domenica, 5 Maggio, 2024
Società

Il Papa: Anche i transessuali figli di Dio

Qualcosa nella Chiesa di Papa Francesco si muove, alcune volte si tratta di piccoli segnali come la presenza delle chierichette donne che si cominciano a vedere sull’altare accanto al celebrante, altre volte di rivoluzioni copernicane. I messaggi che il Pontefice sta lanciando dalla Giornata Mondiale della Gioventù 2023 sono forti e potenti. Sta parlando di una Chiesa che accoglie tutti, al servizio di chiunque abbia bisogno, soprattutto gli “scartati”, “i preferiti da Dio”, che “ci ama così come siamo”. Il Papa non si nasconde, non copre le colpe e i limiti della Chiesa che rappresenta. Lo ha dimostrato il primo di giorno nella visita fuori cerimoniale alle vittime di abusi sessuali avvenuti da parte del clero spagnolo dal 1950 in poi, ma anche nella intervista alla rivista cattolica spagnola Vida Nueva, dove parla, senza mezzi termini, della “rigidità dei nuovi sacerdoti”, “brutto sintomo della vita interiore”. “Il pastore non può permettersi di essere rigido – dice il Santo Padre -. Il pastore deve essere a disposizione per qualsiasi cosa accada”. E ai vescovi avverte “di stare attenti a questa deriva”, rimarcando che occorrono “seminaristi normali, con i loro problemi, che giochino a calcio, che non vadano nei quartieri a dogmatizzare”.

Nella stessa intervista, Bergoglio lancia poi un messaggio ancora più forte per un Pontefice, che rende ancora meglio il concetto di come siamo tutti figli e figlie di Dio, senza nessuno escluso, alludendo, per esempio, ai transgender. “La prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano e mi hanno visto, se ne andarono piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio – ha dichiarato Francesco -. Come se avessi fatto qualcosa di eccezionale con loro. Ma sono figlie di Dio”. Non è la prima volta che il Santo Padre affronta tematiche LGBT. Nel settembre 2020, per esempio, salutando i genitori con figli omosessuali dell’associazione “Tenda di Gionata”, ha rivolto loro parole di affetto e di incoraggiamento: “La Chiesa ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio”. E ha successivamente aggiunto: “La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente”. E a ridosso del GMG di Lisbona in un podcast ha ascoltato la storia di Giona, ragazzo di 22 anni disabile e transgender, che si è rivolto al Papa per confidandogli le difficoltà di conciliare fede e identità di genere. “Nella mia comunità parrocchiale mi sento appena appena sopportato e colgo spesso imbarazzo e disagio”, ha spiegato Giona.

Le parole chiave sono, dunque, amore, inclusione, accoglienza e servizio, parole spesso abusate e poco praticate. Ma è questo che probabilmente ha in mente Francesco quando invita i giovani a costruire un mondo migliore. “L’amore non rende felici solo in cielo, bensì già qui in terra, perché dilata il cuore e permette di abbracciare il senso della vita. Se vogliamo essere davvero felici, impariamo a trasformare tutto in amore, offrendo agli altri il nostro lavoro e il nostro tempo, dicendo parole e compiendo gesti buoni, anche con un sorriso, con un abbraccio, con l’ascolto, con lo sguardo”. Così Papa Francesco durante l’incontro con i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e carità di Lisbona, come il Centro Paroquial da Serafina, la Casa Famiglia Ajuda de Berco e l’Associazione Acreditar, visite che lui ha richiesto fortemente perché più vere di altre istituzionali.

 

 

Condividi questo articolo:
Sponsor

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.