giovedì, 25 Aprile, 2024
Agroalimentare

I prodotti bio consumano meno energia. Coldiretti: produzioni raddoppiate. Primi in Europa per superfici coltivate

Prodotti di qualità con meno spesa energetica. Con la crisi energetica è boom per l’agricoltura biologica che consente di tagliare di un terzo i consumi energetici. Il tutto attraverso l’utilizzo di tecniche meno intensive, le filiere corte e la rinuncia ai concimi chimici di sintesi prodotti con l’uso di gas, tanto che i terreni coltivati a bio in Italia hanno raggiunto quasi 2,2 milioni di ettari in Italia, il massimo di sempre.

I dati dalla Coldiretti sono stati diffusi in occasione dell’inaugurazione del Sana alla Fiera di Bologna, con le esperienze innovative dei giovani agricoltori bio protagoniste allo stand di Coldiretti Bio (Padiglione, 30 Stand C/21) pe sostenere il piano di riduzione del fabbisogno energetico. “Si va dall’uso di sostanze naturali e 100% Made in Italy”, spiega Coldiretti, “per concimare i terreni e sostituire i fertilizzanti dall’estero, rincarati anche del 170% con un effetto valanga sulla spesa delle famiglie, al riutilizzo degli scarti di produzione (foglie, gusci, paglia, ecc.) per garantire energia pulita, fino al potenziamento delle filiere corte con la vendita diretta che abbatte i trasporti”.

La sfida delle produzioni bio

Utilizzando diversi accorgimenti naturali per la Coldiretti si riesce a ridurre i consumi di energia in media del 30% rispetto all’agricoltura tradizionale, “ma in alcuni casi, come ad esempio per le mele, si arriva addirittura al -45%. I concimi di sintesi (azotati, fosfatici o potassici) sono, infatti, ottenuti con procedimenti fortemente energivori e l’Italia”, ricorda ancora la Coldiretti, “è dipendente dall’estero per la produzione di questi prodotti. L’aumento dei costi dei fertilizzanti chimici (+170% degli azotati) è dovuta proprio a tali dinamiche e l’agricoltura bio, puntando esclusivamente su concimi organici e minerali, evita il ricorso a queste sostanze, valorizzando la zootecnia, che rappresenta una risorsa nazionale anche in termini di sostanza organica che gli allevamenti mettono a disposizione per rendere più fertili i nostri suoli”.

Ritorno al passato

“Concimare la terra attraverso l’uso del letame, il compostaggio dei residui organici e anche i residui degli impianti di biogas, favorisce così la resilienza delle aziende agricole biologiche”, rileva Coldiretti, “e rappresenta un modello produttivo in grado di contrastare la dipendenza da mezzi di produzione esterni alle aziende. Ma, puntando sulla filiera corta, il biologico riduce anche i tempi di trasporto dei prodotti e, con essi, le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori”.

Il bio raddoppia

Il risultato è che mai così tanti ettari sono stati coltivati a biologico in Italia con la superficie che nel giro degli ultimi dieci anni è praticamente raddoppiata (+99%), secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea. “I terreni bio rappresentano così 17,4% delle campagne del Paese quasi il doppio della media europea, circa 9%”, calcola la Confederazione, “e molto vicino agli obiettivi previsti dalla strategia Ue per il cibo “Farm to Fork”, che prevede di portare le superfici bio europee al 25% entro il 2030. Ed è boom anche di imprese agroalimentare biologiche che salgono a oltre 86mila, il 79% in più in un decennio, dando all’Italia il primato europeo per numero di aziende”.

Più Green in Europa

“Grazie anche al primato nel biologico l’agricoltura italiana è oggi la più green d’Europa con un ruolo da protagonista per la crescita sostenibile del Paese”, spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ricordare come il settore bio promette, “ampie opportunità di crescita economica ed occupazionale”. “Il biologico sta già dimostrando di essere una risposta alle sfide attuali per una maggiore sostenibilità economica ambientale e sociale”, evidenzia Maria Letizia Gardoni presidente di Coldiretti BIO, l’associazione che riunisce le imprese biologiche e biodinamiche di Coldiretti, “È necessario però ricentrarlo nella sua dimensione agricola, legarlo saldamente al territorio di produzione ed affrontare un processo di evoluzione nel sistema di certificazione che possa essere sempre di più garante di un modello produttivo attento all’ambiente e alle persone di cui le aziende agricole italiane sono da tempo protagoniste”.

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