sabato, 27 Aprile, 2024
Lavoro

Superare gli egoismi per una visione del futuro

Due drammatici episodi su cui riflettere che devono smuoverci dall’indifferenza per recuperare il valore sociale ed etico di uno sforzo comune per il futuro nostro e del Paese. I due avvenimenti luttuosi sono distanti tra loro. L’incidente di Casal Palocco alle porte di Roma dove il piccolo Manuel di 5 anni è morto nello schianto tra due auto  causato da un Suv preso a nolo da quattro youtuber che partecipavano a una sfida estrema; mentre  in Grecia a 45 miglia al largo dalla costa del Peloponneso, un barcone è affondato con  600 migranti a bordo. La conta di chi ha trovato scampo si ferma a 104, tutti gli altri sono dispersi, tra questi stipati in stiva c’erano oltre 100 bambini. Erano provenienti dalla Siria, Egitto e Pakistani.

Solidarietà e sentire comune

Due notizie dove i bambini sono le prime vittime di un mondo che non prevede più il futuro. Questo oltre alla disperazione e il dolore è l’aspetto più angosciante sul quale dobbiamo ragionare.
Siamo sempre più distaccanti da quella visione d’insieme, dalla partecipazione ad un impegno comune per creare una società migliore. Gli eventi certo ci sgomentano, ci fanno rabbia, compassione, ci emozionano ma poi non riusciamo a trovare il bandolo, non riusciamo a creare quella catena umana di solidarietà e impegno collettivo.

La solitudine degli egoismi

È una parola che non piace, quella di “egoismo”, ci indica un mondo freddo, impoverito, privo di sentimenti, dove ognuno vive per sé. Eppure ogni giorno di più registriamo nelle persone e in noi questa solitudine che non è quella creativa e poetica, ma una auto referenza. Un illusorio arroccarsi su se stessi, in pochi amici, o nella propria famiglia, come unici baluardi in grado di arginare il male o quello che non ci piace. Uno scenario che esclude il riflettere in modo ampio, nell’immedesimarci nelle difficoltà del prossimo, in quel “sentire comune” di una comunità e di una Nazione. Ha ragione Giuseppe De Rita, sociologo che pone a 90 anni riflessioni e interrogativi con grande acume e passione.  “La crisi è sociale, non economica. Italiani sono spaventati perché senza obiettivi”, osserva De Rita, “Si è persa la carica di andare avanti e di crescere”.  Per il fondatore del Censis, proprio nella società, “nelle sue fibre sottili che ci sono problemi, nei femminicidi, nella violenza giovanile”.

Sistema che produce violenze

I segni di questo crescente disinteresse e “polarizzazione” di violenza e aggressività disumanizzante sono per i ricercatori, filosofi e statisti come l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama frutto di un “ecosistema online sovraccarico dei peggiori impulsi umani”. Un sistema  che favorisce e promuove disinformazione, estremismi, divisioni e frammentazioni. In questi giorni il tema dell’impatto che i  modelli di business delle nuove tecnologie hanno sulla società e sulla tenuta dell’ordine democratico e della convivenza civile, sono tornati in Italia di attualità. Un segno di crescita di interesse che va coltivato.

Basta insensate mostruosità

A commentare il grave episodio di Casal Paolocco con i quattro ragazzi “YouTuber” che hanno provocato l’incidente causando la morte del bimbo e il ferimento della madre e della sorellina, solo per postare un video, è Carlo Calenda. “Quello che è accaduto è una insensata mostruosità. I canali social vanno regolati, le piattaforme devono essere responsabili per i contenuti pericolosi che contribuiscono a diffondere occorre fare una grande campagna informativa sui rischi connessi”. Siamo d’accordo con queste parole perché il flusso di informazioni incontrollate via social media possono essere manipolate e distorte ad arte, lo hanno ben compreso regimi dittatoriali e forze autoritarie.

Ascoltiamo Papa Francesco

Ma non basta che ci siano regole severe, il vero cambiamento delle arrivare da quelle “fibre sottili” della società di cui parla De Rita, da tutti noi. Iniziare a comprendere come nel caso della guerra in Ucraina che sono fatti e disastri che ci riguardano da vicino, da molto vicino, che una arma nucleare non ha confini, che la crisi dell’export di grano in Africa innescherà una ondata di milioni di migranti, che dire no alla guerra e favorire ogni sforzo di pace come chiede e prega Papa Francesco, serve per il bene e la vita di tutti.

Ricostruire il futuro

Che ciò che illusoriamente riteniamo distanti da noi ci travolgerà se non saremo in grado di essere  lungimiranti. Dobbiamo ricostruire rapporti che abbiano una visione del domani.
Riconquistare in primo luogo una comunità di persone che pensano, desiderano e costruiscono un futuro migliore. Non abbiamo altre scelte per non sprofondare nella disumana, povertà di insignificanti egoismi.

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