sabato, 21 Dicembre, 2024
Economia

Truffa (a se stessi). Bonus cultura per i giovani svenduti per avere soldi cash

Multe il triplo del valore del bonus. Il passaparola attraverso Facebook e Instagram

Centinaia di diciottenni che usufruivano del “bonus cultura” preferivano ottenere denaro in contanti, accontentandosi anche solo di un quarto del valore, piuttosto che utilizzare l’intero vaucher per lo scopo cui è destinato. I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, a seguito di una segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, hanno scoperto che i buoni “18app”, erogati dal Ministero della Cultura a favore dei neo-diciottenni nell’ambito del progetto “bonus cultura 18APP”, ideato per supportare i costi sostenuti dai giovani maggiorenni per iniziative di carattere culturale, come cinema, musica, concerti, libri, musei, monumenti, teatro e danza, corsi di musica, di teatro o di lingua straniera, finivano in tutt’altra direzione.

Ceduti anche a meno della metà

In particolare, il sistema di frode individuato dai militari del Gruppo di Giugliano in Campania è risultato realizzato da un edicolante che permetteva ai beneficiari di cambiare i buoni, costituiti da voucher del valore di 500 euro, con somme comprese tra i 150 e i 300 euro. Il sistema illecito ha fatto emergere come centinaia di giovani abbiano preferito ottenere, subito, denaro in contante dall’edicolante per un valore di molto inferiore al buono, piuttosto che spendere l’intero contributo per le finalità previste. In taluni casi, l’edicolante ha provveduto, in alternativa, a erogare ai neo maggiorenni ricariche sulle loro carte Postepay.

L’edicola truffaldina

Attraverso questo meccanismo, agevolato dalla fitta rete di contatti instaurato dalla propria clientela, l’edicolante è riuscito, tra il 2017 e il 2018, a monetizzare 530 buoni “18app”, presentati da altrettanti neo-diciottenni, incassando complessivamente 265.000 euro, a fronte di beni mai ceduti. Tra i giovani, il diffuso passaparola avveniva principalmente con i canali Instagram o Facebook. Gli accertamenti svolti, anche di natura fiscale, hanno acclarato che l’imprenditore non avesse mai avuto in
magazzino la disponibilità dei beni che certificava di vendere, fin dalla data di avvio dell’attività.

Compravendita libri simulata

La magistratura aversana procedente ha rilasciato apposito nulla osta per formalizzare le contestazioni amministrative a carico dell’edicolante e dei beneficiari, per importo triplo a quello indebitamente percepito (ossia fino a 1.500 euro per i neo-maggiorenni e 795.000 euro per l’edicolante). L’attività investigativa si pone in linea di continuità con una similare indagine eseguita dalla Compagnia di Portici che, all’inizio dell’anno, ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali disposta dal Tribunale di Napoli, nei confronti di nove indagati, per le ipotesi di reato di associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato e autoriciclaggio. In quel caso, l’attività illecita consisteva nella simulazione della compravendita di libri presso un esercizio commerciale di Ercolano che consentiva al sodalizio criminale di richiedere e conseguire il rimborso di circa 6.400 voucher “18app”, intestati ad altrettanti beneficiari neo-maggiorenni.

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