lunedì, 6 Maggio, 2024
Politica

“5 anni di governo e riforme”

La Premier al Tg1

In un’intervista al Tg1 il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si sofferma sui risultati e le prospettive dell’azione di Governo ad un anno dalla vittoria elettorale .Ecco i passaggi più significativi

“Il bilancio lo devono fare gli italiani. Io avevo promesso di consegnare un’Italia migliore. Vado fiera dei dati economici, vado fiera di una Italia che dopo anni che era fanalino di coda oggi cresce più della media europea, del record di numero di occupati, del record di contratti stabili, sono fiera di aver concentrato tutte le risorse su chi era più in difficoltà, sui redditi medio-bassi. Vedo l’orizzonte dei 5 anni di governo e quell’orizzonte mi serve anche per realizzare le grandi riforme di cui questa nazione ha bisogno».

Le riforme da fare

«Vorrei che questo fosse l’anno delle riforme: vedere i primi mattoni della riforma fiscale, avviare la riforma costituzionale, fare la parte più consistente della riforma sulla giustizia. E poi la grande riforma del merito, particolarmente nella scuola e intervenire sull’emergenza abitativa. C’è un grande lavoro da fare ma rispetteremo gli impegni presi».

Immigrazione

Speravo meglio sull’immigrazione, su cui si è lavorato tantissimo, i risultati non sono quelli che speravamo di vedere. Sono certa che ne verremo a capo ma questo tema merita una seconda fase di impegno”

Reddito di cittadinanza

«Sul reddito di cittadinanza abbiamo fatto la cosa giusta e quella che avevamo promesso: distinguere chi può lavorare da chi non può farlo. Chi non può lavorare mantiene il sussidio, chi può lavorare è giusto che abbia lavoro e formazione».

Salario minimo

«Sul tema del salario minimo mi stupisce che l’opposizione scopra oggi la sua utilità, perché in dieci anni al governo non lo hanno realizzato io che temo possa peggiorare la condizione di più lavoratori di quelli ai quali la migliora, ma aspettiamo la proposta del Cnel».

Superbonus

«Sul superbonus parlano i numeri. Centoquaranta miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all’istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli».

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