venerdì, 3 Maggio, 2024
Giovani

Intelligenza artificiale: l’88% dei giovani italiani conosce l’app per sviluppare testi

L’Osservatorio Nuove Tecnologie di Ipsos, in collaborazione con Vincenzo Cosenza, esperto di mondo digitale, ha eseguito una nuova rilevazione che indaga le opinioni degli italiani in merito all’Intelligenza Artificiale, in particolare la GenAI: un tipo di intelligenza artificiale in grado di generare moderni contenuti semplicemente descrivendoli come ad esempio fa la app ChatGPT. Il sondaggio Ipsos è stato realizzato in Italia e ha coinvolto un campione di 1.500 persone di età compresa tra 16 e 65 anni. Il 75% degli intervistati ha affermato di conoscere le app di AI Generativa, percentuale che tra i giovani della Generazione Z (nati tra il ’97 e il 2012) aumenta addirittura all’88%.

App che creano testi

Ultimamente si sono diffuse su larga scala queste applicazioni legate all’Intelligenza Artificiale Generativa in grado di sviluppare la creazione di testi che, secondo le stime, la Generazione Z utilizza maggiormente; ma anche nate per creare articoli di blog, testi accademici per la ricerca scientifica, elaborazione di dati, creazione di immagini e ancora molto altro, usando una descrizione testuale. Dal sondaggio emerge che proprio Chat GPT di OpenAI è la più nota (64%). Dopo ChatGpt, lo strumento di intelligenza artificiale più conosciuto dagli intervistati è il ‘concorrente’ Google Bard (36%).

Generazioni e app

La Generazione Z, quindi, conosce e utilizza più frequentemente l’intelligenza artificiale, in particolare per sviluppare testi. I risultati dell’indagine mostrano che l’AI Generativa viene impiegata principalmente per uso personale e creativo (70%), seguito dall’utilizzo per il lavoro (33%) e per lo studio (25%), percentuale che, per la GenZ arriva al 44%. Ma secondo gli esiti della ricerca Ipsos anche i più adulti, nati tra il 1945 e il 1964, adoperano l’AI per la traduzione di lingue (44%) e per la creazione di immagini (58%). Solo il 26% utilizza la AI per l’analisi di dati, mentre sono ancora modeste le percentuali d’uso di strumenti per la riproduzione di audio (16%) e video (8%).

Cosa ne pensano

Relativamente a “cosa pensano gli italiani dell’intelligenza artificiale”, dal sondaggio emerge che la fiducia nei confronti di AI Generativa è discretamente alta: su una scala da uno a dieci la media delle risposte si attesta attorno al 6.3. Da un lato, gli intervistati evidenziano aspetti positivi riassumibili in: semplificazione dei processi (30%, 37% tra la Gen Z), creazione di lavori non ancora esistenti (23%) e aiuti per la propria professione (14%). Dall’altro, i rispondenti mettono in luce punti di vista negativi, come la perdita di posti di lavoro (26%), la minaccia per la creatività (26%), l’aumento del gap tecnologico tra le diverse generazioni (20%).

Formazione sì/no

Secondo alcune ricerche internazionali, nei prossimi anni saranno a rischio oltre 20 tipologie di professioni a causa dell’ingresso dell’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali; un altro studio Ipsos segnala come più di una persona su due in Italia si aspetta che l’AI possa cambiare il proprio lavoro nei prossimi cinque anni. In questo scenario, il 43% dei rispondenti ha dichiarato di essere propenso a intraprendere un percorso formativo per apprendere l’uso di questi nuovi strumenti e il 14% ha segnalato di riconoscere l’urgenza di formarsi per continuare ad essere competitivi nel proprio ambiente lavorativo. Al contrario, è il 34% a manifestare di non essere disposto a partecipare a nuovi corsi di formazione, tra cui, il 22% afferma di non sentirne l’urgenza.

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