domenica, 19 Maggio, 2024
Società

Giubileo 2025, la Regione Lazio diventi un hub europeo dell’innovazione

Intervento tenuto lunedì 24  luglio a Roma durante l’incontro tra il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e i membri della Consulta dei giovani imprenditori e professionisti di Roma e del Lazio svoltosi presso la Casa dell’Architettura – Acquario Romano.

L’UCID (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) rappresenta dal ’47 in Italia gli imprenditori e i manager cattolici, impegnati ad applicare nelle loro aziende i principi della Dottrina sociale della Chiesa (la centralità della persona, la promozione del bene comune, la solidarietà, la sussidiarietà) e a testimoniare che non solo è possibile sposare la creazione di profitto con l’etica ma anzi che l’etica è alla base di profitti solidi e duraturi.

Come Movimento Giovani, lo abbiamo ripetuto anche in altre sedi, crediamo che il Giubileo 2025, in combinazione con le opportunità del PNRR, rappresenti non solo un evento di importanza mondiale per la Cristianità – si prevedono oltre 40 milioni di pellegrini su Roma – ma anche una sfida da cogliere senza esitazioni da parte dell’imprenditoria, dato l’indotto che l’evento è in grado di generare, nonché una sfida per la stessa classe dirigente politica, chiamata a gestire e destinare ingenti risorse.

Le scelte amministrative, in questo scenario, avranno un impatto di lungo periodo: il Giubileo 2025 è una grande opportunità per rilanciare il turismo e trainare la ripresa economica romana e laziale. A partire da Roma il Lazio deve ritrovare la propria vocazione universale: oggi la Capitale d’Italia e della Cattolicità mondiale, non solo è il primo polo universitario europeo ma anche la seconda area del Paese per numero di start-up innovative, molte delle quali espressione del talento e dell’ingegno tipico dei giovani.

Noi crediamo che in questa fase occorra investire di più in infrastrutture digitali e nella trasmissione dell’innovazione dalle università al mondo delle imprese.

Roma così come il comune più piccolo della nostra Regione debbono diventare le smart cities dell’arte mondiale e quale migliore occasione del Giubileo per una Regione che esprime un patrimonio straordinario in termini di storia, di arte e di fede e una vocazione giovanile all’innovazione digitale e tecnologica in ambito imprenditoriale?

Siamo chiamati a progettare un nuovo tipo di turismo, che resista all’impatto delle diverse crisi. Oggi è possibile dare vita a nuovi canali di fruizione e di accesso digitale all’arte e alla cultura, che potremmo sperimentare già nel Giubileo. I grandi eventi sono da sempre occasione per attrarre capitali stranieri, far lavorare imprese locali, rimettere in moto l’economia. Dobbiamo decidere ora il volto che Roma e il Lazio avranno nel 2030.

Le start-up ad alto contenuto tecnologico e le Pmi innovative, peraltro, saranno in futuro uno dei motori principali dell’occupazione giovanile qualificata: nel 2020, anno della crisi pandemica, il 70% delle start-up e delle imprese innovative italiane ha aumentato il proprio organico e in un caso su cinque il personale è addirittura raddoppiato rispetto al 2019.

I dati camerali, che raccolgono le informazioni sulle start up innovative a partire dal 2012, a fine 2022 parlano di oltre 17mila start up e Pmi innovative iscritte al registro, evidenziano un’accelerazione di nuovi soggetti negli ultimi anni. Si tratta di imprese specializzate prevalentemente nei settori dei servizi It e software, attive su un’elevata molteplicità di ambiti, che spaziano dal mondo della salute a quello di industria e agricoltura 4.0, dal settore culturale-turistico al mondo della formazione e del gaming, dal fintech ai servizi professionali in ambito legale, contabile e/o assicurativo.

Si tratta cioè di imprese di piccole-piccolissime dimensioni, che occorre supportare per far crescere e far entrare nella fase di scale-up.

Se dall’innovazione verrà una fetta importante dell’occupazione giovanile, sarà altresì necessario preparare i ragazzi che escono dalle diverse facoltà universitarie, oltre che alle tradizionali professioni (alcune in crisi e destinate a trasformarsi), anche all’avvio di imprese innovative, creando connessioni virtuose fra i luoghi della formazione e della ricerca e l’industria dell’innovazione. Il paradigma dell’open innovation porterà sempre più imprese a ricercare l’innovazione all’esterno dell’azienda, entrando in contatto fecondo con il mondo delle università e con quello della ricerca. Questo genera già ora nuove opportunità per i giovani (parliamo di studenti, ricercatori, sviluppatori, startuppers) che hanno conoscenze e idee da proporre a grandi aziende e più in generale a stakeholders interessati. Il tutto può e deve tradursi in reali opportunità di profitto e di reddito, anche per arrestare l’espatrio di talenti che ormai va avanti da anni.

Per avere progetti scalabili che si trasformino in imprese e in occupazione serve la tecnologia e serve una selezione che premi le idee giuste, cioè quelle in grado di creare valore sociale e valore economico. La Regione Lazio può esercitare in quest’ottica un ruolo di coordinamento fra le diverse iniziative e opportunità, mettendole in rete, a patto che il decisore pubblico ascolti di più la nostra generazione.

Oggi si tratta di fare scelte che impatteranno in modo maggiore sulle vite delle giovani generazioni, il PNRR stesso produrrà debiti che saremo noi e le prossime generazioni a dover ripagare.

Proprio dal dialogo con le nuove generazioni che già lavorano e danno lavoro può nascere un nuovo tipo di concertazione e di governance che guardi all’impatto futuro delle scelte odierne, superando l’ottica del breve periodo di cui è ammalata la politica. Su questo terreno noi saremo sempre pronti a sederci al tavolo con i decisori per esprimere una visione utile a tutti, perché di respiro lungo e non corto.

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