In media nella regione Lazio sono scomparse 27 aziende al giorno, il calo più vistoso in Italia. Tra i settori più colpiti il commercio al dettaglio (-4.087 aziende, pari ad un calo del 3%), quello all’ingrosso (-3.126, -7,8%) e il commercio e la riparazione di autoveicoli (-650, -3,8%). Il terziario nel Lazio non è ancora tornato ai livelli pre-Covid, ma continua a rappresentare una fetta importante dell’economia regionale. Prosegue la lieve crescita degli addetti, ma il ricorso alla Cassa integrazione è ancora diffuso. Un lavoratore su quattro, infine, perde salario e diritti a causa degli effetti del dumping contrattuale, molto più diffuso nella regione rispetto alla media nazionale. È quanto emerge dall'”Osservatorio territoriale sul terziario del Lazio” e dalla “Ricerca sulla contrattazione nel settore”, realizzati da Ebit Lazio, LabChain (Centro di studi e ricerca interuniversitario) e Università Roma Tre e presentati a Roma, nel corso dell’iniziativa per il Ventennale dell’Ente bilaterale del terziario. In un anno sono scomparse oltre 10.000 imprese nel terziario (-5,1%) Secondo i dati dell’Osservatorio (responsabile scientifico la professoressa Silvia Ciucciovino dell’Università Roma Tre), nel secondo semestre del 2022 nel Lazio il numero di imprese attive nel terziario è sceso da 271.844 a 261.704 rispetto allo stesso periodo del 2021, con un calo di 10.140 unità (-5,1%). Nella regione la maglia nera va alla provincia di Roma, con una diminuzione del 7,4%. Seguono Rieti (-3,9%) e Viterbo (-1,8%). Situazione stabile, invece, a Latina e Frosinone: -0,2%. I tempi pre-Covid restano quindi lontani: tra giugno 2019 e giugno 2022 il saldo negativo nel commercio è stato pari a circa 9.000 unità. Con oltre 261mila aziende, il terziario continua comunque a rappresentare più della metà delle imprese laziali: nel 2022 erano 482.195 totali. In questo scenario l’occupazione sembra tenere. Nel 2022, infatti, si prevede una espansione del 2,1%, mentre nel 2023 ci sarà un rallentamento della crescita (+1%). Nel II trimestre del 2022 risultano nel Lazio 888.406 addetti nel terziario, in aumento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+38.127) e del 2019 (+25.339). Nel dettaglio emerge la sofferenza del commercio: il saldo con il 2021 resta positivo (+3.888 addetti), ma rispetto al 2019 mancano all’appello oltre 9mila unità. Nel Lazio il primo semestre del 2022 è stato caratterizzato da oltre 70mila differenti attivazioni di rapporti di lavoro nel terziario (l’11,7% del totale nazionale), cresciute del 18,2% rispetto al 2021 e del 36,6% rispetto al 2020. Il dato non è ancora tornato ai livelli del 2019, con uno scarto maggiore rispetto al dato nazionale, pari al -5,2%. Tra le performance migliori si segnalano le donne, +19,7% nel 2022, i lavoratori della fascia 35-44 anni, +23,5%, gli stranieri, +23,9%. Aumentano, infine, i contratti a tempo indeterminato: nel terziario sono il 25,3% (nell’intero mercato del lavoro si fermano al 12,6%). Nel Lazio gli ammortizzatori sociali attivati nel commercio continuano a pesare per oltre il 50%: 21,6 milioni di ore di cassa integrazione nei primi nove mesi del 2022, sulle 40 complessive. Nulla a che vedere, comunque, con le 141 milioni di ore del solo commercio del periodo gennaio-settembre del 2021. In calo i consumi delle famiglie, nel 2023 crollo degli investimenti. Il dato sui consumi delle famiglie resta elevato nel 2021 e nel 2022: in entrambi gli anni è previsto un aumento del 5,2%. Nel 2023 si passa invece al 2,3%. Bene gli investimenti nel 2021, +15,1%, e nel 2022, +13,1%. Nel 2023 sensibile calo: è prevista una crescita limitata, pari all’1,5%.