giovedì, 28 Marzo, 2024
Esteri

Zelensky: Kherson può essere il punto di svolta

L'intervento del Presidente al G20 mentre Mosca lancia missili sulle città dell'Ucraina

È giunto il momento per la Russia di ritirarsi completamente dal territorio sovrano dell’Ucraina, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky al gruppo dei 20 leader del vertice riuniti in Indonesia, chiedendo il sostegno del mondo nel perseguire quella che ha presentato come la “formula per la pace” di Kiev. L’alternativa, ha detto, significherebbe congelare il conflitto e consentire alla Russia di “aspettare, costruire le sue forze e quindi iniziare una nuova serie di atti di terrore e destabilizzazione globale”.

Parlando tramite collegamento video, Zelensky ha paragonato la liberazione di Kherson – dove si è recato personalmente lunedì scorso – allo sbarco in Normandia del 1944 che ha posto le basi per la sconfitta alleata della Germania nazista nella seconda guerra mondiale. “Non era ancora un punto finale nella lotta contro il male, ma ha già determinato l’intero ulteriore corso degli eventi. Questo è esattamente quello che stiamo provando adesso”, ha detto, riferendosi alla riconquista della città.

Durante il suo discorso, il presidente Zelensky ha annunciato le sue condizioni per una soluzione pacifica del conflitto con la Russia, specificando che: “La Russia deve confermare l’integrità territoriale dell’Ucraina, ritirare le sue truppe dal territorio ucraino e pagare un risarcimento per i danni causati. Dopo l’attuazione di tutte le misure contro la guerra, il documento che conferma la fine della guerra deve essere firmato dalle parti”.

Il leader ucraino ha proposto alla Federazione Russa di scambiare i prigionieri secondo la formula “tutto per tutti”. Ha chiesto il ritorno non solo dei prigionieri di guerra, ma anche dei civili costretti a partire per il territorio della Russia.

Intanto il Ministro degli Esteri russo Lavrov ha già bollato come irrealistiche le richieste di Zelensky per l’inizio dei negoziati.

I negoziati russo-ucraini sono stati sospesi a maggio e l’ultimo faccia a faccia delle delegazioni si è svolto a Istanbul il 29 marzo.

Un segnale importante arriva però da New York per il dossier “riparazioni di guerra”. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione sulla creazione di un meccanismo internazionale per il pagamento delle riparazioni all’Ucraina in relazione all’aggressione russa. 94 paesi hanno sostenuto il documento, 14 paesi si sono opposti (compresa la stessa Russia) e altri 73 si sono astenuti. L’ambasciatore ucraino Sergiy Kyslytsya, nel suo intervento, ha sottolineato l’impatto tremendo della guerra russa sul suo paese, compresi i bombardamenti contro edifici residenziali e infrastrutture, la demolizione di quasi la metà della rete elettrica e dei servizi pubblici, lo sfollamento massiccio e le atrocità come omicidi, stupri, torture e deportazioni forzate. L’Ambasciatore ucraino ha anche denunciato che “Oggi la Russia stia facendo tutto il possibile per evitare di pagare il prezzo della propria guerra e occupazione, cercando di sfuggire alla responsabilità per i crimini che sta commettendo”, ma proprio la Russia, nel 1991, sostenne la creazione della Commissione di compensazione delle Nazioni Unite (UNCC), in seguito all’invasione e all’occupazione irachena del Kuwait, che ha completato il suo mandato lo scorso febbraio dopo aver pagato oltre 52 miliardi di dollari in risarcimenti alle vittime.

L’Italia, che era tra i paesi sponsor della risoluzione, ha esultato anche con un twitter alla sua approvazione. L’ambasciatore Maurizio Massari, nel suo intervento, ha ribadito che “il risarcimento delle azioni civili, nonché degli atti illeciti internazionali della Russia, non è solo un obbligo fondamentale ai sensi del diritto internazionale, ma è anche un passo essenziale verso il raggiungimento della pace e la ripresa postbellica, nonché per il futuro reinserimento dell’aggressore Stato nella comunità delle nazioni amanti della pace, come previsto dall’articolo 4 della Carta delle Nazioni Unite. I risarcimenti relativi ai danni causati dagli atti illeciti della Russia hanno lo scopo di rendere giustizia alle vittime di morte, lesioni, tortura, deportazione, sfollamento forzato”.

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