domenica, 22 Dicembre, 2024
Politica

Pronta la manovra da 32 miliardi. Tensioni sull’autonomia differenziata

Lunedì il varo della legge di bilancio in Consiglio dei ministri

Il vertice con il premier Meloni. Ok alla manovra da 32 miliardi. Passa la riforma “ponte” della previdenza. Energia, alle famiglie bonus e rateizzazioni. Tregua fiscale c’è l’ok ma si rinvia per i capitali all’estero. Tensioni sulla “Autonomia differenziata”.

La corsa per il varo della legge di Bilancio è iniziata ieri alle 18 a palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha incontrato i capigruppo parlamentari dei partiti di maggioranza per la messa a punto di una manovra che tra misure e investimenti prevede un impegno finanziario di 30-32 miliardi. Il disco verde arriverà, salvo complicazioni, lunedì dal Consiglio dei ministri. Poi il rally in Parlamento per l’approvazione definitiva, che potrebbe riservare qualche sorpresa. Il tema sulla “Autonomia differenzia” fortemente voluto dalla Lega ha già acceso un dibattito tra esponenti di Governo e governatori regionali del Sud. Botta e risposta di prossime tensioni.

Pensioni, bollette e nuovo RdC

Presenti al vertice i capigruppo di Fdi, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. All’incontro hanno partecipato anche i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Il confronto secondo fonti di Governo è stato di merito senza inciampi politici, spianando la strada al voto del Consiglio dei Ministri. Diverse le novità.

Previdenza, la mini riforma

Sulle pensioni, in attesa di una vera riforma, il Governo ha messo a punto un nuovo “ponte”- questione su cui i sindacati non rimarranno in silenzio – la scelta della maggioranza riguarda solo il 2023, quando si andrà in pensione con 41 anni di anzianità e 61 anni di età. Ma l’età potrebbe salire a 62 per motivi di copertura economica. Tema speculare la revisione del Reddito di cittadinanza, che non sarà più a vita, ma durerà massimo 3 anni per chi è “abile al lavoro”.

Energia, cuneo fiscale

Il pacchetto energia discusso dalla maggioranza è il più pesante economicamente.
Le risorse salgono a oltre 21 miliardi (che saranno in deficit) sui 30 totali della manovra. Per definire l’esatta cifra i tempi sono più elastici, si vedrà in futuro il prezzo del gas e lo scenario della guerra quanto influirà sui listini. Per ora si procederà con i bonus, i crediti d’imposta e la rateizzazione delle bollette. Allo studio c’è un “mix di aiuti”, ha spiegato il sottosegretario all’economia Federico Freni, per coprire i primi tre mesi del 2023: in parte confermando lo sconto benzina, il bonus sociale ed i crediti di imposta, in parte pensando a ristori specifici per alcuni settori. Sul cuneo la manovra replicherà il taglio di 2 punti introdotto dal governo Draghi, per un costo di 3,5 miliardi.

Fisco, tregue, Flat tax e capitali

Altro tema di rilievo quello delle tasse. Pronta la tregua fiscale, la maggioranza punta allo stralcio di quelle fino a mille euro per le annualità fino al 2015 e sanzioni ridottissime al 5% e pagamento dimezzato per le cartelle tra i mille e i 5mila euro. Rinvio, invece, per la riedizione della sanatoria sulle ricchezze detenute all’estero e mai dichiarate, nota come “voluntary disclosure”. L’effetto di una nuova disclosure è stimato in 3-5 miliardi, che andrebbero a rinforzare l’ammontare di 30-32 miliardi. La misura sarà approfondita.

La cosiddetta “tassa piatta” al 15%, nota come flat tax, sarà invece estesa anche alle partite Iva con un fatturato superiore agli attuali 65 mila euro per arrivare a 85 mila euro. A cui però non sarà possibile, almeno già in questa manovra, affiancare anche la “flat tax incrementale” per i lavoratori dipendenti. In definizione invece la proposta per le sole partite Iva in alternativa alla flat tax classica e sui premi di produttività per i lavoratori dipendenti sopra i 3 mila euro.

Cedolare al 21% sui locali

La maggioranza riapre alla introduzione della tassazione con cedolare del 21% anche sui locali commerciali, una misura nata appunto nel 2019 e li rimasta circoscritta.
Le decisioni del Governo sono state anticipate dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo. “Non vedo perché se concedo in affitto l’unità immobiliare posso applicare la cedolare al 21% o 10%, se invece vado a dare in locazione un immobile commerciale devo pagare l’aliquota progressiva”.
“La fattibilità dell’operazione”, segnalano tuttavia i tecnici di Immobiliare, “come tutte le prossime manovre fiscali al vaglio dell’esecutivo, necessita delle coperture in quanto la cedolare secca “assorbe” oltre all’Irpef anche le addizionali (comunali e regionali) e l’imposta di registro”.

Contanti rinvio a gennaio

Nella legge di Bilancio entrerà l’aumento a 5mila euro ma dal primo gennaio del tetto al contante, che altrimenti nel 2023 passerebbe da 2mila a mille euro. La misura era inizialmente prevista dal dl aiuti quater, di cui si attende la pubblicazione in gazzetta ufficiale, ma dopo un’obiezione del Quirinale – è stato spostato sul disegno di legge di bilancio, per la mancanza dei requisiti d’urgenza tipici della decretazione.

Nuova Sabatini, 500 milioni

Tra i sostegni alle imprese, c’è uno stanziamento di 500 milioni di euro in due anni per rifinanziare la Nuova Sabatini, utilizzata dalle piccole e medie imprese per l’acquisto o acquisizione in leasing di beni strumentali. La misura mira anche ad accelerare i pagamenti in favore delle Pmi per venire incontro alle esigenze di liquidità per la crisi energetica in corso. Sarà inoltre prorogato il meccanismo di semplificazione estendendo anche alle domande presentate dal primo gennaio 2022, nei limiti delle risorse disponibili, la possibilità di beneficiare dell’erogazione delle quote successive in un’unica soluzione.

Il percorso della Finanziaria

Dopo il Cdm di lunedì il testo approderà alla commissione Bilancio, secondo le stime, l’approdo in Aula è previsto non prima del 20 dicembre. Inevitabilmente, il passaggio in Senato sarà solo tecnico, per chiudere prima di Natale o subito dopo.

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