sabato, 25 Maggio, 2024
Società

I Catalani chiedono ora anche il referendum per l’autodeterminazione

Sanchez e indipendentisti blindano l’accordo ma l’Europa può bocciare i patti

Le due principali forze separatiste catalane su cui il primo ministro Pedro Sánchez fa affidamento per la stabilità del neonato governo spagnolo stanno cercando di “blindare” legalmente la legge di amnistia per coloro che sono stati coinvolti nel tentativo secessionista del 2017 in Catalogna e impedire che venga annullata dalla Corte di giustizia dell’Ue. I media spagnoli riferiscono che vi è la preoccupazione che un eventuale accordo possa essere bocciato dalle autorità europee.

Legge anticostituzionale

Il partito catalano di destra JxCat, la Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC) e il PSOE socialista di Sanchez, che da mesi stanno negoziando il sostegno al Governo in cambio dell’amnistia agli indipendentisti catalani, vogliono migliorare la formulazione legale della nuova misura di grazia, che ha già superato un primo ostacolo in parlamento il 12 dicembre con una maggioranza di 178 deputati che hanno votato a favore. La proposta di legge, che perdonerà i separatisti catalani per alcune azioni politiche illegali compiute nel 2012, deve ancora incorporare alcuni emendamenti e aggiustamenti per evitare che i tribunali spagnoli, in particolare la Corte Costituzionale o la Corte Suprema, la boccino perché anticostituzionale.

La Spagna sonda Bruxelles

Dopo gli incontri ad alto livello, a Bruxelles, del ministro della Giustizia spagnolo, Félix Bolaños (PSOE/S&D) con il Commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders e la Commissaria per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourova, il Governo spagnolo non è tranquillo perché gli uffici legali della Commissione non hanno ancora dato il via libera e continuano ad analizzare il testo spagnolo. Un indizio che fa pensare che potrebbero esserci dei problemi anche a livello europeo.

Popolari annunciano ricorsi

Il Partito popolare spagnolo, e Vox, ritengono che la legge sia anticostituzionale e continuano a protestare, anche nelle piazze, annunciando iniziative legali in tutti i tribunali spagnoli e anche con ricorsi alla Corte europea. I separatisti, intanto, sono impegnati anche a impedire che il Consiglio generale della magistratura e il Consiglio del pubblico ministero emettano pareri sulla legalità della legge. Pareri che sono stati chiesti dal Senato spagnolo dove la maggioranza è dei partiti di centro destra. La scorsa settimana, la portavoce dell’ERC al Senato, Sara Bailac, ha presentato un appello a nome del suo partito per evitare che i due tribunali più alti emettano il loro parere sulla legge di amnistia, poiché sia l’ERC che il JxCat, ipotizzano che questo possa esserenegativo.

Trattative tra Psoe e catalani

“La legge è un atto legislativo perfettamente legittimo nel quadro democratico e costituzionale”, ha scritto ERC nel suo ricorso, sottolineando che l’iniziativa del Partito Popolare “sfida la pratica democratica”. Nel frattempo, dopo le polemiche generate la scorsa settimana per le voci sul possibile incontro tra Sánchez e il leader di JxCat ed ex presidente catalano Carles Puigdemont, il portavoce della formazione separatista catalana, Josep Rius, ha assicurato che l’atteso incontro si svolgerà “presto” in un Paese dell’Unione Europea, ma non in Spagna, come ha riferito EFE, partner di Euractiv. Nella trattativa Psoe-indipendentisti è prevista l’amnistia, ma anche la cancellazione di 15 miliardi di euro di debito della Catalogna nei confronti dello Stato centrale. Nei giorni scorsi, però, il Presidente della Generalitat Pere Aragonès (ERC), uno dei leader separatisti, ha chiarito che l’obiettivo finale del movimento pro-indipendenza è ottenere un referendum sull’autodeterminazione.

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