giovedì, 5 Dicembre, 2024
Esteri

Onu: niente cessate il fuoco, solo aiuti umanitari. Astenuti Usa e Russia

Israele offre due settimane di tregua in cambio di 40 ostaggi. Hamas rifiuta

L’Onu, dopo una lunga trattativa, ha finalmente trovato il bandolo della matassa: dopo quattro giorni di tentativi, la risoluzione in discussione è stata votata con 13 voti a favore e due astensioni. Non c’è più il riferimento ad una “cessazione urgente e duratura delle ostilità” che era presente nel primo testo, ma l’esortazione a favorire l’assistenza umanitaria. Nel frattempo Papa Francesco invia l’elemosiniere del Vaticano in Terra Santa per portare aiuti, mentre continuano, incessanti, i bombardamenti nella Striscia; per alcuni già sganciate bombe più che nella guerra del Vietnam. Fonti palestinesi dichiarano che, dall’inizio della guerra, si contano oltre 20.000 vittime.

Russia: risoluzione “sdentata”

Una risoluzione sulla Striscia di Gaza che non chiede un cessate il fuoco immediato ma di favorire l’assistenza umanitaria a beneficio della popolazione civile è stata approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. Il testo è passato con 13 voti favorevoli e due astensioni, da parte degli Stati Uniti e della Russia. Nella risoluzione si chiede di “creare le condizioni per una cessazione delle ostilità sostenibile.” Il via libera al testo, proposto dagli Emirati Arabi Uniti, arriva dopo negoziati serrati di questi giorni, con continui rimandi del voto per limare il testo e poter ottenere, almeno, l’astensione degli Stati Uniti alleato di riferimento di Israele che in quanto membro permanente del Consiglio Onu detiene il diritto di veto. Ma per l’ambasciatore russo all’Onu, Vassily Nebenzia, questa risoluzione sarebbe già “inefficace” con un testo, troppo aggiustato che alla fine risulta “sdentato” e “castrato.” Una simile formulazione, ha spiegato Nebenzia, non riuscirà a sospendere effettivamente i combattimenti e continua a dare a Israele “mano libera” per continuare le sue operazioni. Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen ha definito “giusta” la decisione, e ha aggiunto che Israele “continuerà ad agire secondo il diritto internazionale, ma ispezionerà tutti gli aiuti umanitari a Gaza per ragioni di sicurezza.”

Rischio guerra con l’Iran

Sui fronti di guerra, compreso il mar Rosso, sembra accertato che le forze paramilitari iraniane stanno fornendo informazioni di intelligence in tempo reale ai ribelli Houthi, che le usano per orientare i loro droni e missili così da mirare le navi che attraversano quelle rotte. Il coinvolgimento diretto di attori iraniani negli attacchi fa salire la posta in gioco per Israele e Stati Uniti e rischia di raggiungere l’apice di una escalation che potrebbe portare a un allargamento della guerra. Nello Yemen, decine di migliaia di persone sono scese in piazza sventolando la bandiera palestinese durante una marcia in solidarietà con il popolo di Gaza nella capitale Sanaa, controllata dagli Houthi.

Israele occupa tutta la Striscia

Israele ha colpito almeno tre località a Gaza verso le quali aveva ordinato ai civili di evacuare. Ieri è arrivato anche un ordine di evacuazione immediata del campo profughi di el-Bureij e di altri cinque rioni vicini: il portavoce militare israeliano Avichay Adaree, ha dato istruzione ai loro abitanti di raggiungere per la propria incolumità la vicina località di Dir el-Balah. Queste istruzioni significano che l’esercito israeliano inizia a manovrare adesso anche nel settore centrale della Striscia, immediatamente a sud di Wadi Gaza. Adraee ha precisato che nella zona di Khan Yunis (nel settore sud della Striscia) ci sono intensi combattimenti.

Bombe, peggio che nel Vietnam

Un’analisi pubblicata dalla Cnn e Synthetaic sostiene che dall’inizio della guerra sono stata sganciate da Israele centinaia di enormi bombe, molte in grado di uccidere o ferire persone a oltre 300 metri di distanza. Uno scenario che “non si vedeva dal Vietnam”, con l’uso – secondo la rete americana – di ordigni più potenti di quelli usati dagli Usa contro l’Is in Iraq. Mentre un’altra raffica di razzi, una ventina, sono stati lanciati dal territorio libanese in direzione della zona di Shomera, nel nord di Israele, un attacco rivendicato da Hezbollah.

Proposte di negoziati

Intanto funzionari israeliani stanno discutendo altre proposte per un negoziato con Hamas. Si continua a trattare nonostante la fazione islamica abbia chiesto come condizione ineludibile la fine della “aggressione” a Gaza e continua a rifiutare ogni proposta. Una delle possibilità studiate è quella di una tregua di circa due settimane in cambio di decine di ostaggi. In precedenza la fazione islamica ha respinto una proposta di una settimana di tregua in cambio di 40 rapiti. Altre fonti rivelano che Israele avrebbe proposto ad Hamas una pausa umanitaria di una settimana in cambio della restituzione di 35 ostaggi detenuti, tra i quali feriti, donne e anziani.

Il cardinal Krajewski in Terra Santa

Chi si è deciso per la concretezza degli aiuti è Papa Francesco, addolorato per quella che ha definito, la “terza guerra mondiale a pezzi” che affligge il mondo, prega ogni giorno per la pace chiedendo a gran voce la fine dei conflitti che insanguinano la terra: nella martoriata Ucraina, in Siria, in molti paesi in Africa e ora in Israele e in Palestina. Come segno concreto della sua partecipazione alle sofferenze di chi vive in prima persona le conseguenze della guerra e in questo tempo di Natale, ha inviato il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski, in Terra Santa. Lo riferisce un comunicato del Dicastero per il Servizio della Carità – Elemosineria Apostolica. Ieri il Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pizzaballa, ha anche annunciato che non si festeggerà il Natale con pranzi e cene e il denaro risparmiato sarà destino agli aiuti umanitari a Gaza.

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