venerdì, 19 Aprile, 2024
Politica

Questo matrimonio s’ha da fare. Ma evitando la Guerra dei Roses

Fidanzati litigiosi spesso diventano una coppia solida. E viceversa. Sarà così anche per Calenda e Renzi? Probabile. Anche perché altrimenti rischiano entrambi di restare zitelli.
“Se non si pigliamo tra loro chi se li piglia?” direbbero le malelingue. Ma, battute a parte, lo psicodramma che si sta consumando nel Terzo Polo rischia di essere una tempesta in un bicchiere d’acqua che però offusca la credibilità di entrambi i leader.
Renzi è imprevedibile, Calenda è l’opposto. Il primo è un po’ guascone e strafottente, il secondo è un tipo perbenino, precisino e quindi anche permaloso. Tra loro dovrebbero parlarsi di più in privato davanti a un notaio che certifica il loro patto a non smentirsi in pubblico un attimo dopo. 

Il gioco di Renzi è chiaro. L’artefice di due governi della scorsa legislatura sa che stavolta non ci sono margini per mandare a gambe all’aria l’Esecutivo presieduto da Meloni. Quindi un tipo irrequieto come lui mica può stare 4 anni in silenzio o limitarsi a fare qualche fuoco d’artificio al Senato prendendosela prevalentemente con i 5stelle e con il Pd. Si annoierebbe. Meglio lasciare la scena politica ad altri e intanto fare scintille su un altro palcoscenico, quello di un giornale di proprietà di un amico.

Questo non significa che Renzi firma a Calenda una cambiale in bianco Tutt’altro. Al Congresso di fondazione del nuovo partito Italia Viva esprimerà un candidato che si contrapporrà a Calenda e poi si conteranno i voti. Renzi avrà così un suo fedelissimo che, se anche non dovesse battere Calenda, farebbe comunque da terminale del direttore del Riformista, almeno fino a quando l’ex sindaco di Firenze non deciderà che sarà giunto il momento di tornare in campo. Cosa che potrebbe avvenire negli ultimi mesi della legislatura, cioè nel 2027.

Nel frattempo le nozze andranno avanti anche perché sia Renzi che Calenda vedono un momento propizio per allargare il consenso del Terzo Polo. I radicali di Più Europa poco avranno a che spartire con Schlein e quindi molto probabilmente faranno squadra comune. Messi insieme superano la soglia psicologica del 10%. Ma poi c’è da vedere cosa succederà nel Pd. Non è improbabile che la componente moderata prima o poi possa uscire dal partito. E dove andrebbe se non dagli ex colleghi, Renzi e Calenda?. E poi ci sono le ipotesi sul futuro di Forza Italia, un partito troppo identificato con Berlusconi che alle prossime elezioni sarà novantenne.

Insomma le prospettive per il Terzo Polo sulla carta non sono pessime. Ma il consenso verso un’area moderata esige che i leader di quell’area diano esempio di moderazione anche nei loro rapporti. È vero che l’amore non è bello se non è litigarello. Ma se si esagera si finisce poi col farsi del male come nel film “La guerra dei Roses”.

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