giovedì, 2 Maggio, 2024
Salute

Gli italiani sempre più obesi e depressi

Rapporto Osservasalute della Cattolica

In Italia preoccupante tendenza verso l’aumento della sedentarietà, dell’obesità e della depressione. È l’allarme lanciato dal XX Rapporto Osservasalute 2022, condotto dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Secondo il rapporto, infatti, il 12% della popolazione italiana, pari a quasi 6 milioni di adulti, è obesa, e il 46,2% delle persone di età superiore ai 18 anni è in sovrappeso.

La sedentarietà sembra essere dilagante in Italia, coinvolgendo non solo gli adulti ma anche i più giovani. Il rapporto rivela un forte decremento della pratica sportiva tra i bambini e gli adolescenti, con una diminuzione del 15% nel periodo 2020-2021. Una deriva che rappresenta una sfida significativa per il futuro della salute pubblica, giacché uno stile di vita sedentario fa aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e obesità. L’analisi territoriale mostra una differente attitudine allo sport: le regioni del Meridione si caratterizzano per la quota più bassa di persone che dichiarano di dedicarsi al movimento nel tempo libero, fatta eccezione per l’Abruzzo e la Sardegna dove, rispettivamente il 35,3% e il 31,9%, praticano attività sportiva in modo continuativo o saltuario. Si registra, dunque, un valore significativamente decrescente da Nord verso Sud e Isole. Conseguentemente la sedentarietà è inversamente proporzionale: nella maggior parte delle regioni meridionali, più della metà della popolazione non pratica sport né attività fisica di alcun genere. È dunque fondamentale promuovere l’attività fisica sin dalla giovane età e creare opportunità per uno svago attivo e salutare.

Anche il diabete è in aumento tra gli obesi, colpendo il 15,5% della popolazione e, quasi il 12% delle persone sedentarie soffre di questa patologia. Un altro aspetto allarmante emerso dal report, riguarda l’aumento della prescrizione di farmaci antidepressivi. Dal 2011-2012, si è registrato un costante incremento, culminato in un +10,4% tra il 2017 e il 2021. Nel 2021, il consumo di questi farmaci è aumentato del 2,4% rispetto all’anno precedente.

Un ulteriore problema emerso, è legato all’ambiente. Anche un contesto insalubre può contribuire a far ammalare le persone. Nel 2020 il 55,1% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali in Italia presentava tracce di pesticidi. Nonostante ciò segnali una diminuzione rispetto agli anni precedenti, le Regioni più colpite risultano essere l’Umbria (94,1%), Puglia (86,4%) e Sicilia (81,6%), seguite da Piemonte, Lombardia e Veneto con una presenza superiore al 70%.

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Redazione

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