mercoledì, 1 Maggio, 2024
Ambiente

Microplastiche nel Mar Mediterraneo, studio sulla contaminazione da MP nella carne del tonno rosso e del pesce spada

Uno studio effettuato da un gruppo di ricercatori italiani ha permesso di rilevare il livello di contaminazione da microplastiche e da contaminanti del ‘bisfenolo A’ nei tessuti muscolari del tonno rosso (Thunnus thynnus) proveniente dal Mar Adriatico e del pesce spada (Xiphias gladius) pescato nel Mar Ionio. Tale studio, pubblicato lo scorso aprile sulla rivista scientifica ‘Journal of Sea Research’, è stato realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS) di Teramo, in collaborazione con l’Istituto Veterinario Croato di Spalato e l’Università Politecnica delle Marche di Ancona. La particolarità della suddetta analisi indica, per la prima volta, che i contaminanti sono stati rilevati nella parte commestibile dei pesci (tessuti muscolari), mentre gli studi precedenti si sono focalizzati sulla presenza di microplastiche (MP) nel tratto digestivo dei pesci.

Trovati frammenti inferiori a 10 micron

L’autrice dello studio, Federica Di Giacinto del Centro per la Biologia delle acque dell’IZS, ha spiegato che, tramite questa ricerca, è stato possibile identificare nei tessuti muscolari dei pesci, polimeri e additivi solitamente utilizzati nella produzione di plastica, individuando diversi frammenti inferiori a 10 micron come polietilene tereftalato, policarbonato, pigmenti e additivi, tra cui bisfenolo A (o BPA) e acido p-ftalico. L’IZS di Teramo ha spiegato: “Alcune di queste sostanze, ampiamente utilizzate per la produzione di beni di plastica di largo consumo, sono sotto osservazione per valutare se abbiano effetti sulla salute”. È il caso del BPA, considerato capace di interferire con la funzionalità del sistema endocrino.

Le tecniche utilizzate

Le MP e i contaminanti sono stati estratti dai muscoli e qualificati mediante l’utilizzo della stereomicroscopia (strumento che permette di analizzare in 3D), della microspettroscopia Raman (tecnica di analisi chimica non distruttiva che fornisce informazioni dettagliate sulla struttura chimica) e mediante l’utilizzo della cromatografia liquida (ovvero tecnica di separazione usata per identificare, quantificare e purificare i singoli componenti in una miscela) con spettrometria di massa.

Il numero di MP

Grazie a queste tecniche innovative impiegate con il supporto finanziario dell’Unione Nazionale Cooperative Italiane (UNCI), lo studio ha consentito di rilevare il numero dei frammenti di microplastiche trovate nei muscoli del pesce spada, mostrando che esso variava da 140 a 270 per chilogrammo nel pesce spada e da 160 a 270 per chilogrammo nel tonno rosso. Il polimero microplastico più frequentemente trovato è stato il polipropilene: il 33% nel pesce spada e il 34,7% nel tonno rosso. Inoltre, l’analisi ha consentito di individuare anche le morfologie, i colori, i pigmenti e i polimeri delle MP estratte, indicando che essi erano diversi tra le due specie e mostrando che la contaminazione della plastica nel biota è strettamente correlata all’inquinamento dell’ambiente circostante.

I prossimi passi del laboratorio

“Questo lavoro – ha dichiarato l’autrice dello studio, Federica Di Giacinto – punta a contribuire a una conoscenza più approfondita di queste particolari categorie di inquinanti, sia dal punto di vista dell’estensione del fenomeno, sia applicando nuove metodologie per la loro quantificazione. I prossimi passi del nostro laboratorio, ora, saranno di valutare quale sia il livello di contaminazione in ulteriori animali acquatici, arrivando ad una valutazione dell’effettiva esposizione alla quale sono esposti i consumatori”.

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