sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Istat: la produzione industriale tiene ma l’economia resta debole

Una casualità. Se ieri il Fondo monetario internazionale ha in pratica stimato al ribasso le stime del Pil italiano per il 2023 e il 2024 soprattutto a causa dell’indebolimento del settore manifatturiero industriale, proprio nella stessa giornata l’Istat ha parlato di un sussulto d’orgoglio da parte di questo reparto che ad agosto ha fatto registrare una, seppur lieve, crescita dello 0,2% rispetto a luglio, principalmente grazie alla performance positiva dei beni di consumo. Tuttavia, questo aumento è stato solo un parziale recupero rispetto al calo del mese precedente. In generale l’indice complessivo della produzione industriale è ancora in diminuzione su base annua (-4,2%), segnando il settimo mese consecutivo di declino. “Questa fase di debolezza dell’economia italiana”, evidenza l’Istituto di statistica, “potrebbe proseguire nei prossimi mesi”.

L’analisi di Bankitalia

Un punto di vista su cui concorda anche Bankitalia nell’analisi ‘Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita’ in riferimento al terzo trimestre del 2023: secondo lo studio le imprese italiane hanno segnalato un peggioramento delle valutazioni sulla situazione economica generale del Paese e delle proprie condizioni operative previste nei successivi tre mesi. Inoltre è peggiorata anche la dinamica della domanda complessiva che ha avuto un impatto negativo per la prima volta dalla fine del 2020. Un aspetto positivo menzionato nell’analisi è la riduzione delle aspettative sull’inflazione. I prezzi praticati dalle aziende hanno rallentato nel corso dell’ultimo anno e si prevede che continueranno a farlo nei successivi 12 mesi. Le attese sull’inflazione al consumo si sono notevolmente ridotte rispetto al picco registrato nel quarto trimestre del 2022, il che potrebbe riflettere una certa stabilità nell’andamento dei prezzi: “I prezzi praticati dalle aziende nell’ultimo anno hanno continuato a rallentare e decelererebbero anche nei successivi 12 mesi. Le attese sull’inflazione al consumo – si sono ulteriormente ridotte su tutti gli orizzonti temporali, attestandosi al 4,7 per cento sui 12 mesi (dall’8,1 nel quarto trimestre 2022, il valore massimo della serie) e al 4,2 e 3,8 per cento sugli orizzonti rispettivamente a 2 anni e tra 3 e 5 anni”.

“Stabilità economica”

Intanto ieri il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in audizione sulla Nadef, ha spiegato che la prossima manovra economica dovrà fare i conti con un controllo rigoroso della spesa pubblica per monitorare il deficit di bilancio e stabilizzare quello pubblico. In pratica, potrebbero esserci riduzioni di fondi aiservizi pubblici o ai sussidi “e per questo motivo ci sarà chi non sarà contento di questo”. L’esponente della Lega ha poi sottolineato che la priorità sarà di aiutare le famiglie con redditi medio-bassi. Obiettivo, “mantenere la stabilità economica e di favorire una crescita sostenibile nell’interesse del Paese”.

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