venerdì, 3 Maggio, 2024
Esteri

Nasrallah: Israele non attacchi il Libano. Usa: Hezbollah non approfitti della guerra

7 italiani fuori da Gaza. Conferenza "umanitaria" giovedì a Parigi. Il Papa telefona ad Abu Mazen che rinvia la visita a Mosca

È stata una dura partita di dichiarazioni che ieri hanno dominato gli scenari di guerra tra Hezbollah e Stati Uniti.  Il Segretario generale di Hezbollah, Nasrallah ha affermato che “la guerra più ampia è possibile”, che quella del 7 ottobre è stata “un’azione sacra” e la “battaglia contro l’occupante sionista è legittima.” “Alcuni si aspettavano che io oggi annunciassi la guerra. Ma siamo in guerra dall’8 ottobre”, ha dichiarato Hasrallah. Dall’altra parte, il Segretario di Stato Usa Blinken ha confermato il “diritto di Israele a difendersi”, che l’azione di Hamas “è mostruosa”, ma che si continua a lavorare per la soluzione dei due stati. Gli Stati Uniti hanno avvertito Hezbollah a non “approfittare” della guerra tra Israele e Hamas. Un dialogo a distanza, ma ravvicinato nei tempi dal quale, nonostante il contesto, Hezbollah non ha lanciato la guerra dal Libano, aprendo un altro fronte, e Israele ha potuto tenere il punto sul rilascio degli ostaggi.

Blinken e Nasrallah

Antony Blinken è arrivo a Tel Aviv poco prima del lungo messaggio televisivo di Hassan Nasrallah. Quest’ultimo, che non era nel palazzo da dove veniva trasmesso il discorso precedentemente registrato, si è rivolto alle piazze affollate contraddistinte da bandiere e sciarpe gialle.  Blinken ha ribadito a Netanyahu la necessità di prevedere “pause umanitarie”, ma anche detto: “ribadisco e chiarisco il nostro sostegno al diritto di Israele a difendersi. Anzi, il suo obbligo di difendersi” ha detto l’alto rappresentante dell’Amministrazione Biden durante la sua conferenza stampa in Israele, in contemporanea al discorso di Nasrallah che, a sua volta, non ha negato che “una guerra più ampia è una possibilità.”

Il leader Hezbollah: USA responsabile

Per Nasrallah gli Stati Uniti “sono responsabili per la guerra a Gaza” perché “ostacolano il cessate il fuoco.” Ha anche dichiarato “al nemico che sarà considerata “la fine della battaglia la vittoria di Gaza.” “La nostra battaglia è pienamente legittima, dal punto di vista legale e religioso, contro l’occupante sionista”. L’operazione “sacra e grande” del 7 ottobre è stata frutto di “una decisione presa al 100% dai palestinesi. La decisione non è stata condivisa con altre fazioni della resistenza islamica. Loro hanno deciso ed eseguito”, ha detto ancora Nasrallah. Se Israele attaccherà il Libano “commetterà una sciocchezza” ha aggiunto il capo di Hezbollah che ha richiamato tutti a sostenere la guerra contro Israele: “È dovere di ogni uomo libero sottolineare come i media occidentali stanno mistificando la guerra, è il minimo che possiamo fare in questa battaglia contro la ferocia di Israele e Usa, supportando Gaza e i gazawi in questa guerra.” Secondo Nasrallah, le vittime di Gaza sono “tutti martiri, si stanno muovendo verso un altro mondo enunciato dai profeti, ora sono lì dove non ci sono dittature e non ci sono sionisti”. E quindi il richiamo dell’appartenenza religiosa: “quelli che rimangono in silenzio devono riconsiderare la propria onorabilità e la propria religiosità.”

Blinken: Hamas mostruosa

Blinken ha discusso con il premier israeliano non solo della “pausa umanitaria”, ma anche della necessità di “salvaguardare i civili ed evitare di negare il carburante agli ospedali. Nonostante Hamas mostruosa, usa i palestinesi come scudi umani.” “Le nostre forze stanno operando a piena potenza su tutti fronti”, ha spiegato il premier Netanyahu, proprio mentre il Segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah diceva che “non c’è guerra più giusta di quella” che Hamas ha lanciato contro Israele il 7 ottobre e nella quale Hezbollah “è entrato dall’8 ottobre”. “Non troverete un’altra guerra migliore”, ha aggiunto, “per lottare per il Paese, dobbiamo sacrificare tutto. Siamo pronti al sacrificio, a dare tutto.”

