venerdì, 19 Aprile, 2024
Esteri

Iran: 109 manifestanti a rischio esecuzione

109 persone in Iran, arrestate durante le dimostrazioni antigovernative in corso da quasi 4 mesi nel Paese, rischiano di essere condannate a morte o giustiziate se la pena capitale per loro è già emessa. Lo denuncia la “Iran Human Rights”. La ong sottolinea inoltre che il numero potrebbe essere anche maggiore perché le autorità di Teheran esercitano pressioni sulle famiglie dei condannati affinché non rendano pubbliche le loro vicende.

Nella lista pubblicata dalla ong, la maggior parte delle persone hanno tra i 20 e i 30 anni e alcuni sono minorenni. Da una settimana destano, intanto, enorme preoccupazione le condizioni di salute delle 15 attiviste detenute nella prigione Kachuei a Karaj, alle porte di Teheran in sciopero della fame e della sete. Ad unirsi alla loro lotta coraggiosa un gruppo di studenti universitari e altre persone che si trovano in carcere per aver partecipato alle proteste di piazza. Tra questi figura Arjang Mortazavi, studente in informatica già bandito dall’università e arrestato dopo essere stato convocato dagli agenti di polizia, che da oggi possono vantare un nuovo capo nella figura dell’ex Pasdaran Ahmadreza Radan.

A nominarlo la Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei al posto di Hossein Ashtari. Secondo notizie ufficiose, Khamenei avrebbe contestato all’ex comandante della polizia la sua “incompetenza” nel reprimere le proteste. Radan, ex membro delle Guardie Rivoluzionarie, è già stato vicecapo della polizia, coinvolto nella violenta repressione del Movimento Verde del 2009. Ha anche fatto parte della Polizia morale. Gli Usa hanno considerato Radan responsabile di gravi violazioni dei diritti umani.

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