sabato, 20 Aprile, 2024
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Al Regina Elena microscopio confocale ultima generazione

È stato inaugurato oggi, presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE), il microscopio a fluorescenza confocale di ultima generazione, che consente di analizzare anche il “fenotipo” cioè “l’aspetto esteriore” del tumore, con tecnologie al vertice dell’imaging cellulare per risoluzione, sensibilità e velocità lineari. Il microscopio è stato donato dalla Fondazione Roma.

Lo strumento offre immagini ad altissima risoluzione di tutte le strutture interne della cellula: cromosomi, mitocondri, citoscheletro, su cellule fissate o anche su cellule vive senza quindi alterare il campione biologico con complicati passaggi di colorazione o fototossicita’. “Si tratta – dice Francesco Ripa di Meana, direttore generale IFO – di una piattaforma altamente innovativa che consente di potenziare e ‘fondere’ ricerca traslazionale e medicina di precisione”.

Il presidente della Fondazione Roma, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, evidenzia che “oggi giunge a felice conclusione un intervento da me fortemente voluto allorché ero presidente della Fondazione Roma, che testimonia, se ve ne fosse bisogno, la vicinanza della Fondazione alle esigenze di aggiornamento tecnologico della ricerca in campo bio-medico, da troppi anni trascurata, a causa della nota e costante inadeguatezza delle risorse pubbliche”.

La cellula tumorale è organizzata in comparti cellulari la cui dimensione è di nanometri e i livelli di segnale nei campioni biologici sono molto bassi. Grazie al nuovo super microscopio sarà ora possibile osservare, con un’elevata risoluzione, sensibilità e velocità tessuti biologici ottenuti direttamente da biopsie di pazienti, prima e dopo una terapia convenzionale o personalizzata.

Particolare attenzione e’ rivolta ormai all’osservazione del “microambiente tumorale”. Tale ambiente da’ importanti informazioni sulla componente infiammatoria che stimola la proliferazione e la sopravvivenza di cellule maligne, promuove la vascolarizzazione del tumore e le metastasi, sovverte le risposte immunitarie e la risposta a chemioterapici.

“Attraverso questo potente strumento – spiega Silvia Soddu, responsabile della Unità Network cellulari e bersagli terapeutici molecolari IRE – è quindi possibile studiare i parametri del microambiente tumorale rispetto al tessuto non patologico. Non solo. Attraverso la piattaforma sarà possibile osservare cellule vive, sia geneticamente modificate che sottoposte a trattamenti anti-neoplastici, per studiare i meccanismi molecolari coinvolti nella formazione dei tumori e nella risposta alle terapie mirate, o nella resistenza ai trattamenti.

Sarà anche possibile osservare parametri cellulari senza minimamente alterare la cellula: apoptosi, proliferazione, citotossicità, angiogenesi, proliferazione di cellule immunitarie e marcatori”. (Italpress)

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