martedì, 23 Aprile, 2024
Società

Un giurista sognatore. Ricordo del Prof. Antonio Palma

Nel giorno in cui a Napoli si svolgono le esequie per l’ultimo saluto al Prof. Antonio Palma, dopo i tanti articoli che hanno reso omaggio alla sua brillante carriera accademica ed ai suoi tanti incarichi pubblici, noi della Discussione, che abbiamo goduto dell’amicizia del Prof. Palma, vogliamo ricordarlo semplicemente come Antonio, il giurista che sogna rimanendo desto.

Mentre per alcuni uomini gli appellativi prof, presidente, avvocato, consigliere, direttore,finiscono per fagocitarne il nome, la personalità e l’umanità, ad Antonio Palma non è mai accaduto.

Io Allieva, collega, socia amica, non l’ho mai chiamato Antonio, ma nonostante la grande differenza di levatura professionale, come tutti, mi sono sempre sentita messa a mio agio. Pur lasciando l’appellativo prof solidamente ancorato all’intimità del condividere iniziative e progetti giuridici, l’umiltà della persona Antonio si è sempre declinata in rapporti fra pari.

Antonio Palma era una persona senza età. Autenticamente easy, smart, moderno, gioviale, vanitoso, istrionico, goloso, ironico seppur napoletanamente malinconico, con una risata cristallina e solare.

Imperfetto come qualsiasi uomo, nessuna albagia nel portamento, nessuna protervia nelle arringhe, nessuna superba saccenza nelle lezioni.Solo il lusso di essere autenticamente snob nell’ascoltare la Musica ed autenticamente libero nel salire e scendere da un treno in corsa.

La musica ed il ritmo, l’armonia e la velocità erano connaturati al suo pensiero. Anche se per brevi tratte, l’ebbrezza dell’essere sempre edovunque un Ulisse che parte e torna da Itaca, lo rendeva leggero, leggero, oltre la sua  fisicità e la sua mole di impegni.

Viveva auscultandosi, consapevole che il battito della vita va onorato ed incoraggiato ogni giorno con il sogno. 

Di questo sognare, intriso di sfide che affondano le radici nella sua visione -dimensionediacronica dello studioso pazzo di diritto romano e di giurista pragmatico, è denso il suo ultimo saggio sulla cittadinanza romana Civitas romana, civitas mundi ( edito da Giappichelli).

Come un boomer Giano bifronte, Palmasogna e ridisegna, volgendo lo sguardo al passato e al futuro, i concetti universali di integrazione dell’altro, accoglienza, identità, patria, pace sociale. E restando desto mette in discussione la possibilità che la società possa essere ancora rappresentata unitariamente.  Anche prima del covid -19 la dimensione relazionale è andata perduta, la gente non è umanità: senza integrazione difficilmente può divenire comunità.

Ed anche il suo ultimo incarico pubblico come Presidente dell’Istituto Poligrafico Zecca di Stato è stato attraversato dalla genialità del suo sognare. Spalancando i cancelli dell’austero istituto, lo zefiro ribelle che scompigliava i folti capelli canuti del Presidente Palma, protettore dei navigatori, ha consentito al Prof. Palma di aggregare e calamitare l’attenzione sui “tesori di Stato”.  Il Poligrafico non solo scrigno di monete e medaglie ma dell’identità nazionale e della pubblica fede.

Con eguale maestria ha condotto e diretto i salotti del nostro Premio IusArteLibri Il Ponte della Legalità. Insieme a tanti scrittori avvocati e magistrati abbiamo attraversato l’Italia dalla Calabria sino a Pontremoli per creare entropie ed eterotopie di giustizia e legalità.

Antonio Palma, esteta raffinato, innamorato del diritto, ci ricordava sempre che non è importante vincere una causa, l’importante è non perdere il diritto. Il diritto va oltre la morte perché alla base di un diritto c’è sempre un uomo capace di sognare.

Il vuoto che il Prof lascia e che ci unisce al dolore dei suo famigliari, è attenuato solo dalla certezza, che per salire sul suo ultimo treno, il giurista sognatore abbia obbedito all’ordine “Anto’….  fatti leggero, leggero”.

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