sabato, 20 Aprile, 2024
Economia

Gas. Sul tetto al prezzo partiti in campo. Allarme delle categoria produttive

Attesa per le decisioni del prossimo Consiglio dei Ministri

Gas ed elettricità infiammano le elezioni. Fdi: subito tetto ai prezzi. La Lega: il Cdm intervenga. Calenda: dimezzare i costi. Il Pd: slegare i prezzi. Stime, l’allarme delle Categorie.

I costi del gas come il temuto nemico già bussa alle porte di famiglie e imprese. L’altalena dei prezzi al rialzo, le tensioni sui mercati internazionali, i rischi di blocco di flusso evocato da Mosca. L’impatto dei costi di elettricità e gas dominano i dibattiti e proposte elettorali.

Lo scenario dei prezzi

Ieri nuovo rally dei prezzi con il gas sopra i 300 al megawattora (318,9 euro al momento, appena sotto il record di chiusura di giovedì a 321,414 e dopo essere sceso a un minimo di 283 euro). Sotto costante osservazione la volatilità dei prezzi che alimentano i problemi di approvvigionamento delle imprese e le aziende fornitrici di gas. Con queste ultime che annunciano una svolta, quella di una frenata ai nuovi contratti alle aziende che non siano quelle storicamente rifornite e buon pagatrici. Il primo riflesso cade sull’esecutivo del Governo dimissionario.

Il prossimo Cdm

Il Consiglio dei ministri sarà convocato tra breve per dare una prima concreta indicazione alle molteplici richieste di trovare il modo per arginare i rincari. Secondo indiscrezioni il presidente del Consiglio Mario Draghi è in costante contatto sia con tutte le forze politiche, a cominciare dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sia con i suoi ministri, in particolare con Daniele Franco e Roberto Cingolani, i due dicasteri chiave, Economia e Transizione ecologica.

Il piano del governo secondo gli analisti, si muoverà per trovare soluzioni rapide attraverso due decreti, che prevedono interventi e aiuti, calcolati sui 20 miliardi, per imprese e famiglie. Per ora si procede su un terreno delicato e imprevedibile. D’altronde gli Uffici studi di Associazioni di categoria sfornano stime e preoccupazioni che rischiano solo di crescere.

La caduta del terziario

Confcommercio segue con apprensione i rincari, ed ha elaborato nuovi calcoli, ben più pesanti rispetto a quanto previsto appena il mese scorso. Tra le imprese del terziario di mercato sono ben 120mila, all’incirca, quelle a rischio chiusura da qui ai primi sei mesi del 2023, con relativi 370mila posti di lavoro in bilico.

I settori più esposti alla crisi

La Confederazione vede problemi seri per il commercio al dettaglio (in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas), la ristorazione e gli alberghi che hanno avuto aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima.
A risentire pesantemente della situazione sono però anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell’abbigliamento, nonostante una stagione di saldi marginalmente favorevole.
Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi di euro, il triplo rispetto al 2021 e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 miliardi).

Sangalli: fare i tagli dei costi

“I costi dell’energia sono, ormai, da vera emergenza”, sintetizza il leader di Confcommercio, Carlo Sangalli, “il nuovo Governo dovrà dare risposte immediate accelerando soprattutto su Recovery Fund energetico europeo e fissazione di un tetto al prezzo del gas. È vitale tagliare drasticamente il costo dell’energia per tutte le imprese”

Artigiani: livelli insostenibili

“È ormai evidente, anche alla luce del drammatico perdurare del conflitto Russo-Ucraino, che vada fissato un tetto al prezzo del gas, una priorità del Paese su cui chiediamo dunque l’impegno congiunto di tutte le forze politiche, al di là degli esiti del voto del prossimo 25 settembre”, propone il presidente nazionale di Cna, Dario Costantini, “la gravità della situazione impone interventi rapidi ed efficaci e quindi anche l’introduzione di un massimale al prezzo del gas su base nazionale”.

F.d’I, FI e Lega: tetto ai prezzi

Il Centrodestra fa quadrato su una proposta condivisa da tutti: un tetto europeo al prezzo del gas russo un price cap.
“Riteniamo che la via da percorrere resti quella europea”, insiste Giovanbattista Fazzolari, senatore estensore del programma di Fratelli d’Italia, è in diretta sintonia con la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni,
“Nel frattempo dobbiamo subito, e per subito intendiamo anche prima del voto se necessario, mettere in sicurezza le catene produttive che più stanno pagando l’incremento del prezzo dell’energia e tutelare le famiglie più in difficoltà”.
Forza Italia e la Lega, sono d’accordo e Silvio Berlusconi sollecita “un impegno per il price cap a livello europeo”, e non manca di sottolineare poi l’esigenza di prevedere “i piani di razionamento per non trovarci un una nuova emergenza. Le attività sanitarie e produttive devono essere garantite e lo saranno”. Sull’emergenza bollette la Lega chiede al Governo “di fare in fretta” . “Adesso tutti si accorgono che settembre e ottobre rischiano di essere devastanti per le famiglie e per le imprese”, sottolinea Matteo Salvini, “Se Draghi porta in Cdm o in Parlamento anche la prossima settimana un provvedimento da miliardi, da decine di miliardi per sostenere famiglie e imprese il voto della Lega è assicurato”.

La proposta Calenda

“Dimezzare il costo dell’energia subito e portarlo a 100 Mwh per imprese energivore e gasivore”. È l’idea annunciata in video dal leader del Terzo Polo ed ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda,
> “Proponiamo che il Gse (Gestore dei servizi energetici) compri tutte le fonti di produzione dell’energia elettrica. E le compri, per il gas, a prezzo di mercato, perché non puoi fissare un cap, altrimenti non hai più il gas; per le rinnovabili, che hanno di molto aumentato i loro guadagni, è che si compri a 70 euro/MWh, cioè a un prezzo fisso”. Con questa mediazione tra prezzo di mercato per il gas e prezzo fisso per le rinnovabili, spiega Calenda, “riusciremo a portare il costo circa a 330 euro/350 euro/MWh dai 600 euro/MWh che sono oggi.” “In aggiunta va appiattito il prezzo a 100 euro/MWh per le aziende in crisi, perché profondamente energivore, e per quelle che usano il gas nella produzione”.

Il Pd: necessario slegare i prezzi

Il Pd ha presentato in questi giorni i punti del suo programma elettorale, concentrandosi in particolare sulla parte relativa al contenimento dei costi delle bollette. Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, capigruppo alla Camera e al Senato, ne hanno parlato più nel dettaglio. “Nelle prossime settimane gli ulteriori aumenti previsti della bolletta energetica rischiano di mettere in ginocchio molta parte del sistema produttivo”, evidenziano le due esponenti del Pd, “Nel quadro delle azioni urgenti per allontanare questo spettro pericoloso per l’economia come per la tenuta sociale abbiamo proposto di slegare il costo dell’energia elettrica da quello del gas, una misura inserita dal presidente Draghi nel discorso al meeting di Rimini, tra quelle necessarie per calmierare le bollette”.

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