venerdì, 29 Marzo, 2024
Economia

Il fisco “richiama” 2.6 mln di contribuenti. Faro GdF su chi tace e non si ravvede

Pnrr. Recuperare il 15% di evasione in tre anni. 2023, previste nuove entrate per 2,4 mld

La parola chiave che innescherà le “azioni ispettive” della Guardia di Finanza è “inerti”. Ossia quella parte di cittadini che per l’Agenzia delle entrate e riscossioni non si è data la pena di mettere in atto un ravvedimento di precedenti omissioni o errori nelle loro dichiarazioni dei redditi. Un silenzio che per la riscossione è di fatto indice di “pericolosità fiscale”. Un mutismo per paradosso così eloquente da richiamare il faro dei controlli delle fiamme gialle.

Fisco tra inasprimenti e tregue

Il tema fisco in questi giorni, come un fiume carsico, appare e scompare dalla agenda mediatica, che oscilla tra gli annunci di “tregua”, e di “inasprimento”. Di certo i prossimi mesi, – anche sotto la spinta sempre più poderosa degli obiettivi fiscali previsti dal Piano nazionale di Ripresa, – saranno segnati dal intensificarsi dei controlli anti evasione. Non è un fatto nuovo. Da ricordare che a novembre dello scorso anno, il fisco ha ottenuto ottimi risultati, incassando in anticipo rispetto alla previsione Pnrr di fine dicembre, le somme che erano state richieste ai contribuenti. Un recupero di evasione che in larga parte ha funzionato con il solo invito bonario. Stessa modalità sarà per il 2023.

Caccia a omissioni e infedeltà

Sono in partenza 2,6 milioni di lettere di compliance – nelle quali sono riportate delle anomalie rinvenute nelle dichiarazioni dei redditi, relative a presunte omissioni o infedeltà. Alert spuntati fuori mettendo a confronto i dati dichiarati con quelli che l’Agenzia ha a disposizione all’interno delle proprie banche dati – milioni di missive pronte ad essere recapitate agli interessati già dai prossimi giorni. Si annuncia per i cittadini una escalation di documenti fiscali, perché per il 2024 e il 2025 ci sarà l’invio complessivo di sei milioni di lettere a quanti saranno segnalati negli “alert”.

Pnrr e lotta all’evasione

Chi riceverà il documento di adempimento spontaneo” degli obblighi tributari non avrà altre sorprese ma alla sola condizione che dovrà semplicemente mettersi in regola e quindi pagare il dovuto. Se le proiezioni di incasso – ritenute verosimili e in linea con le previsioni del Piano nazionale di Ripresa -, saranno rispettate, lo Stato incasserà 2,4 miliardi per il 2023 per poi crescere a 2,77 miliardi sia nel 2024 che nel 2025. Una progressione significativa che rientra nell’attuazione del Pnrr in materia fiscale. L’obiettivo del Piano è tagliare l’evasione fiscale del 5% per il prossimo anno e del 15% entro i prossimi tre anni. Numeri che l’Agenzia delle entrate prevede di raggiungere senza che si inneschino lunghe, imprevedibili e costose liti tributarie. Il meccanismo delle lettere di ravvedimento funziona perché porta un indubbio vantaggio al contribuente che ha uno sconto sul dovuto e può beneficiare di otto rateizzazioni. Secondo una prima stima solo capitolo sul ravvedimento degli importi non dichiarati il fisco potrebbe incassare nel 2023, altri 844 milioni di euro.

“Inerti” nel mirino delle ispezioni

Se invece anche di fronte agli inviti bonari, alle lettere di compliance, il cittadino non si curerà di dare risposte che “non fornisce giustificazioni o non si ravvede”, e, soprattutto, non mostrando nessuna intenzione di pagare, ecco che entra nella dimensione poco rassicurante di “inerte”. Un obiettivo che finirà per “rafforzare la strategia di prevenzione” dei controlli mirati. C’è però una ultima possibilità, quella di una annunciata “tregua fiscale” forse l’ultima spiaggia per il cittadino “inerte” di scrollarsi di dosso il debito con l’Agenzia ed evitare di finire con i conti passati al setaccio dalla guardia di finanza. Perché allora il “profilo di pericolosità fiscale” potrebbero portare a scoprire ulteriori evasioni e sarebbe un ulteriore serio problema.

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