venerdì, 22 Novembre, 2024
Esteri

Il comando di Hamas sotto l’ospedale di al Shifa

Accordo più vicino per la liberazione degli ostaggi

I ribelli yemeniti houthi hanno dirottato la nave sbagliata. Un’azione “grave” comunque per il portavoce militare israeliano che ha confermato l’assenza di israeliani a bordo. “Si tratta di una nave partita dalla Turchia e diretta verso l’India con un equipaggio internazionale, senza israeliani.” E’ un mercantile, Galaxy Leader, assaltato nel sud del mar Rosso, vicino allo Yemen del quale i ribelli, che secondo Israele operano per conto dell’Iran, hanno preso il controllo. A bordo, secondo diverse fonti, ci sarebbero dai 22 ai 50 membri di equipaggio. Nelle scorse settimane, dopo il 7 ottobre, gli houthi avevano lanciato diversi missili in direzione dello Stato ebraico e minacciato ripetutamente di colpire i traffici marittimi israeliani tra Mar Rosso e Golfo di Aden.

Negoziati per gli ostaggi

Oggi il premier israeliano Netanyahu incontrerà una delegazione dei famigliari dei 240 ostaggi. Dagli Stati Uniti, il vice consigliere della sicurezza della Casa Bianca, Jon Finer, ha riaperto le speranze: “siamo più vicini a un accordo con Hamas sugli ostaggi. L’intesa ancora non c’è ma le differenze sono diminuite.” Questo dopo che lo stesso Presidente Netanyahu ha ripetuto che non ci sono ancora le condizioni per il rilascio o uno scambio accettabile. Dal Qatar viene la conferma che alla liberazione degli ostaggi si frappongono questioni “minori”; “pratiche e logistiche.” Anche il Presidente francese Emmanuel Macron ci ha tenuto a comunicare che proprio sulla questione ostaggi – tra questi ci sono 8 francesi – ha avuto conversazioni telefoniche con il suo omologo egiziano, Abdel Fattah al-Sisi, e con l’emiro del Qatar, Tamin ben Hamad al-Thani. E intanto il Forum delle famiglie dei rapiti da Hamas ha annunciato “la costituzione di una coalizione internazionale di 26 Paesi” i cui cittadini sono in mano ai miliziani palestinesi, con l’obiettivo di “lavorare insieme per esercitare pressioni internazionali per il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza”.

Procuratori internazionali

In Israele sono anche arrivati i procuratori generali di Usa, Germania, Francia, Argentina e Austria per discutere con le autorità locali, tra cui il procuratore Amit Eisman, sui modi con i quali indagare e perseguire “i terroristi di Hamas responsabili per le atrocità del 7 ottobre.” I procuratori vengono da Paesi i cui cittadini sono stati assassinati nell’attacco di Hamas e delle altre fazioni palestinesi ai kibbutz israeliani a ridosso della Striscia. Alcuni parenti delle vittime israeliane hanno già preannunciato una loro denuncia alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per i crimini di Hamas.

Afp, due giorni in Cina

Un altro effetto dell’incontro recente tra Xi Jinpig e Joe Biden è il viaggio a Pechino del ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese e gli omologhi di quattro Paesi a maggioranza musulmana previsto oggi. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ha spiegato che “durante la visita, la Cina avrà una comunicazione e un coordinamento approfonditi per promuovere una riduzione dell’attuale conflitto israelo-palestinese.” Lavoro difficilissimo vista anche la polemica diretta, ieri, tra Benjamin Netanyahu contro il “negazionista” Abu Mazen. “Non basta che da 44 giorni Abu Mazen rifiuti di condannare il terribile massacro del 7 ottobre”, ha detto Netanyahu, “ora il suo popolo nega questo massacro e dà la colpa a Israele.” E allora, secondo Netanyahu, “il giorno dopo in cui avremo eliminato Hamas-Isis, non permetteremo a chiunque gestisca l’amministrazione civile a Gaza di negare il terrorismo, sostenere il terrorismo, pagare per il terrorismo ed educare i loro figli al terrorismo e alla distruzione dello Stato di Israele.”

I tunnel di Gaza

Ieri Israele ha reso noto di aver scoperto trentacinque ingressi di tunnel militari durante perquisizioni di appartamenti di esponenti di Hamas nei rioni di Sheikh Ajlin e di Rimal, a Gaza City. I soldati riferiscono di aver trovato numerosi depositi di armi e hanno ucciso alcuni terroristi. Inoltre, secondo l’esercito, è stata scoperta anche una base dell’intelligence di Hamas. Malgrado Rimal sia considerata una zona essenzialmente residenziale, al suo interno – secondo il portavoce militare – sono state trovate svariate infrastrutture di Hamas, fra cui postazioni per il lancio di razzi. E sotto l’ospedale al-Shifa i soldati hanno trovato un “tunnel terroristico” lungo 55 metri alla profondità di 10 metri. Al secondo piano l’Idf dichiara di aver anche trovato una sala comando e che nei prossimi giorni mostrerà le prove. Una notizia positiva, invece, per 31 neonati prematuri che da Shifa sono stati portati verso il valico di Rafah e raggiungeranno l’Egitto accompagnati da tre medici e due infermieri.

Biden contro coloni estremisti

Infine il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, temendo un’estensione del conflitto in Cisgiordania, ha chiesto ai suoi più stretti collaboratori di preparare il divieto di visti e sanzioni per i coloni israeliani estremisti che attaccano i palestinesi. In una comunicazione, indirizzata fra l’altro al segretario di stato Antony Blinken e a quello al Tesoro Janet Yellen, Biden ha ordinato di mettere a punto “opzioni per un’azione rapida contro i responsabili di violenza in Cisgiordania” ritenendoli una “seria minaccia” alla pace fra israeliani e palestinesi e una forza destabilizzante nel Medio Oriente. Biden si riferisce soprattutto a persone o entità che “direttamente o indirettamente si sono impegnate in azioni o politiche che minacciano la sicurezza o la stabilità della Cisgiordania”, coloro che “agiscono per intimidire i civili in Cisgiordania con l’obiettivo o l’effetto di un ricollocamento forzoso” o che si sono resi protagonisti di azioni di “abusi dei diritti umani e azioni che ostacolano il raggiungimento della soluzione dei due Stati.”

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Landini tuona: “Morti sul lavoro, adesso basta. Sistema da cambiare”

Stefano Ghionni

La guerra frena la crescita mondiale. Biden e gli alleati più duri con Mosca

Giuseppe Mazzei

La vittoria nelle città non risolve i problemi del Pd

Giuseppe Mazzei

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.