giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Confcommercio: da inflazione e calo dei consumi rischi per la crescita nel 2023

Consumi dentro una spirale negativa che fa scattare l’allarme della Confcommercio. Per la Confederazione la “calma piatta” mentre ci si attendeva una svolta e una crescita sostenuta, fa temere un 2023 ancora con consumi negativi e prezzi in rialzo.

Le famiglie in difficoltà

“La fragilità del quadro congiunturale”, osserva l’Ufficio Studi della Confederazione, “che, data la stazionarietà registrata su agosto ed il calo rilevato sullo stesso mese del 2021, certificano le difficoltà per le famiglie di procedere nel percorso di recupero della domanda di beni”.

Settore alimentare in difficoltà

“Particolarmente complessa”, secondo gli analisti della Confcommercio, “è la situazione per il settore alimentare, che sconta gli effetti non solo dell’aumento delle consumazioni fuori casa, ma anche le conseguenze di un’inflazione a doppia cifra”. “Se, al momento, i servizi sembrano meno interessati dal rallentamento”, fa presente l’Ufficio studi, “è inevitabile che nei prossimi mesi gli effetti negativi dell’inflazione sul reddito disponibile e sulla ricchezza liquida spingeranno ad atteggiamenti più prudenti. Situazione che porterebbe inevitabilmente ad un ridimensionamento della crescita, venendo a mancare il sostegno della domanda delle famiglie, componente che ha contribuito in misura fondamentale alle buone performance realizzate negli ultimi trimestri”.

Consumi giù crescita ferma

“È proprio sul fronte dei consumi”, spiega la Confcommercio, “che si gioca la crescita per l’anno prossimo, come indicato nella versione aggiornata della Nadef. Molti obiettivi di finanza pubblica non sarebbero raggiunti senza il contributo della domanda delle famiglie, che va quindi immediatamente sostenuta proseguendo nella strategia anti-inflazione”.

I dati, beni più costosi

Il trend stazionario per le vendite al dettaglio, è confermato con a settembre un aumento stimato dello 0,5% in valore su base congiunturale mentre il dato relativo al volume resta stazionario. I beni alimentari sono visti in crescita in valore (+0,8%) e in flessione in volume (-0,2%), mentre i beni non alimentari aumentano sia in valore che in volume (rispettivamente +0,4% e +0,1%).

Su base tendenziale, invece, le vendite aumentano del 4,1% in valore e diminuiscono del 2,7% in volume, con beni alimentari su in valore (+6,8%) e giù in volume (-4,5%). Stesso trend per i beni non alimentari (+2,1% in valore e -1,5% in volume). Il valore cresce, anche se in maniera differenziata, per tutte le forme di vendita: la grande distribuzione (+7,1%), le imprese operanti su piccole superfici (+1,4%), le vendite al di fuori dei negozi (+0,8%) e il commercio elettronico (+3,8%).

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