Un Report per approfondire la conoscenza della situazione delle donne vittime di violenza che si rivolgono ai servizi ospedalieri. Nel report vengono analizzati i contenuti informativi relativi agli accessi in Pronto Soccorso rilevati dal Sistema EMUR (Prestazioni di assistenza sanitaria in emergenza – urgenza) e ai ricoveri ospedalieri, che vengono rilevati con il flusso della Scheda di dimissione ospedaliera (SDO). L’analisi, aggiornata al 2021, considera l’evoluzione del fenomeno nel quinquennio 2017-2021, evidenziando gli effetti indotti dalle restrizioni imposte per contenere l’epidemia da Covid-19, confrontando i dati nel periodo pre-pandemico (2017-2019) con quello pandemico (2020-2021). Nel 2021 sono state 11.771 le donne che hanno effettuato un accesso in Pronto Soccorso (PS) con indicazione di violenza, per un totale di 12.780 accessi (gli uomini sono 10.246 per 10.844 accessi totali). Le giovani donne di 18-34 anni sono state le più colpite dagli episodi di violenza, seguite dalle donne adulte di 35-49 anni. È quanto emerge dal Report dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e il ministero della Salute, per approfondire la conoscenza della situazione delle donne vittime di violenza che si rivolgono ai servizi ospedalieri. Nel report vengono analizzati i contenuti informativi relativi agli accessi in Pronto Soccorso rilevati dal Sistema EMUR (Prestazioni di assistenza sanitaria in emergenza – urgenza) e ai ricoveri ospedalieri, che vengono rilevati con il flusso della Scheda di dimissione ospedaliera (SDO). L’analisi, aggiornata al 2021, considera l’evoluzione del fenomeno nel quinquennio 2017-2021, evidenziando gli effetti indotti dalle restrizioni imposte per contenere l’epidemia da Covid-19, confrontando i dati nel periodo pre-pandemico (2017-2019) con quello pandemico (2020-2021). La quota di accessi a causa di violenza con codice verde del triage (urgenza minore) diminuisce dal 76,2% nel 2017 al 60,3% nel 2021, mentre quella con codice giallo (urgenza e urgenza differibile) sale dal 12,8% al 27,7%. Sempre secondo l’indagine Istat-ministero della Salute, gli accessi in PS con indicazione di violenza presentano un’elevata variabilità a livello regionale sia per il genere maschile che femminile. Nel periodo precedente la pandemia l’incidenza per 10.000 accessi totali varia per le donne da 3,0 in Molise a 23,3 in Liguria, mentre nel periodo post pandemia da 2,6 in Molise a 27,6 in Abruzzo. Nel 2021, sono state 1.083 le donne ricoverate in ospedale in conseguenza della violenza per un totale di 1.171 ricoveri nell’anno. Dopo una sensibile diminuzione di questi ricoveri nel 2020 (-29,9% rispetto al 2019) per le elevate difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere durante l’emergenza sanitaria, nel 2021 il recupero è stato più consistente rispetto al totale dei ricoveri ordinari (+12,4% contro +5,6% rispetto al 2020). Per gli uomini, invece, i ricoveri sono più frequenti (3.197 uomini per un totale di 3.459 ricoveri) e il tasso raggiunge l’1,20 per 10.000 uomini, contro lo 0,39 del tasso femminile. Differiscono tuttavia le motivazioni della violenza: per le donne sono più frequenti rispetto agli uomini il maltrattamento e le violenze all’interno della coppia e della famiglia, per gli uomini sono più frequenti le lesioni inflitte da altre persone, analogamente a ciò che accade per gli omicidi. I tassi di ricovero di donne con indicazione di violenza (0,39 per 10.000 nel 2021) sono più elevati per le minorenni (0,66 nel 2021, anno in cui il tasso supera quello delle giovani di 18-34 anni pari a 0,57), sono prossimi alla media per le donne adulte di 35-49 anni e più bassi dopo i 50 anni di età. I tassi di ricovero in regime ordinario con indicazione di violenza delle donne straniere sono oltre tre volte più elevati di quelli delle italiane (0,99 per 10.000 residenti contro 0,29) nel 2020-2021. Il divario sale a quattro volte tra le giovani di 18-34 anni.