “agnelli al macello” per i quali resta difficile anche ricostruire quanta violenza hanno sopportato.

Milioni di sfollati e malattie

Dall’inferno chi può scappa e, secondo l’Ocha, l’Ufficio dell’Onu per gli affari umanitari, sono almeno centomila i palestinesi che negli ultimi giorni sono fuggiti verso la località di Rafah spinti dai militari israeliani che stanno penetrando sempre di più nella zona di Khan Younis e che sostengono di aver intercettato anche covi della Jiad islamica. Tra questi, anche la war room dell’intelligence dell’organizzazione terroristica, dove sono stati trovati “documenti preziosi.” Secondo quanto reso noto dal responsabile dell’Unrwa, Tom White, sono “ben oltre un milione” – ovvero più della metà della popolazione della Striscia di Gaza – le persone che cercano i ripari più disparati e molte delle quali sono costrette a dormire all’addiaccio. L’Ocha ha affermato che le istruzioni che accompagnano una mappa online pubblicata dalle autorità israeliane “invitano i residenti a spostarsi immediatamente nei rifugi a Deir Al Balah, che sono già sovraffollati e ospitano diverse centinaia di migliaia di sfollati interni.” L’organizzazione dell’Onu, inoltre stima che quasi 180.000 persone che vivono nei rifugi soffrono di infezioni delle vie respiratorie superiori; i casi di diarrea sono 136.400 (la metà dei quali tra i bambini sotto i cinque anni); 55.400 casi di pidocchi e scabbia; 42.700 casi di eruzioni cutanee, nonché focolai di ittero e meningite.

Iran perde altri sei miliziani

Ieri altri sei miliziani filo-iraniani sono rimasti uccisi in tre raid notturni sulla Siria orientale, nella regione di Abu Kamal, vicino al valico di frontiera con l’Iraq. Sarebbero membri del movimento libanese Hezbollah mentre gli altri due erano siriani. Altri due sono rimasti feriti. Gli attacchi sono avvenuti poche ore dopo che i militanti iracheni della Resistenza Islamica, sostenuti dall’Iran, avevano rivendicato un attacco contro una base militare americana nella città di Erbil, nel nord dell’Iraq.

Voci e certezze delle trattative

Continuano anche le trattative per la pace anche se sotto tono. Non ci sono più annunci roboanti ogni giorno, ma Egitto, Qatar e Stati Uniti provano a tessere la tela che, ogni giorno, si disfa. Amos Hochstein, l’inviato speciale americano, è atteso a breve in Libano nell’ambito dei tentativi di Washington di raggiungere un cessate il fuoco con Israele al confine nord, dove si sono intensificati gli attacchi e continuano ad arrivare armi dall’Iran. Il piano proposto si basa sulla creazione di un confine terrestre riconosciuto tra Israele e Libano in 13 punti lungo la frontiera e sul ritiro delle truppe dello Stato ebraico dal villaggio conteso di Rajar. La priorità di Hamas è “fermare l’aggressione contro Gaza una volta per tutte” ha commentato Osama Hamdan, alto funzionario del gruppo palestinese in Libano. Mentre “mediatori del Qatar” avrebbero riferito che Hamas “ha accettato, in linea di principio, di trattare sul rilascio di circa 40 persone detenute a Gaza in cambio di una tregua di almeno una settimana”.

Il costo della guerra

Il ministero delle Finanze di Israele prevede che la guerra in corso costerà a Israele circa 50 miliardi di shekel (13,8 miliardi di dollari) nel 2024, presupponendo che i combattimenti ad alta intensità a Gaza finiscano nel primo trimestre del nuovo anno. Per soddisfare le esigenze fino al tutto il 2024, la spesa per la difesa è destinata ad aumentare di 30 miliardi, ha riferito il ministero delle Finanze in un documento presentato alla commissione Finanze della Knesset. Altri 9,6 miliardi saranno necessari per le spese civili. Ulteriori 8,8 miliardi saranno stanziati per altri costi, tra cui un maggiore finanziamento del debito pubblico.

Usa: armi a Israele “senza” Congresso

Il governo americano ha annunciato di aver approvato “con urgenza”, cioè senza passare per il vaglio del Congresso, la vendita a Israele di munizioni di artiglieria per un importo di 147,5 milioni di dollari. Si tratta di proiettili da 155 millimetri e di vario equipaggiamento militare. L’Amministrazione americana, però, avrebbe rifiutato di accettare la richiesta di elicotteri d’attacco Apache. Richiesta fatta direttamente dal ministro della Difesa Yoav Gallant durante incontri con il ministro della Difesa americano Lloyd Austin. Israele dispone soltanto di due squadroni che stanno avendo un carico elevato e al comandante dell’aeronautica, generale di brigata Tomar Bar, è stato chiesto di richiamare i piloti in pensione di età compresa tra 54 e 55 anni nonostante superino il limite di età accettato per i voli di combattimento, che è di 51 anni.

 

 

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