lunedì, 6 Maggio, 2024
Economia

L’economia italiana continua a rallentare: ad agosto e settembre Pil in calo dello 0,1%

L’economia italiana continua a rallentare. Non sono positivi le stime dell’Ufficio Studi confederale affidate all’ultimo numero di Congiuntura Confcommercio che in pratica conferma di come il rallentamento che si è registrato nella maggior parte dei Paesi europei abbia oramai coinvolto anche l’economia del Belpaese che invece in un primo momento aveva reagito meglio di altre nazioni. Nello specifico, dopo un secondo trimestre 2023 negativo, anche i mesi estivi hanno registrato una diminuzione dello 0,1% in termini congiunturali. Questo significa che il Pil italiano è cresciuto dello 0,2% su base annua nel terzo trimestre, ma è ancora ben al di sotto dell’obiettivo di crescita dell’1% fissato dal governo e dunque è ora possibile stimare un +0,8% (era +1,2% nella previsione precedente), mentre anche per il 2026 c’è un taglio da +1% a +1,3%. Il 2023, ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi Mariano Bella, è “caratterizzato da fibrillazioni ereditate dalla fine del 2022. Nel 2024 si proseguirebbe con variazioni congiunturali trimestrali attorno a 0,3-0,4, il profilo attuale è ai limiti della recessione tecnica, ma niente di drammatico sotto il profilo sostanziale”. Le cause del rallentamento sono molteplici, tra cui la guerra in Ucraina, l’inflazione, la stretta monetaria delle banche centrali e i problemi legati alla catena di approvvigionamento.

Debolezza dei consumi

La debolezza dei consumi è un altro segnale del rallentamento dell’economia italiana. Ad agosto, l’Indicatore Consumi Confcommercio è sceso dello 0,2% su base annua, per effetto della flessione della domanda di beni (-1,1%), non compensata completamente dalla crescita sul versante dei servizi (+1,3%).
Una flessione, questa, dovuta a diversi fattori, tra cui l’aumento dei prezzi, la minore disponibilità di reddito delle famiglie e la minore propensione al consumo. La crescita dei servizi è invece dovuta alla ripresa del turismo e degli spostamenti, nonché all’aumento della domanda di servizi di intrattenimento e ristorazione. Su base mensile, i consumi sono cresciuti dello 0,3%, grazie al recupero dell’automotive (+16,3%), dei servizi ricreativi (+12,7%) e dei trasporti aerei (+11,7%). Tuttavia, la domanda di alberghi e pasti e consumazioni fuori casa è rimasta poco dinamica (+0,3%).

Segni di fragilità

Per il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli il rallentamento dell’economia italiana è preoccupante: “Occupazione e produzione mostrano, infatti, segni di fragilità. Serve un’operazione fiducia attraverso la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime confermando, anche per il 2024, la riduzione del cuneo fiscale. Sarebbe una boccata di ossigeno in grado di rimettere in moto i consumi e la nostra economia”.

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