Due stati, due popoli

Netanyahu durante l’incontro con Blinken ha mostrato al Segretario di stato americano video e foto dei massacri compiuti da Hamas che poi ha commentato dicendo: “E’ impressionante” che la brutalità del massacro avvenuto in Israele sia “svanita” nella memoria di così tante persone. “Ma questo non avviene né in Israele né negli Stati Uniti.” L’obiettivo resta quello di ripristinare il percorso verso una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese, perché è l’unica “garanzia” per un Israele sicuro e democratico e per una Palestina indipendente.

“Non è possibile, non si deve tornare alla situazione che c’era prima del 7 ottobre”, ha affermato Blinken: “l’idea che Hamas resti responsabile a Gaza non è accettabile.”  Blinken è arrivato ieri a Tel Aviv per la terza volta dall’inizio della guerra. Successivamente si è recato in Giordania.

Quanto può durare?

Negli Stati Uniti, all’interno dell’amministrazione Biden, si fa avanti la convinzione che Israele non potrà continuare l’invasione della Striscia di Gaza a lungo senza suscitare la contrarietà dell’opinione pubblica internazionale. Bisogna arrivare quanto prima al cessate il fuoco e avviare le trattative per la soluzione. Ma per ora i militari israeliani vogliono continuare a stanare i terroristi di Hamas. Ieri il contrammiraglio Daniel Hagari, portavoce Idf, ha praticamente risposto in diretta a Hassan Nasrallah: “nel nord siamo in allerta e continueremo a rispondere a qualsiasi aggressione”, ha detto, “siamo in massima allerta per rispondere a qualsiasi scenario, sia oggi che nei giorni a venire. L’Iran continua a impegnarsi in attività sovversive negative e incita dei delegati a distrarci dal conflitto a Gaza, proprio come ha fatto in Ucraina, Yemen e l’Iraq contro le forze americane.”

Ucciso Mustafa Dalul

Le autorità di Hamas, ieri, hanno denunciato un bombardamento israeliano nei pressi del principale ospedale di Gaza City, l’Al Shifa, con diverse vittime e anche vicino l’ospedale al-Quds. Almeno 14 palestinesi sono rimasti uccisi in un bombardamento mentre fuggivano sulla strada costiera Al-Rashid che collega il nord al sud della Striscia. L’esercito israeliano ha scoperto e neutralizzato tunnel di Hamas a Beit Hanoun nel nord est della Striscia ad appena sei chilometri, dall’altra parte del confine, dalla cittadina israeliana di Sderot. L’esercito ha anche annunciato di aver ucciso Mustafa Dalul, comandante del Battaglione ‘Sabra Tel al-Hawa’ che fin dall’inizio della guerra ha avuto “un ruolo centrale nell’organizzare il combattimento con le truppe nella Striscia.” Mentre l’Agenzia per i diritti umani denuncia una situazione in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, “allarmante e urgente tra le crescenti violazioni e di diversa natura che continuano.” L’Onu si dice anche “seriamente preoccupata” per il ritorno dei lavoratori palestinesi da Israele nella Striscia di Gaza.

Altri italiani in salvo

Ieri sono uscite dal valico di Rafah altre 600 persone, tra cui palestinesi feriti e stranieri con doppia nazionalità. Mentre sono entrati a Gaza circa 50 camion di aiuti umanitari. Il Presidente turco Erdogan, in occasione del vertice degli Stati turchi, ha confermato che finora Ankara ha inviato 10 aerei con aiuti umanitari destinati a Gaza. Ieri altre 10 persone, doppi cittadini italo-palestinesi e famigliari palestinesi al seguito sono potuti uscire dalla Striscia. Assistiti dal personale dell’Ambasciata d’Italia in Egitto, sono in viaggio verso il Cairo da dove, prossimamente, voleranno in Italia. Finora sono 17 le persone fra cittadini italiani, doppi cittadini italo-palestinesi e famigliari palestinesi che sono stati messi in sicurezza. Fra queste persone ci sono due giovani donne incinte. Il vicepremier Antonio Tajani ha commentato le esfiltrazioni: “continuiamo a seguire da vicino, attraverso l’Unità di Crisi, l’Ambasciata a il Cairo e il Consolato Generale a Gerusalemme, le persone tutt’ora presenti nella Striscia, fra cui due connazionali che lavorano per la Croce Rossa Internazionale e le Nazioni Unite, e che nei giorni scorsi hanno deciso di rimanere a Gaza per continuare ad aiutare le persone che hanno bisogno.”

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